
Era ormai tempo di mettere ordine. Dopo l’approvazione della Legge annuale per il mercato e la concorrenza 2023, il mondo delle startup italiane si era trovato in un limbo interpretativo. Serviva una guida chiara. Ci ha pensato il MIMIT (Ministero delle Imprese e del Made in Italy) con una circolare pubblicata il 30 luglio 2025 che chiarisce finalmente cosa serve davvero per ottenere e mantenere lo status di startup innovativa secondo gli articoli 28 e 29.
La grande pulizia: chi resta, chi se ne va
Il tratto più drastico della circolare è l’eliminazione d’ufficio delle startup costituite da oltre 60 mesi alla data del 18 dicembre 2024. Su 817 imprese censite, ben 584 hanno già superato la soglia. Non possono più restare nella sezione speciale del Registro delle Imprese e devono passare – se in possesso dei requisiti – alla sezione dedicata alle PMI innovative. Una decisione netta: niente più proroghe emergenziali, ritorno alla regola base stabilita dal “Startup Act” del 2012.
Startup innovativa: quattro punti chiave della nuova definizione
Il cuore della rivoluzione operativa sta nell’articolo 28, che ridefinisce la startup innovativa attraverso quattro pilastri.
1. Devi essere una PMI vera
Non basta sembrare piccola: la startup deve rientrare nella definizione ufficiale di PMI europea. E nessun legame, nemmeno indiretto, può esserci con grandi imprese, partecipate o collegate.
2. Niente agenzie o consulenze
L’attività prevalente non può riguardare consulenza o intermediazione. Il MIMIT fornisce esempi concreti: i codici ATECO 70.2 (consulenza gestionale) e 74.99 (attività professionali), inclusi i loro sottocodici, sono esclusi a priori.
3. Tre anni base + possibilità di estensione fino a cinque
Lo status può durare tre anni. Ma se la startup soddisfa almeno uno dei requisiti previsti (investimenti in R&S, brevetti, contratti con PA, ecc.), può estendere la permanenza a cinque anni complessivi.
4. Proroghe fino a nove anni con requisiti da scaleup
Se la startup scala davvero – con un aumento di capitale superiore a 1 milione da OICR o con un raddoppio dei ricavi – può ottenere due proroghe biennali, arrivando fino a nove anni complessivi.
Dichiarazioni annuali e fine delle ambiguità operative
La circolare introduce un modello di autocertificazione unificato, da presentare ogni anno. In pratica: ogni startup deve dichiarare entro 30 giorni dalla chiusura del bilancio (e comunque non oltre il 31 luglio) il mantenimento dei requisiti previsti per restare nella sezione speciale. Le Camere di Commercio verificheranno dichiarazioni e documenti, basandosi su bilanci, note integrative e contratti. Se manca qualcosa – oppure non si invia nulla – la startup viene cancellata automaticamente.
Adeguamenti graduali per le startup già iscritte
Non tutte le modifiche vengono di colpo: le imprese già iscritte al 18 dicembre 2024 hanno un periodo “di transizione” per adeguarsi. Se iscritte da meno di 18 mesi, hanno sei mesi – altrimenti dodici mesi – per verificare i nuovi requisiti del comma 2‑bis entro la fine del terzo anno dall’iscrizione.
Attività punitive sì, ma con un occhio all’equità del sistema
Diversi analisti e rappresentanti dell’ecosistema innovativo hanno sottolineato che la circolare non taglia indiscriminatamente, ma mira a restituire credibilità al registro delle startup. Serve chiarezza per chi offre servizi, concede aiuti, organizza incubatori o investe. Addio alla confusione tra Scaleup Act e Startup Act: ora le regole sono scritte e le sanzioni applicabili.
Cosa fare ora? Il prontuario per le startup (e i loro consulenti)
- Controlla la data di costituzione: se hai superato 60 mesi al 18 dicembre 2024, ti devi preparare all’uscita dal registro delle startup innovative.
- Verifica codici ATECO: se fai consulenza o agenzia, devi cambiare attività o pensare alla sezione PMI innovativa.
- Prepara l’autocertificazione aggiornata secondo il modello ufficiale, disponibile presso le Camere di Commercio.
- Valuta se soddisfi almeno un requisito del comma 2‑bis o 2‑ter, per accedere alla proroga da 5 o fino a 9 anni.
- Fai attenzione alle scadenze: 30 giorni dalla chiusura del bilancio (o 31 luglio), poi rispetto dei termini di adeguamento per chi è già iscritto.
Un cambiamento necessario, ma non innocuo
Questo nuovo assetto normativo segna una svolta: selettività, trasparenza, rigore. Le startup che resistono ne escono più forti, ma quelle fragili vengono ricondotte entro il recinto delle PMI – con meno benefici e più oneri amministrativi. Serve ora accompagnamento operativo: consulenti, incubatori e istituzioni dovranno collaborare per non perdere le energie imprenditoriali in gioco. Con questa circolare il MIMIT scrive un nuovo capitolo: chi ha davvero un progetto innovativo potrà contare su regole chiare. Ma chi ha giocato sugli eccessi dovrà uscire di scena – o ricostruirsi da capo secondo i nuovi standard.
Il commento di Innovup
“Siamo particolarmente soddisfatti di questo risultato, che dimostra il positivo lavoro svolto negli ultimi mesi dall’Associazione grazie alla serrata interlocuzione avuta con il Ministero e la sempre maggior attenzione da parte di quest’ultimo verso l’intera filiera italiana dell’innovazione” Ha dichiarato Innovup.
“Un ringraziamento va anche agli studi professionali che ci hanno accompagnato durante questo percorso con competenza e continuità. Come InnovUp continueremo il nostro impegno affinché la nostra filiera abbia regole chiare e all’altezza delle sfide che le imprese innovative affrontano ogni giorno”.