Tech Exit primo semestre 2025: M&A miliardari, IPO in calo e la corsa all’AI

Il mercato delle exit tecnologiche nella prima metà del 2025 mostra un quadro complesso: IPO ancora deboli, M&A trainato da mega-deal e un nuovo modello di “reverse acqui-hire” che sta trasformando le regole del gioco. È quanto emerge dal CB Insights State of Tech Exits Report H1 2025, che fotografa i trend globali delle exit e il ruolo crescente dell’intelligenza artificiale.
IPO: il mercato resta depresso
Durante il primo semestre 2025 solo 122 aziende tech sono approdate in Borsa, in linea con i numeri del 2024. L’ammontare raccolto è stato pari a 11,1 miliardi di dollari, un livello molto lontano dai picchi del 2021, quando si erano toccati 136,6 miliardi.
Il report evidenzia che le aziende tech attendono in media 16 anni prima dell’IPO, contro i 12 anni registrati nel 2015. Questo fenomeno riflette la disponibilità di capitali privati: oltre 2.000 miliardi di dollari di equity raccolti dalle società private, il 90% dei quali solo nell’ultimo decennio.
Segnali positivi arrivano però da casi recenti come le IPO di Figma e Bullish, che secondo CB Insights “potrebbero dare segnali di ripresa”, indicando una possibile accelerazione nella seconda metà dell’anno.
M&A: meno volumi, più valore
Il mercato delle fusioni e acquisizioni tech ha registrato oltre 4.000 operazioni nella prima metà del 2025, con un valore aggregato di 434 miliardi di dollari, in crescita rispetto ai 403 miliardi del 2024.
L’elemento distintivo è il peso dei mega-deal da oltre 100 milioni di dollari, che stanno guidando il mercato. Tra le acquisizioni più rilevanti:
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l’acquisto di xAI per 45 miliardi di dollari,
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l’operazione su Spectrum da 34,5 miliardi,
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e l’acquisizione di una controllata di Alphabet da 32 miliardi.
Secondo il report, “il 2025 si sta delineando come un anno record in termini di valore delle operazioni di M&A, nonostante i volumi stabili”.
AI protagonista assoluta
L’intelligenza artificiale è la grande protagonista del mercato. Le aziende AI vengono acquisite più rapidamente e a valutazioni significativamente superiori rispetto alle altre. Nel 2025, la mediana delle valutazioni per le società AI è stata di 121 milioni di dollari, contro i 35 milioni delle aziende tech nel complesso.
La quota di M&A legata all’AI è quasi raddoppiata dal 2021, raggiungendo il 7,5% del totale. Nel solo Q2 2025 si sono registrate quasi 200 acquisizioni AI, un record assoluto.
Non solo: gli Stati Uniti hanno catturato quasi il 60% delle operazioni AI, consolidando la loro leadership globale.
Reverse acqui-hire: il nuovo modello di exit
Uno dei trend più innovativi segnalati dal report è l’emergere dei reverse acqui-hire. In un contesto di forte competizione per il talento AI e crescente pressione regolatoria, le big tech stanno sempre più spesso acquisendo i team delle startup, senza comprare integralmente la società, ma pagando per licenziare la tecnologia.
Alcuni esempi riportati:
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Google ha acquisito il team e la tecnologia della startup Windsurf per 2,4 miliardi di dollari, integrandolo in DeepMind.
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Amazon ha assorbito i fondatori e parte del team di Covariant, pagando circa 440 milioni per una licenza non esclusiva sui modelli di robotica.
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Microsoft ha incorporato il team di Inflection AI e licenziato la sua tecnologia con un esborso di 650 milioni.
Questa strategia, nota come reverse acqui-hire, “sta guadagnando slancio tra le big tech” e potrebbe ridefinire il concetto stesso di exit per le startup AI.
Cresce il mercato secondario
Un altro segnale importante arriva dalle operazioni sul mercato secondario. Per il settimo trimestre consecutivo si registra una crescita anno su anno, con gli sconti medi sulle valutazioni ridotti al 13%.
Le azioni di aziende non quotate come SpaceX, OpenAI, Perplexity e Databricks sono tra le più richieste dagli investitori privati. L’AI domina nettamente le preferenze, mentre il SaaS perde terreno e le criptovalute stanno tornando in auge.
Lezioni per startup e investitori
Dalla fotografia di CB Insights emergono tre indicazioni chiave per il mondo delle startup:
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Restare privati è più facile (e più redditizio) grazie a una disponibilità senza precedenti di capitali privati.
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Le exit tradizionali cambiano forma: M&A miliardari e reverse acqui-hire stanno diventando la via principale.
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L’AI è il driver centrale: dalle valutazioni agli acquisti strategici, l’intelligenza artificiale è oggi la forza che muove il mercato.
Il futuro delle exit tech sarà probabilmente meno legato ai debutti in Borsa e più a operazioni ibride, in cui le big tech acquisiscono competenze e tecnologie critiche senza rilevare interamente le startup.