Startup in Spagna, è boom: i motivi e gli spunti per il modello italiano
Il modello spagnolo è fonte di ispirazione anche per l'Italia: ecco i motivi del boom e che cosa può fare il nostro Paese.

Come riportava questo articolo su AgendaDigitale.eu, le startup spagnole stanno vivendo un periodo di crescita straordinaria, superando traguardi significativi e posizionandosi come uno dei protagonisti emergenti nel contesto europeo dell’innovazione.
Con un sistema nazionale che ha raggiunto il valore di oltre 100 miliardi di euro nel 2023, la Spagna offre probabilmente ben più di qualche spunto di riflessione per l’Italia. Proviamo a sintetizzare.
La Ley de Startups: il provvedimento normativo che ha dato impulso alle startup
Alla fine del 2022 il governo spagnolo ha approvato la “Ley de Startups“, una legge che ha rappresentato un intervento organico e strutturato per il sistema delle startup, concepito per creare un ambiente favorevole alla nascita e allo sviluppo di imprese innovative.
La legge spagnola si basa su diversi principi fondamentali che hanno come principali obiettivi quelli di:
- Promuovere la creazione e la crescita di imprese emergenti, con particolare attenzione alle micro, piccole e medie imprese
- Attrarre talenti e capitali internazionali per rafforzare l’ecosistema locale
- Stimolare gli investimenti pubblici e privati nel settore
- Favorire la connessione tra università, ricerca e mondo imprenditoriale
- Eliminare i divari di genere esistenti nell’ecosistema
Anche grazie a questo intervento normativo, ci dicono i dati di Dealroom, il valore complessivo delle startup spagnole ha superato i 100 miliardi di euro nel 2023, con un incremento del 14% rispetto all’anno precedente. Solo nel 2023, le startup spagnole hanno raccolto 2,2 miliardi di euro attraverso oltre 850 round di finanziamento.
Il confronto con l’Europa e l’accelerazione spagnola
Sebbene Regno Unito, Germania e Francia mantengano ancora il primato europeo in termini di valutazione complessiva delle startup, la Spagna ha mostrato uno dei tassi di crescita più rapidi nel periodo 2019-2024, moltiplicando il proprio valore di quasi 3 volte. Un dato che colloca la Spagna come il secondo mercato startup in più rapida crescita in Europa, superato solo dalla Norvegia.
Non solo: la Spagna si posiziona al settimo posto in Europa per volume di investimenti in venture capital nel 2023, ma al quarto posto per numero di round di finanziamento, confermando una invidiabile vivacità, con molti progetti promettenti che stanno iniziando a consolidarsi.
Un aspetto particolarmente interessante emerge dall’analisi della distribuzione degli investimenti nel 2023:
- 1 miliardo di euro è stato destinato a round inferiori a 15 milioni di euro (fase iniziale)
- 782 milioni di euro sono andati a round tra 15 e 100 milioni di euro (fase di crescita)
- 405 milioni di euro sono stati investiti in round superiori a 100 milioni di euro (fase avanzata)
Una distribuzione equilibrata, che mostra un sistema sano, con un forte impulso nelle fasi iniziali ma capace di sostenere anche le fasi di crescita e consolidamento.
I settori trainanti dell’innovazione spagnola
Per quanto concerne poi l’individuazione dei settori trainanti, il modello spagnolo sembra aver fornito i migliori contributi in alcuni specifici ambiti strategici come:
- Climate Tech e Biotecnologia, che nel 2023 hanno raccolto rispettivamente 404 e 223 milioni di euro
- Energia pulita, con 157 milioni di euro
- Tecnologia aerospaziale, mobilità e economia circolare.
In buona evidenza, si tratta di settori ad alto potenziale di crescita e con forti ricadute sull’economia reale, che stanno beneficiando dell’ambiente favorevole creato dalle politiche pubbliche.
In modo più specifico, il settore Fintech rappresenta il 6,5% delle startup spagnole nel 2023, collocando la Spagna al terzo posto in Europa e al sesto nel mondo per numero di aziende Fintech. Segue il settore Healthtech (6,4%) e SoftTech (5,1%), con le startup SaaS che hanno attratto investimenti per oltre 600 milioni di euro tra il 2022 e il 2023.
Una buona resistenza dinanzi alle difficoltà
Tra i tratti distintivi più importanti e significativi del sistema spagnolo delle startup c’è poi la sua capacità di resistere alle difficoltà congiunturali. Di fatto, nonostante il calo generale degli investimenti a livello globale nel 2023 (-38%), in Europa (-39%), la Spagna è riuscita a registrare una contrazione minore (-33%), dimostrando una resilienza superiore alla media.
