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Mutui, previsioni 2023 per il mercato italiano, cosa possiamo aspettarci

La Banca Centrale Europea procede spedita nel suo percorso di graduale incremento dei tassi di riferimento. Tra gli effetti più intuibili del rincaro del costo del denaro c’è certamente quello del peggioramento delle condizioni sui mutui per famiglie, lavoratori autonomi e imprese, con il concreto rischio di tendere ancor di più le già precarie caratteristiche …

La Banca Centrale Europea procede spedita nel suo percorso di graduale incremento dei tassi di riferimento. Tra gli effetti più intuibili del rincaro del costo del denaro c’è certamente quello del peggioramento delle condizioni sui mutui per famiglie, lavoratori autonomi e imprese, con il concreto rischio di tendere ancor di più le già precarie caratteristiche di sostenibilità finanziaria del debito.

Ma quali sono le previsioni sui mutui 2023? Cosa possiamo attenderci dal costo del denaro delle banche italiane nei prossimi mesi?

Superata la soglia del 5% per i mutui

La prima cosa che emerge è che gli interessi sui mutui ipotecari, che già erano stati in grado di superare il 4% con il costo del denaro all’1,25% (la differenza è, intuibilmente, nello spread applicato dagli istituti di credito), con il nuovo rialzo al 2% appena deliberato della BCE dovrebbero facilmente sforare la soglia del 5%.

A formulare la previsione è la Fabi, il principale sindacato dei bancari, secondo cui “a distanza di neanche due mesi dalla prima mossa della Bce, e in uno stato di vulnerabilità economica ormai diffusa, la rapidità con cui si sta realizzando il piano record dei tassi dell’Eurotower comincia, dunque, a generare un clima di sfiducia, con forti implicazioni sociali e finanziarie per famiglie e imprese”.

Il problema sembra essere tutt’altro che marginale. Negli ultimi anni, complici i bassi tassi di mercato, le famiglie italiane hanno abbandonato la loro tradizionale prudenza all’indebitamento per ricorrere con maggiore favore e vigore al credito bancario.

Il risultato è che chi si è indebitato a tasso variabile, indicizzato ai parametri Euribor/BCE, sta oggi toccando con mano i primi effetti del rincaro dei tassi europei e, soprattutto, guarda con grande preoccupazione a ciò che avverrà nel corso del prossimo futuro. Chi invece non si è ancora indebitato e sta cercando di farlo nel breve termine, non potrà che fare i conti con uno scenario che non solo vede i parametri di riferimento aumentare mese dopo mese, in maniera non certo lieve, ma anche con caratteristiche di spread crescente da parte degli istituti di credito.

Il 2023 sarà un altro 2008?

A questo punto è lecito domandarsi se il 2023 sarà, dal punto di vista dei tassi e degli effetti sui mutui, un altro 2008: in quell’anno – a suo modo storico per i tassi europei – il rialzo del costo del denaro fu il più alto di sempre, fungendo da anticamera per una politica super accomodante da parte della BCE, durata per i successivi 15 anni.

Lo scenario non è dei più favorevoli: super inflazione, crisi geopolitica, perplessità sulla tenuta dell’economia interna e grande disparità tra le diverse condizioni dei mutui in ambito europeo (sia sufficiente rammentare che le famiglie francesi pagano un tasso di interesse medio del 1,58% per scadenza fino a 5 anni, contro un livello medio del 2,62% delle famiglie italiane) potrebbero rialimentare la crisi dei mutui subprime in Europa.

Giornalista, copywriter, esperto di finanza e marketing editoriale, collabora con alcuni dei più noti network nazionali dell'informazione

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