Effetto Sora: boom di app contraffate su App Store

Dopo il debutto della nuova app mobile di OpenAI, “Sora”, disponibile inizialmente su invito e in grado di generare video tramite intelligenza artificiale, l’App Store di Apple è stato invaso da app contraffatte. Queste applicazioni si presentavano come “Sora” o “Sora 2”, un riferimento diretto al modello AI appena rilasciato.
Secondo un’analisi condotta dalla piattaforma di intelligence per app Appfigures su richiesta di TechCrunch, dopo il lancio ufficiale dell’app, sono state pubblicate oltre una dozzina di app che utilizzavano il marchio “Sora”. Più della metà di queste includeva esplicitamente “Sora 2” nel nome.
Molte delle app non erano nemmeno nuove: alcune erano già presenti sull’App Store con nomi diversi fin dall’inizio dell’anno o addirittura dall’anno precedente. Questi impostori sono apparsi anche su Google Play e hanno raccolto circa 300.000 installazioni complessive. Di queste, oltre 80.000 sono state registrate dopo il lancio ufficiale dell’app di OpenAI.
Per avere un termine di paragone, OpenAI ha comunicato che la sua app Sora ha raggiunto un milione di download.
Come hanno superato i controlli Apple?
Una delle domande più spinose riguarda come queste app siano riuscite a superare il processo di revisione dell’App Store di Apple. Nonostante l’utilizzo di un nome registrato e ben noto nell’industria tecnologica, molte di queste applicazioni sono riuscite a ottenere una pubblicazione pubblica sullo store.
È stato solo dopo l’intervento di Appfigures e la segnalazione dei media che Apple ha iniziato a rimuovere alcune di queste app. Tuttavia, non tutte sono state eliminate: alcune rimangono ancora oggi attive.
L’app fake più scaricata: “Sora 2 – AI Video Generator”
Tra tutte le app fraudolente, la più scaricata è stata “Sora 2 – AI Video Generator”, un’app che cerca evidentemente di ottimizzare la visibilità nei risultati di ricerca legati al termine “Sora”. Dopo il lancio ufficiale dell’app di OpenAI, questa versione ha superato i 50.000 download.
Un’altra app, “Sora 2 – Video Generator Ai”, ha totalizzato oltre 6.000 download, mentre altre, come “PetReels — Sora for Pets” o “Viral AI Photo Maker: Vi-sora”, sono rimaste marginali, raccogliendo solo qualche centinaio di installazioni.
Un caso clamoroso di frode digitale
Il noto blogger e opinionista Apple, John Gruber, ha definito uno di questi casi la “truffa della settimana su App Store”, sottolineando la gravità della situazione. Queste app non solo sfruttano la notorietà di un marchio senza autorizzazione, ma rischiano anche di ingannare migliaia di utenti, convinti di scaricare un’app ufficiale.
Il fenomeno rappresenta un chiaro esempio di come la combinazione tra hype tecnologico, notorietà del brand e lacune nei sistemi di verifica possa trasformarsi in terreno fertile per operazioni fraudolente.
Un business redditizio… ma temporaneo
Secondo i dati condivisi da Appfigures, le app impostore hanno generato un guadagno complessivo superiore a 160.000 dollari. Un risultato considerevole, considerando la breve durata della loro permanenza sullo store e la natura illecita dell’operazione.
Il modello di guadagno di queste app si basa probabilmente su abbonamenti premium, pubblicità in-app o acquisti interni che attirano l’utente con promesse di funzionalità avanzate di generazione video AI, simili a quelle reali di Sora.
Il silenzio di Apple
TechCrunch ha contattato Apple per ottenere una dichiarazione ufficiale in merito al caso e per sapere se le restanti app contraffatte verranno rimosse. Al momento della pubblicazione, Apple non ha fornito alcun commento.
Il silenzio dell’azienda non ha fatto altro che aumentare la pressione mediatica e le preoccupazioni sulla trasparenza e l’efficacia dei controlli che regolano l’accesso all’App Store, soprattutto in presenza di brand riconosciuti e tecnologicamente sensibili come OpenAI.
Una lezione per l’intero ecosistema
Questo episodio rappresenta un campanello d’allarme non solo per Apple, ma per l’intero ecosistema delle app. Dimostra quanto sia vulnerabile il sistema di distribuzione quando l’interesse di mercato è elevato e i meccanismi di verifica non sono tempestivi o efficaci.
Gli sviluppatori legittimi e le aziende tecnologiche devono affrontare la sfida di proteggere i loro marchi da operazioni predatorie, mentre gli utenti devono prestare particolare attenzione all’origine delle applicazioni che scaricano, specialmente quando si tratta di tecnologie emergenti come l’intelligenza artificiale.
In un’epoca in cui i brand tecnologici possono generare hype globale in poche ore, casi come quello di Sora mostrano quanto sia importante agire rapidamente per tutelare l’utente finale e la reputazione di aziende innovative. Il fenomeno delle app truffaldine su App Store non è nuovo, ma assume un peso ancora maggiore quando colpisce un nome come OpenAI e una tecnologia tanto attesa come Sora.