Project Europe: la risposta dell’Europa per trattenere i suoi giovani innovatori
Harry Stebbings, volto noto del venture capital grazie al suo podcast 20VC e a investimenti in startup come Hopin, Mistral AI e Vinted, ha lanciato Project Europe.

Negli ultimi anni, l’Europa si è confrontata con una sfida cruciale: riuscire a trattenere i propri talenti e costruire un ecosistema innovativo che possa competere con i colossi globali. Ogni anno migliaia di giovani con idee brillanti scelgono di trasferirsi oltreoceano, attratti da capitali più generosi e da una cultura che premia il rischio. In questo scenario nasce Project Europe, un’iniziativa che mira a ribaltare la narrativa dominante e a rilanciare l’imprenditoria giovanile nel continente.
Perché nasce Project Europe
Il problema della “fuga di cervelli” non è nuovo, ma negli ultimi anni si è acuito. Gli under 25 europei, specie quelli con profili tech e ambizioni imprenditoriali, guardano sempre più agli Stati Uniti come terra promessa. Project Europe nasce per rispondere a questa emorragia di talento, con un messaggio chiaro: anche in Europa è possibile innovare, crescere e costruire aziende di successo globale. La missione è semplice ma potente: finanziare 50 giovani founder con 200.000 euro a testa in cambio del 6,66% di equity, supportandoli con mentorship d’eccellenza e accesso a una rete di livello continentale.
La missione è semplice ma potente: finanziare 50 giovani founder con 200.000 euro a testa in cambio del 6,66% di equity
Un’iniziativa con radici europee e ambizioni globali
Il nome stesso – Project Europe – è un manifesto. Non si tratta solo di un fondo d’investimento, ma di un progetto culturale e identitario. L’Europa ha bisogno di crederci di più, di scommettere sui suoi giovani e di promuovere un’idea di innovazione che non sia solo imitazione della Silicon Valley, ma espressione del suo DNA unico: diversità, profondità culturale, talento distribuito.

Chi guida Project Europe: Harry Stebbings e la rete di top founder
Alla guida c’è Harry Stebbings, volto noto del venture capital grazie al suo podcast 20VC e a investimenti in startup come Hopin, Mistral AI e Vinted. Classe 1996, Stebbings incarna lo spirito stesso del progetto: giovane, intraprendente, visionario. Accanto a lui ci sono oltre 150 imprenditori e investitori europei tra cui i fondatori di Klarna, GitHub, Shopify, Personio e altri nomi di peso. A dirigere le operazioni è Kitty Mayo, ex Entrepreneur First, garanzia di esperienza e visione internazionale.
Alla guida c’è Harry Stebbings, classe 1996, volto noto del venture capital grazie al suo podcast 20VC e a investimenti in startup come Hopin, Mistral AI e Vinted.
Come funziona il programma: modello, selezione e supporto
Il modello di Project Europe è volutamente semplice e inclusivo: ogni team selezionato riceve 200.000 euro in cambio del 6,66% della società. L’unico requisito? Avere tra i 18 e i 25 anni e risiedere in Europa. Non servono lauree, né esperienze pregresse. Contano solo l’idea e la determinazione. Ogni founder viene affiancato da un mentore scelto tra gli imprenditori più influenti del continente. Inoltre, il progetto prevede un percorso di supporto su misura che include accesso a investitori, sessioni formative e connessioni internazionali.
L’unico requisito? Avere tra i 18 e i 25 anni e risiedere in Europa.
Cosa rende Project Europe diverso dagli altri fondi VC
Molti fondi parlano di early stage, pochi investono davvero quando l’idea è ancora su carta. Project Europe lo fa. E lo fa puntando su un segmento spesso trascurato: i giovanissimi. In un ecosistema dove il capitale iniziale è spesso inaccessibile e la burocrazia soffocante, questo programma rappresenta una rivoluzione. Inoltre, il messaggio culturale è forte: il fallimento non è una vergogna, ma parte del percorso. È un modello che ricorda Y Combinator, ma con radici profondamente europee.
Il ruolo della cultura e della mentalità imprenditoriale
Uno degli obiettivi di Project Europe è cambiare la mentalità. In molte nazioni europee, fallire è ancora visto come un tabù. Al contrario, il progetto promuove un approccio anglosassone: fallire è tentare, è imparare. La cultura del rischio, dell’apprendimento rapido, della sperimentazione è al centro del programma. Non si tratta solo di formare imprenditori, ma di diffondere un mindset nuovo. In questo senso, il progetto ha un valore che va oltre il capitale investito: è un catalizzatore culturale.
Inclusività, rappresentanza e risposte alle critiche
Come ogni progetto ambizioso, Project Europe ha ricevuto critiche. In particolare, sull’iniziale scarsa rappresentanza femminile tra fondatori e investitori. Stebbings ha risposto prontamente, includendo 21 fondatrici tra i profili selezionati e dichiarando l’intenzione di aumentare questa quota. Altro punto discusso è il limite d’età: perché escludere chi ha più di 25 anni? Secondo i promotori, l’obiettivo è colmare un gap specifico: quello dei giovanissimi, spesso invisibili agli occhi dei grandi fondi.
Project Europe ha ricevuto critiche, in particolare sull’iniziale scarsa rappresentanza femminile tra fondatori e investitori. Stebbings ha risposto prontamente, includendo 21 fondatrici tra i profili selezionati e dichiarando l’intenzione di aumentare questa quota
L’effetto catalizzatore sul sistema europeo dell’innovazione
Project Europe non vuole essere un unicum, ma un modello replicabile. Il successo dell’iniziativa potrebbe innescare un effetto domino: altri fondi VC potrebbero iniziare a puntare sui founder più giovani; le università potrebbero rafforzare i percorsi imprenditoriali; i governi potrebbero creare policy più favorevoli. Già si parla di spin-off nazionali in paesi come Germania e Francia. In questo senso, il progetto ha una doppia funzione: investire nei talenti e ispirare il sistema.
Prospettive future: oltre il primo round
I 10 milioni messi a disposizione sono solo l’inizio. Project Europe punta a creare un ecosistema di lungo periodo. L’idea è costruire un network che continui a generare valore anche dopo il primo investimento. Founder che diventano mentori, startup che diventano investitori, un ciclo virtuoso capace di autosostenersi. Le prossime fasi potrebbero includere programmi verticali (es. AI, climate tech), collaborazioni con enti pubblici e una maggiore presenza nelle regioni meno rappresentate.
Un segnale per l’Europa
Project Europe non è solo un programma, ma una visione. Una dichiarazione di fiducia nei giovani, nella tecnologia, nell’Europa. In un’epoca in cui troppo spesso il continente rincorre i modelli americani o asiatici, questo progetto lancia un messaggio potente: possiamo guidare il cambiamento, non solo subirlo. Scommettere su chi ha il coraggio di innovare, prima ancora di avere un CV, potrebbe essere la chiave per una nuova stagione europea. Quello che salta all’occhio è però il notevole contrasto tra l’ambizione di questo progetto e i mezzi a disposizione: solo 10 milioni di euro. L’impatto dell’annuncio sarebbe stato maggiore se avessero incluso, per esempio, maggiori informazioni sull’impegno dei partner VC.