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Creative AI, la startup che raccoglie dati per chatbot e sistemi di riconoscimento

Diego Cresceri, 41 anni, ha sempre lavorato nel campo delle traduzioni.  Dopo un’esperienza come dipendente prima e socio poi, in una agenzia di Genova, a novembre 2016 fonda la sua prima azienda, Creative Words. Creative Words offre servizi linguistici a clienti italiani e internazionali, tra cui localizzazione di siti web e software, trascreation e machine …

Diego Cresceri, 41 anni, ha sempre lavorato nel campo delle traduzioni.  Dopo un’esperienza come dipendente prima e socio poi, in una agenzia di Genova, a novembre 2016 fonda la sua prima azienda, Creative Words.

Creative Words offre servizi linguistici a clienti italiani e internazionali, tra cui localizzazione di siti web e software, trascreation e machine translation. L’azienda ha sede a Genova e conta oggi 15 collaboratori, oltre a una rete di centinaia di traduttori freelance in tutto il mondo.

Pur avendo una formazione umanistica, da sempre Diego è appassionato di tutto ciò che è innovazione e tecnologia, e proprio innovazione e tecnologia sono i due pilastri su cui si basa Creative Words.

Diego, come arriviamo alle startup Creative AI?

A un certo punto della mia vita, ho iniziato a interessarmi al mondo delle startup, affascinato inizialmente dall’immagine, un po’ cliché, di un gruppo di giovani che si mettono insieme per realizzare qualcosa di importante, di innovativo. Insomma, la classica startup nata in un garage, che cresce fino a diventare una grande realtà, una vera e propria azienda.

Anche se giovane più non ero, ho iniziato a consultare diversi materiali online e a leggere libri sul tema startup, appassionandomi sempre di più a questo mondo.  L’idea di fondare Creative AI come startup innovativa è arrivata a marzo 2021 ed è diventata realtà dopo solo un mese.

Di cosa si occupa Creative AI?

Il fondamento dell’Intelligenza Artificiale sono i dati. Gli esseri umani imparano dall’esperienza, le macchine imparano invece dai dati. Il Machine Learning, la visione artificiale e il riconoscimento vocale dipendono tutte da grandi quantità di dati. Questi sistemi si sviluppano alimentando gli algoritmi con esempi di dati (testi, immagini, video) e permettendo così alla macchina di costruire un modello per comprendere i vari contesti

Creative AI si occupa di fornire dati di qualità per sistemi di intelligenza artificiale, quali ad esempio chatbot voice bot, sistemi di riconoscimento vocale e facciale e sistemi di guida autonoma. I dati vengono raccolti secondo le specifiche del cliente relativamente, ad esempio, a caratteristiche demografiche, quali età, razza, livello di istruzione, sesso e Paese.

Si tratta, bisogna dirlo, di servizi che Creative Words ha offerto fin dalla sua nascita.

Perché, dunque, creare una startup?

Due sono i motivi principali per cui ho scelto questa strada.  In primis, volevo provare un modo diverso di fare impresa, più agile e scalabile. Inoltre, quello della startup innovativa mi sembrava il modello ideale per sviluppare ulteriormente la mia idea, in quanto offriva alcuni vantaggi dal punto di vista fiscale, nonché la possibilità di accedere a bandi e finanziamenti agevolati.

Naturalmente Creative AI nasce per risolvere un problema, anzi un paio. Primo, raccogliere grandi quantità di dati richiede la ricerca, l’onboarding e la gestione di un numero elevatissimo di “contributor” su scala globale, ovvero delle persone che si occupano di raccogliere quei dati. Secondo, per questioni di profittabilità, tutta la gestione dei dati deve necessariamente essere automatizzata, dalla raccolta alla consegna al cliente, il che richiede una solida infrastruttura tecnologica.

Creative AI, oltre alla raccolta di dati per clienti a livello internazionale con un approccio human-in-the-loop, sta sviluppando l’infrastruttura tecnologica end-to-end necessaria per gestire il flusso dei dati e le persone.

Come prima cosa ci siamo concentrati sullo sviluppo di un’app mobile che sarà presto disponibile sui vari app store, un backend per la gestione dei progetti e dei pagamenti ai contributor e varie automazioni per la gestione dei dati.

Come è composto il team di Creative AI?

Il team di Creative AI al momento è formato dai tre soci fondatori: il sottoscritto, un ingegnere che si occupa di Ricerca e Sviluppo, e un commercialista che ha l’incarico di CFO. Ma il nostro obiettivo è quello di espandere il team prima possibile, con l’assunzione di un Operations Manager e un responsabile Marketing nel corso del 2022.

Quali sono i problemi e sfide che Creative AI sta affrontando?

Come ogni startup che si rispetti, pur avendo già concluso progetti per vari clienti, il nostro problema principale sono le risorse finanziarie. Fino ad ora ci siano auto-sostenuti, ma stiamo valutando varie ipotesi per raccogliere capitali e/o finanziamenti, incluso il circuito bancario.

Un altro problema è rappresentato dalla recente normativa in tema di ritenuta d’acconto, che pone in essere una notevole complessificazione rispetto alla possibilità di collaborare con i nostri esperti contributor a livello globale. Per questo motivo stiamo già valutando modi più creativi per compensare il lavoro dei nostri contributor, come ad esempio l’utilizzo di voucher e buoni.

Quali sono i prossimi passi?

Nei prossimi mesi avvieremo un percorso di pseudo-incubazione con Digital Tree, incubatore con sede a Genova, con l’obiettivo di strutturarci meglio, accelerare la crescita e diventare più appetibili al mercato degli investitori.

Nel frattempo, stiamo procedendo con lo sviluppo della nostra tecnologia per renderla più solida, in modo da poterla proporre ad altre realtà su scala globale con la formula SaaS.

Infine, stiamo continuando ad espandere la nostra community di contributor, perché la nostra vera forza, in fondo, sono e resteranno sempre le persone.

Per info: https://creative-ai.tech/

 

Giornalista hi-tech e formatore. Dopo la laurea con tesi sulle relazioni on-line nel 2001, ha lavorato per una dozzina d'anni nel settore dell’editoria informatica (Computer Idea, Il Mio Computer e altri). Ha scritto 16 tra saggi e manuali su Internet, PC, smartphone e social (su tutti Facebook e LinkedIn) ed è direttore della collana "Fai da tech" di Ledizioni. Attualmente si occupa di formazione sui temi del digitale. Sito Web: www.gianluigibonanomi.com

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