Space Tech e Defence Tech: la nuova corsa agli investimenti in startup

Negli ultimi anni, l’interesse del venture capital europeo per il settore della difesa ha raggiunto un nuovo traguardo: lo spazio. A trainarlo è la crescente convergenza tra tecnologie spaziali, intelligenza artificiale e applicazioni militari, che sta spingendo un numero sempre maggiore di startup a riposizionarsi verso il comparto della difesa.
“Direi che la stragrande maggioranza si sta riposizionando verso il mercato della difesa,” afferma Mark Boggett, CEO di Seraphim Space, fondo VC con sede a Londra focalizzato sulle tecnologie spaziali. “È questo che i VC e gli investitori vogliono sostenere.”
Spazio, AI e difesa: il nuovo triangolo dell’innovazione
Per Boggett, l’AI e la difesa rappresentano le due grandi direttrici d’investimento del prossimo decennio. “La maggior parte delle persone ha già fatto le proprie scommesse sull’AI,” osserva. Ma la difesa, sottolinea, “è un’area completamente nuova in cui storicamente pochi hanno investito, e che stanno imparando a conoscere ora.”
In questo scenario, le tecnologie spaziali — in particolare quelle legate ai dati satellitari — giocano un ruolo centrale per molte applicazioni belliche. Ed è proprio qui che lo spazio assume un ruolo strategico.
Dual use: la chiave del successo per lo space tech
Una delle caratteristiche che rende oggi lo spazio particolarmente attraente per gli investitori è il suo essere “a metà tra AI e difesa”, spiega Boggett. Rientrando nella categoria delle tecnologie dual use, le soluzioni spaziali possono essere utilizzate sia in ambito commerciale che militare.
“Questo le rende molto interessanti per gli investitori, perché si può giocare sul fronte della difesa, ma c’è anche l’angolo commerciale,” sottolinea Boggett. Un’opportunità rafforzata dai giganteschi budget destinati alla difesa — nell’ordine dei trilioni di dollari — sia negli Stati Uniti che in Paesi europei come la Germania. “Tutti si chiedono: ‘come possiamo accedervi?’”, dice Boggett.
I casi Iceye e All.Space: lo spazio al servizio del campo di battaglia
Seraphim Space non è rimasta a guardare. Tra le startup spaziali su cui ha investito e che si stanno muovendo in ambito difesa ci sono Iceye, con sede in Finlandia, e la britannica All.Space.
Iceye utilizza satelliti radar per raccogliere immagini in tempo reale e 24/7 della superficie terrestre, e ha recentemente avviato una joint venture con Rheinmetall, colosso tedesco della difesa. All.Space, invece, sviluppa terminali per la comunicazione con satelliti in orbita, essenziali per le comunicazioni militari su terra, mare e aria.
Tuttavia, l’ingresso nel mercato della difesa non è immediato. “Serve un team commerciale specializzato, servono persone con autorizzazioni di sicurezza,” chiarisce Boggett. “Non puoi passare da un mercato come quello assicurativo a quello della difesa da un giorno all’altro: richiede investimenti, un periodo di transizione, e la maggior parte delle aziende con cui parliamo è esattamente in questa fase.”
Un mercato in transizione: i contratti pubblici tardano ad arrivare
Secondo Boggett, anche se alcuni dei primi contratti governativi legati allo spazio stanno iniziando ad essere distribuiti, la maggior parte non è ancora stata assegnata. Questo perché il mercato è ancora in larga parte in fase early stage, e l’interazione con i meccanismi di procurement pubblici richiede tempo.
“Una parte significativa del mercato è in una fase iniziale, quindi ci vorrà più tempo per entrare nei processi di procurement,” afferma.
Un’ondata di nuovi fondi VC in arrivo
La difesa non sta solo attirando startup: anche i gestori di fondi stanno ricalibrando le proprie strategie. Boggett prevede che sempre più fondi VC investiranno in startup spaziali, cavalcando l’onda del rinnovato interesse per la difesa.
“La cosa numero uno per il fundraising dei GP oggi sembra essere la creazione di fondi legati alla difesa. È lì che si sta dirigendo il fundraising degli LP,” sottolinea.
Secondo le sue stime, “potremmo vedere il numero di fondi che investono nello spazio raddoppiare o triplicare, con molti di questi orientati alla difesa e naturalmente propensi a cercare deal nel settore spaziale.”
Perché ora? Le condizioni favorevoli
Il momento è propizio per varie ragioni:
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Interesse politico e strategico: i governi europei stanno aumentando i budget per la difesa, alla luce della crescente instabilità geopolitica.
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Integrazione tecnologica: lo spazio è diventato un asset critico per attività militari moderne come sorveglianza, comunicazione e navigazione.
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Adattabilità del modello di business: le tecnologie dual use permettono di servire sia clienti istituzionali che commerciali, rendendo le startup più resilienti.
Le sfide da affrontare
Nonostante le opportunità, il passaggio al mercato della difesa comporta numerose sfide:
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Compliance e autorizzazioni: accedere a progetti militari richiede certificazioni complesse e lunghi processi di approvazione.
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Tempi di vendita lunghi: la burocrazia degli appalti pubblici è spesso lenta e poco flessibile, soprattutto per startup abituate a cicli rapidi.
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Capacità organizzative: vendere alla difesa richiede team dedicati e una profonda comprensione delle dinamiche istituzionali.
Lo spazio è il nuovo terreno di gioco della difesa
Lo spazio si sta affermando come la nuova frontiera per l’innovazione difensiva. La possibilità di unire applicazioni civili e militari, insieme a budget pubblici in espansione e alla crescente attenzione del venture capital, sta creando un ecosistema fertile per nuove startup ad alta intensità tecnologica.
Tuttavia, il passaggio al mondo della difesa non è semplice e richiede tempo, risorse e competenze specifiche. Le startup che sapranno navigare questa transizione saranno quelle meglio posizionate per diventare i futuri leader di un settore destinato a rimanere centrale per l’Europa del prossimo decennio.
Fonte: Sifted