Nel 2025 l’ecosistema startup italiano mostra segnali contrastanti: cresce il numero di operazioni, ma cala in modo significativo la massa di capitali investiti. In questo scenario la Lombardia si conferma il baricentro nazionale dell’innovazione, concentrando quasi la metà dei round chiusi nel Paese. Secondo il report “Humans SIOS”, presentato a Milano durante SIOS25 Winter, il 47,3% dei deal italiani è stato finalizzato nella regione, pari a 96 operazioni su un totale di 204 round chiusi a livello nazionale.
Più round, meno capitali: i numeri del 2025
Nel complesso, nel 2025 in Italia sono stati investiti 1,1 miliardi di euro in startup, con una flessione del 22% rispetto agli 1,4 miliardi del 2024. Il dato assume particolare rilievo se confrontato con la crescita del numero di round, aumentati del 10,5% su base annua. Una dinamica che evidenzia un mercato più attivo sul piano delle operazioni, ma ancora debole nella capacità di sostenere round di dimensioni rilevanti, soprattutto nella fase di scale-up.
Polarizzazione degli investimenti e peso dei mega-deal
Il mercato appare fortemente polarizzato. Quattro operazioni di grandi dimensioni – tra cui AAVantgarde Bio, Nanophoria, Exein e Hercle – concentrano quasi il 40% della raccolta complessiva annuale. I capitali si indirizzano prevalentemente verso settori considerati più maturi o strategici: fintech, biotech e medtech, HR tech e deeptech, che insieme rappresentano una quota significativa dei round chiusi. Questa concentrazione segnala una maggiore selettività degli investitori e una preferenza per tecnologie ad alta intensità scientifica e industriale.
Il ruolo centrale della Lombardia
La Lombardia emerge come hub dominante non solo per numero di operazioni, ma anche per qualità e tipologia dei progetti finanziati. Milano continua a essere il fulcro dell’innovazione italiana, grazie alla presenza di fondi di venture capital, corporate, acceleratori, università e infrastrutture finanziarie come Borsa Italiana.
La Lombardia assorbe il 47,3% dei deal (96 round), mentre equity crowdfunding crolla a 48 milioni (-9,2%). L’Europa cresce con 33 miliardi nei primi 9 mesi (+7%), ma l’Italia resta marginale senza exit strutturali: solo 23 operazioni nei primi 9 mesi, contro i 177 miliardi USA.
Il confronto con l’Europa e il gap strutturale italiano
Il divario con l’ecosistema europeo resta marcato. Nei primi nove mesi del 2025, le startup europee hanno raccolto circa 33 miliardi di euro, con una crescita del 7%, mentre l’Italia rimane marginale nello scenario continentale.
A trainare l’Europa hub come Regno Unito (14,4 miliardi), Germania (7,4 miliardi), Francia (6,1 miliardi), Svezia (2,5 miliardi), Finlandia (2,3 miliardi) e Spagna (2 miliardi), che generano round da record come IQM (300 milioni) o Tekever (500 milioni), e fondi da capogiro come Cathay Innovation (1 miliardo). Eppure, persino lì barriere come borse frammentate e exit scarsi (M&A/IPO) frenano il decollo; Atomico invoca un “One Listing, One Capital Market” per unificare le IPO e trattenere il talento in casa.
Il numero di exit continua a rappresentare un collo di bottiglia strutturale: solo 23 operazioni nei primi nove mesi dell’anno, a fronte di un mercato statunitense che viaggia su volumi incomparabilmente superiori. La mancanza di exit limita il reinvestimento dei capitali e rallenta la maturazione dell’intero ecosistema.
La sfida della scala e l’appello a “fare sistema”
Dal palco di SIOS25 Winter è emerso un messaggio chiaro: senza un rafforzamento strutturale dell’ecosistema, il rischio è quello di uno stallo competitivo. Servono politiche industriali più incisive, maggiore integrazione tra pubblico e privato e una strategia condivisa per accompagnare le startup italiane oltre la fase iniziale. L’Europa, pur con le sue criticità, sta costruendo un mercato sempre più solido; per non restare indietro, l’Italia e la Lombardia in particolare sono chiamate a trasformare la leadership numerica in capacità di generare campioni globali dell’innovazione.
