Venture capital in Italia: nel secondo trimestre investiti 227 milioni di euro in 104 round

Nel secondo trimestre del 2025, in Italia sono stati investiti complessivamente 227 milioni di euro in 104 round di venture capital. Di questi, 12 sono stati round di Serie A e 2 di Serie B. È questa la fotografia aggiornata scattata dall’Osservatorio sul Venture Capital in Italia, lo strumento di monitoraggio trimestrale sviluppato da Growth Capital, banca d’investimento specializzata nel tech e nell’ecosistema startup, in collaborazione con Italian Tech Alliance, l’associazione che rappresenta investitori in innovazione, startup e PMI innovative.
Questo dato conferma che, pur in un quadro macroeconomico ancora complesso, il venture capital in Italia mantiene un trend di investimento attivo, con volumi in linea con le medie semestrali registrate negli ultimi tre anni, escludendo i mega round. In particolare, l’analisi evidenzia una continuità sia nel numero dei round chiusi che nell’ammontare complessivo raccolto.
I settori più attivi: Smart City e Life Science
Nel secondo trimestre il settore Smart City è quello che ha registrato il maggior numero di round (20), seguito da Fintech con 16 e da Life Sciences con 15 round. Smart City è in testa alla classifica anche nel primo semestre del 2025 (32 round), seguita da Software (29) e Life Science (27). In termini di ammontare investito, i primi tre settori rimangono invariati: in testa Life Science con investimenti per 49 milioni, seguito da Fintech con 42 e da Smart City con 40. Tuttavia, la distribuzione evidenzia un divario significativo, con investimenti più contenuti negli altri settori. Nel primo semestre del 2025, il settore Life Sciences guida con un divario ancora più marcato rispetto agli altri settori, evidenziando uno spostamento verso industrie più capital-intensive.
Il round più rilevante: Jet HR
Tra i 104 round registrati nel trimestre, il più consistente per importo è stato quello di Jet HR, startup attiva nel settore delle risorse umane, che ha chiuso un finanziamento pari a 25 milioni di euro. Analizzando i top 5 deal del Q2-2025, dopo Jet HR (25 milioni, Serie A), troviamo Iama Therapeutics (15 milioni, Serie A) e Blubrake (12 milioni, Serie B). Quarta posizione per Sibill (12 milioni, Serie A) e quinta per Moneyfarm (11,8 milioni, Bridge).
Nove exit nel trimestre: segnali di maturità
Il trimestre ha visto anche la realizzazione di 9 operazioni di exit, a conferma di un ecosistema che non solo continua a generare nuove iniziative ma inizia anche a consolidare percorsi di valorizzazione. Le exit, pur non specificate in termini di modalità (acquisizioni, fusioni, IPO), rappresentano un indicatore chiave di maturità del mercato, contribuendo a generare ritorni per investitori e fondatori e a stimolare un effetto domino positivo su nuovi cicli di investimento.
Un mercato che tiene la posizione
Nonostante un contesto macroeconomico ancora incerto, sia a livello globale che nazionale, i dati dell’Osservatorio indicano che il venture capital in Italia ha mostrato una buona tenuta, con numeri coerenti con il trend degli ultimi anni. In particolare, considerando l’intero primo semestre 2025, sia il numero di round chiusi sia il totale raccolto risultano in linea con la media semestrale degli ultimi tre anni, a condizione di escludere i mega round, ossia quelle operazioni eccezionali che da sole possono alterare la percezione generale del mercato.
Questa stabilità, in un periodo in cui altri ecosistemi europei mostrano segnali di rallentamento, rappresenta un segnale positivo per la competitività dell’ecosistema italiano dell’innovazione.
Francesco Cerruti, Direttore Generale di Italian Tech Alliance, ha sottolineato il valore della resilienza dimostrata dal mercato:
“Nel secondo trimestre dell’anno l’ecosistema ha dato prova di una buona tenuta, confermando la solidità del nostro comparto. Ora è fondamentale continuare a sostenere le nostre startup affinché possano crescere e consolidarsi anche a livello internazionale.”
Un messaggio chiaro che ribadisce quanto il venture capital debba oggi rappresentare non solo uno strumento di finanziamento, ma una leva per la crescita strutturale e globale delle imprese innovative italiane.
Anche Fabio Mondini de Focatiis, Founding Partner di Growth Capital, ha offerto una lettura strategica del momento:
“In un contesto macroeconomico ancora incerto, i numeri del secondo trimestre ci parlano di un mercato che ha trovato un proprio equilibrio, caratterizzato da investimenti mirati e selettivi e da una crescente attenzione alla qualità dei progetti.”
Mondini evidenzia un passaggio chiave: il venture capital in Italia non sta solo resistendo al clima globale di rallentamento, ma sta anche affinando i propri strumenti di valutazione, puntando su iniziative ad alta qualità e forte potenziale di scalabilità.
Un ecosistema in evoluzione
Il secondo trimestre 2025 si chiude con una fotografia incoraggiante per il venture capital italiano. I 227 milioni investiti in 104 round, con un numero significativo di operazioni early stage, confermano che il Paese continua a generare nuova imprenditoria tecnologica, nonostante lo scenario internazionale resti incerto.
Se da un lato non si registrano mega round o operazioni fuori scala, dall’altro emerge un sistema più maturo, consapevole, selettivo. La crescita di settori come Smart City e Life Science dimostra la capacità dell’Italia di individuare aree strategiche su cui costruire valore.
Le 9 exit completano il quadro di un trimestre solido, nel quale si è registrata una buona circolazione di capitali, una partecipazione attiva degli investitori e la validazione di percorsi imprenditoriali attraverso operazioni di disinvestimento.