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1X punta sull’industria: fino a 10.000 robot umanoidi in arrivo grazie a EQT

La norvegese 1X, azienda di robotica specializzata nello sviluppo di robot umanoidi avanzati, ha annunciato una partnership strategica che potrebbe ridefinire il mercato della robotica applicata ai contesti industriali. L’accordo, ufficializzato giovedì, prevede che fino a 10.000 robot umanoidi Neo vengano messi a disposizione delle oltre 300 società del portafoglio di EQT, uno dei più grandi investitori multi-asset europei. Il rollout dei robot avverrà tra il 2026 e il 2030, con un focus su settori come manifattura, logistica, warehousing e altre applicazioni industriali ad alta intensità operativa.

Una collaborazione mirata, con accordi individuali per ogni azienda

1X ha confermato a TechCrunch che l’accordo quadro con EQT non si tradurrà in un’unica fornitura centralizzata, ma in contratti individuali con ciascuna società interessata. Ciò consente di modulare le implementazioni in base ai requisiti specifici di ogni azienda, dalle capacità di integrazione nei flussi di lavoro fino alla definizione dei livelli di autonomia o teleoperazione richiesti. Per EQT, che attraverso il fondo EQT Ventures figura tra gli investitori di 1X, la partnership rappresenta un’opportunità per accelerare la trasformazione digitale dei propri asset, introducendo robot umanoidi in ambiti dove la domanda di automazione continua a crescere.

1X è stata fondata nel 2014 e ha raccolto finora oltre 130 milioni di dollari

Neo: da robot domestico a risorsa per l’industria

Uno degli elementi più sorprendenti dell’accordo è il fatto che 1X abbia scelto di impiegare Neo, l’umanoide originariamente progettato e commercializzato come robot per uso domestico. La società lo aveva infatti descritto come il “first consumer-ready humanoid robot designed to transform life at home”, enfatizzando la capacità di svolgere attività quotidiane, interagire con le persone e integrarsi in un contesto domestico tradizionale. A ottobre, quando 1X aveva aperto i preorder per il robot — venduto a 20.000 dollari — la comunicazione era incentrata su scenari tipicamente casalinghi, come assistenza nelle faccende e supporto alla vita domestica.

La scelta di impiegare Neo, anziché il modello industriale Eve Industrial, rende il deal particolarmente interessante: pur essendo un prodotto consumer, Neo offre una combinazione di mobilità, destrezza e teleoperazione che lo rende potenzialmente efficace anche in ambienti produttivi meno prevedibili, dove la flessibilità umana rimane un fattore determinante. In questo contesto, i robot umanoidi assumono un ruolo strategico come soluzioni capaci di operare in spazi e compiti progettati per le persone.

Sfide di mercato: prezzo, privacy e tempi di adozione

Il potenziale del mercato consumer della robotica umanoide resta tuttavia limitato nel breve periodo. Il prezzo elevato di Neo restringe naturalmente il bacino dei potenziali clienti domestici, mentre le preoccupazioni legate alla privacy costituiscono un ulteriore ostacolo. 1X ha confermato infatti che i suoi operatori umani possono vedere attraverso gli occhi del robot, una caratteristica fondamentale per la teleoperazione ma difficilmente accettabile per l’uso in ambito privato.

A ciò si aggiungono temi legati alla sicurezza, soprattutto in presenza di bambini o animali domestici, dato che la stabilità dei robot umanoidi rappresenta ancora una delle sfide tecniche più complesse. Secondo diversi VC e ricercatori citati da TechCrunch, un’adozione diffusa degli umanoidi nel mercato consumer potrebbe richiedere ancora anni, se non un decennio.

Tra preordini oltre le aspettative e capitali crescenti

Nonostante le complessità del mercato, un portavoce dell’azienda ha dichiarato che i preorder di Neo hanno superato di gran lunga gli obiettivi interni, pur senza comunicare numeri precisi. Questo dato, combinato con l’accordo con EQT, suggerisce che 1X stia acquisendo trazione sia sul fronte consumer sia su quello industriale.

Fondata nel 2014, 1X ha raccolto finora oltre 130 milioni di dollari di venture capital da investitori come EQT Ventures, Tiger Global e OpenAI Startup Fund. La partnership con EQT potrebbe rappresentare il passo decisivo per validare la scalabilità commerciale della piattaforma umanoide dell’azienda, aprendo la strada a implementazioni massicce in contesti produttivi dove la robotica tradizionale fatica a replicare la versatilità umana.

Se il rollout previsto tra il 2026 e il 2030 procederà come pianificato, 1X potrebbe diventare uno dei primi player a dimostrare che i robot umanoidi, nati per la casa, possono trovare un mercato molto più immediato e redditizio nell’industria.

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