Il risultato è attribuibile proprio alla Ley de Startups, che ha introdotto misure fiscali vantaggiose come la riduzione dell’imposta societaria dal 25% al 15% per quattro anni e un’esenzione fiscale sulle stock options fino a 50.000 euro all’anno.
Le altre iniziative pubbliche in favore delle startup
L’impegno dello Stato nei confronti delle startup spagnole non è stato limitato solamente alla Ley de Startups, ma ha interessato anche altre iniziative specifiche come:
- Next-Tech Fund: un fondo congiunto dell’Instituto de Crédito Oficial e della Segreteria di Stato per la digitalizzazione e l’intelligenza artificiale, che mira a mobilitare fino a 4 miliardi di euro in partenariati pubblico-privati per investimenti in settori strategici come il digitale e l’intelligenza artificiale.
- Spain Up Nation: una strategia governativa volta a rafforzare l’ecosistema imprenditoriale e a creare un ambiente favorevole alla crescita delle startup, combinando incentivi fiscali, finanziamenti pubblici e privati e un quadro giuridico favorevole.
La distribuzione geografica dell’innovazione
Altro aspetto piuttosto interessante è la progressiva diffusione dell’innovazione sul territorio nazionale. Sebbene Madrid (605 milioni di euro) e Barcellona (457 milioni di euro) rimangano i principali poli attrattivi, altre città come San Sebastián, Siviglia e Valencia stanno emergendo come importanti hub di investimento, cercando in tal modo di ridurre la polarizzazione che è invece tipica di altri Paesi europei come l’Italia, che ha in Milano il suo hub di straordinario riferimento.
In aggiunta, poli regionali più piccoli come quelli di Cantabria, Murcia, Castilla y León e Asturias hanno mostrato una crescita significativa dal 2019, moltiplicando gli investimenti rispettivamente di 22, 11, 7,1 e 6,8 volte.
Il confronto con l’Italia: un gap da colmare
Il confronto con l’Italia manifesta un importante gap da colmare, considerato che il nostro sistema startup è stimato intorno ai 60 miliardi di dollari secondo l’Università Bocconi di Milano, e si trova in una posizione di inseguimento rispetto alla Spagna. Pur vero è, però, che negli ultimi anni il nostro modello ha mostrato segnali di crescita promettenti.
Secondo dati recenti, per esempio, l’Italia ha registrato investimenti in venture capital di circa 870 milioni di euro nella prima metà del 2024 (+26% rispetto al 2023), mostrando un trend positivo. Tuttavia, il divario con la Spagna rimane significativo: l’Italia si trova oggi al punto in cui la Francia era otto anni fa e la Spagna tre anni fa.
Ricordiamo che il panorama italiano conta oltre 14.000 startup registrate nel 2023, che hanno raccolto 2,1 miliardi di euro nello stesso anno, con Milano come principale hub che ha attratto il 40% degli investimenti totali.
Che lezioni può trarre l’Italia?
A questo punto possiamo anche domandarci se il modello spagnolo possa condividere qualche lezione per l’Italia. A ben vedere, esistono ben più di alcuni spunti fondamentali che potrebbero essere di ispirazione anche per il nostro Paese:
- Quadro normativo unitario e organico: la Ley de Startups spagnola rappresenta un intervento normativo organico, che affronta in modo sistematico tutte le principali barriere allo sviluppo delle startup. L’Italia potrebbe trarre beneficio da un simile approccio, che superi la frammentazione delle misure attualmente in vigore.
- Incentivi fiscali significativi: le agevolazioni fiscali introdotte in Spagna (riduzione dell’imposta societaria al 15% per quattro anni) sono particolarmente competitive e attrattive. Un sistema fiscale più favorevole potrebbe aumentare l’attrattività dell’Italia per investitori e imprenditori.
- Integrazione tra università, ricerca e impresa: la Spagna ha posto particolare enfasi sul rafforzamento dei legami tra mondo accademico e imprenditoriale. L’Italia, con il suo eccellente sistema universitario, potrebbe capitalizzare su questa risorsa per alimentare l’innovazione.
- Approccio internazionale: l’ecosistema spagnolo ha saputo attrarre talenti e capitali internazionali, creando un ambiente cosmopolita e dinamico. L’Italia potrebbe rafforzare la propria capacità di attrarre talenti dall’estero e di favorire il rientro dei “cervelli in fuga”.
- Investimenti pubblici mirati: iniziative come il Next-Tech Fund spagnolo mostrano l’importanza di un sostegno pubblico strategico e consistente. L’Italia potrebbe aumentare e focalizzare meglio gli investimenti pubblici nell’innovazione.
Insomma, il successo del modello spagnolo dimostra che, con le giuste politiche e un impegno costante, è possibile accelerare significativamente lo sviluppo di un ambiente favorevole all’innovazione. Sarà di ispirazione anche per il nostro Paese?