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15 milioni a Iota Bioscences per sviluppare micro sensori da integrare nel corpo umano

I sensori indossabili come smartwatch o braccialetti elettronici sono perfetti per tenere sotto controllo i passi, il battito cardiaco e altri valori come l’ossigenazione del sangue. Per tracciare però altri parametri più importanti come l’attività muscolare oppure quella nervosa, questi sensori devono essere inseriti all’interno del corpo. I primi esperimenti con sensori iniettabili sono stati …

I sensori indossabili come smartwatch o braccialetti elettronici sono perfetti per tenere sotto controllo i passi, il battito cardiaco e altri valori come l’ossigenazione del sangue. Per tracciare però altri parametri più importanti come l’attività muscolare oppure quella nervosa, questi sensori devono essere inseriti all’interno del corpo. I primi esperimenti con sensori iniettabili sono stati effettuati già da diversi anni, ma il problema dell’autonomia li rendeva inutilizzabili già dopo qualche settimana. Una startup americana fondata da ricercatori di Berkeley, Iota Bioscences, sta ora sviluppando nuovi sensori in grado di funzionare a tempo indefinito grazie a un nuovo sistema di ricarica innovativo: gli ultrasuoni.

Nuovi sensori in grado di funzionare a tempo indefinito grazie a un nuovo sistema di ricarica innovativo: gli ultrasuoni.

Le dimensioni di questi sensori sono paragonabili a quelle di un granello di riso e integrano un cristallo piezoelettrico in grado di trasformare gli ultrasuoni in elettricità. All’interno del sensore vi è un microscopico chip mentre all’esterno vi sono dei microelettrodi. In realtà gli ultrasuoni sono già utilizzati da molti anni per ecografie e indagini strumentali, ma fino ad oggi nessuno aveva ancora pensato di utilizzarli per fornire energia a dispositivi microscopici. Questa energia è indispensabile per la connessione wireless che permette di trasmettere i dati a dispositivi esterni.
Gli ultrasuoni hanno una lunghezza d’onda di pochi micron (milionesimi di metri) e quindi anche l’antenna ricevente può essere microscopica.
Che si tratti di un’idea particolarmente interessante lo dimostrano i 15 milioni di dollari raccolti dalla startup che ha da poco iniziato la lunga trafila necessaria per ottenere l’autorizzazione dalla FDA. La speranza è quella di ottenere i permessi necessari entro il 2020.

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