Revolut guarda alla Cina: l’espansione più ambiziosa del fintech europeo

Revolut, la fintech britannica da tempo leader in Europa, ha messo gli occhi sulla Cina. Un obiettivo ambizioso e strategicamente delicato, che segnerebbe un’evoluzione importante nel percorso dell’azienda verso la trasformazione in una superapp finanziaria globale. Secondo un pitch deck condiviso con investitori nel contesto di una vendita secondaria di azioni nel 2023, e visionato da Sifted, l’azienda stava esplorando opzioni di “assunzioni, licenze e analisi del mercato” per entrare nel colosso asiatico.
Si tratterebbe di un’espansione che porterebbe Revolut a competere direttamente con due dei player più forti del mercato cinese: Alipay e WeChat, superapp che vantano miliardi di utenti e un controllo pressoché totale del panorama fintech nazionale.
Obiettivo Asia: Cina ma non solo
L’espansione potenziale in Cina non è l’unica direzione esplorata dalla società. Sempre secondo Sifted, Revolut ha considerato opportunità simili in diversi Paesi del Medio Oriente e dell’Asia, tra cui Arabia Saudita, Kuwait, Indonesia e Turchia. Tutte aree ad alto potenziale di crescita, dove la penetrazione dei servizi finanziari digitali è in aumento e la regolamentazione appare più favorevole rispetto all’Europa.
In particolare, il documento condiviso con gli investitori definisce l’ambiente normativo dell’area Asia-Pacifico (APAC) come “neutrale” e quello del Medio Oriente e Nord Africa (MENA) come “amichevole”. Al contrario, i regolatori dello Spazio Economico Europeo e del Regno Unito vengono descritti come “aggressivi”, riflettendo probabilmente le difficoltà affrontate da Revolut nell’ottenere autorizzazioni.
Una licenza, tre anni di attesa
Il rapporto complicato con le autorità di regolamentazione europee è ben noto. Revolut ha ottenuto la licenza bancaria nel Regno Unito solo lo scorso anno, dopo un iter durato tre anni e segnato da continui ritardi, revisione dei conti e interrogativi sulla struttura interna dell’azienda. Tuttavia, anche dopo l’approvazione, Revolut si trova ancora in fase di “mobilitazione”, il che limita le funzionalità bancarie che può offrire.
Questo potrebbe spiegare il crescente interesse dell’azienda per mercati meno restrittivi, dove sia più semplice avviare nuove operazioni e testare prodotti innovativi.
Il sogno della superapp
Fondata nel 2015 a Londra, Revolut ha registrato una crescita vertiginosa negli ultimi anni. Con oltre 50 milioni di utenti in più di 40 Paesi e licenze operative in varie giurisdizioni, l’obiettivo dichiarato è trasformarsi nella prima superapp finanziaria globale.
In questa visione, l’espansione in Cina rappresenterebbe un passaggio cruciale ma anche estremamente complesso. Il Paese non solo ha un proprio ecosistema fintech già consolidato, ma è anche noto per il rigido controllo del governo su internet e l’ingresso delle aziende straniere.
Le sfide del mercato cinese
L’ingresso nel mercato cinese non è per tutti. Il Paese applica da anni il cosiddetto “Great Firewall”, un sistema di censura e controllo che vieta molte app occidentali come WhatsApp, Facebook e Instagram. Operare all’interno di questo sistema richiederebbe a Revolut di adattare profondamente i suoi servizi e di trovare partner locali forti.
Una prima mossa in questa direzione sembra essere già stata fatta. All’inizio del mese, Revolut ha annunciato una partnership con Ant International, una sussidiaria di Ant Group (la holding di Alipay), per consentire ai suoi utenti di inviare denaro in Cina. Sebbene non sia ancora chiaro se questa collaborazione sia un primo passo verso un ingresso più deciso, rappresenta senza dubbio un avvicinamento tattico a uno degli attori dominanti del mercato.
IPO in vista: attrarre capitali con lo sguardo a Est
Tutte queste manovre si inseriscono nel contesto della preparazione alla tanto attesa IPO di Revolut. La società ha ormai da tempo lasciato intendere di voler sbarcare in borsa, e le ultime mosse strategiche – ampliamento dell’offerta, espansione internazionale, partnership globali – sembrano orientate a rafforzare la propria posizione agli occhi degli investitori.
L’obiettivo dichiarato è raddoppiare la base utenti, passando da 50 a circa 100 milioni entro la fine del 2026. Per farlo, sarà necessario entrare in nuovi mercati con potenziale elevato – e la Cina, con la sua popolazione di oltre 1,4 miliardi di persone e una crescente domanda di servizi finanziari digitali, rappresenta un’occasione che fa gola.
Concorrenza interna: tra ambizione e realismo
Tuttavia, entrare in un mercato non significa automaticamente conquistarne una fetta. WeChat e Alipay non sono solo app di pagamento: offrono un intero ecosistema di servizi finanziari, di messaggistica, e-commerce, assicurazioni e altro ancora. Sono profondamente integrate nella vita quotidiana dei cittadini cinesi e supportate da reti di partnership e regolamentazioni favorevoli.
Per Revolut, il rischio è quello di apparire come un outsider difficile da adattare al contesto culturale e tecnologico locale. Senza un forte radicamento o un’alleanza strategica strutturata – come una joint venture – il confronto diretto potrebbe risultare più simbolico che effettivo.
La posizione ufficiale
Alla richiesta di commenti da parte di Sifted, Revolut ha preferito non rilasciare dichiarazioni. Un silenzio che potrebbe indicare la delicatezza delle trattative in corso o semplicemente il desiderio di mantenere riservati i propri piani fino a quando non saranno definitivi.
L’approccio di Revolut ai mercati esteri si conferma comunque coerente con una strategia di espansione graduale, ma ambiziosa. Dalla crescita in America Latina agli esperimenti in Asia, l’azienda dimostra una chiara volontà di posizionarsi come player globale.
Il caso cinese, tuttavia, sarà la vera cartina di tornasole. Se riuscirà a ritagliarsi anche una minima quota in un mercato così competitivo, potrà legittimare la propria aspirazione a diventare una superapp globale, e non solo europea.