Diventare youtuber: così i creator si trasformano in imprenditori di successo

Un tempo “diventare YouTuber” significava soprattutto riuscire a monetizzare video con un buon numero di visualizzazioni e qualche sponsorizzazione. Bastava trovare una nicchia, caricare contenuti con costanza, costruire un pubblico e… aspettare che arrivassero gli annunci pubblicitari o le collaborazioni con i brand.
Oggi però, tutto questo non basta più.
YouTube è sì una piattaforma potente – basti pensare che, nel 2024, il suo ecosistema ha contribuito per oltre 55 miliardi di dollari al PIL degli Stati Uniti – ma non è più considerata una fonte di reddito stabile. Gli algoritmi cambiano, le policy si aggiornano senza preavviso, e per molti creator questo si traduce in incertezza.
E allora, che fare? La risposta l’hanno già trovata i creator più lungimiranti: non accontentarsi di essere “solo” YouTuber, ma diventare imprenditori.
MrBeast: non un creator, ma una holding
Parlare di MrBeast – all’anagrafe Jimmy Donaldson – è quasi riduttivo. Con 442 milioni di iscritti, è uno dei nomi più potenti dell’intero ecosistema digitale, ma il suo vero successo è arrivato fuori da YouTube.
Tutto è cominciato con un semplice store di merchandising. Poi è arrivata Feastables, la sua linea di snack, che nel giro di 72 ore ha venduto più di un milione di barrette di cioccolato, incassando oltre 10 milioni di dollari. Nel 2024, Feastables ha superato i 250 milioni di fatturato, con oltre 20 milioni di profitto netto.
Un paradosso: mentre il suo business su YouTube e la serie “Beast Games” su Prime Video perdevano 80 milioni di dollari, le barrette facevano guadagnare. Un chiaro segnale che, oggi, la vera stabilità è fuori dagli algoritmi.
E lui non si è fermato. Ha lanciato Lunchly con Logan Paul e KSI, una linea di giocattoli (MrBeast Lab), un fast food (MrBeast Burger), una piattaforma di analytics (Viewstats) e persino una app bancaria in fase di sviluppo. Addirittura ha provato a entrare nel capitale di TikTok USA.
Emma Chamberlain e la rinascita del caffè
Emma Chamberlain è l’altra faccia della creator economy. Nata come teen vlogger nel 2016, è riuscita a reinventarsi con un brand che oggi è tra i più interessanti nel mercato beverage: Chamberlain Coffee.
Non solo ha costruito un’identità di marca coerente e raffinata, ma ha anche fatto il salto nel retail fisico, aprendo il primo punto vendita a gennaio 2024 dopo essere approdata sugli scaffali di Walmart e Target.
Nel 2023, il brand ha incassato 20 milioni di dollari. E secondo Business Insider, entro il 2025 supererà quota 33 milioni, con l’obiettivo di diventare redditizio nel 2026.
Emma non è più solo una ragazza con una videocamera. È una CEO.
Logan Paul: più energia che polemiche
Logan Paul è un altro esempio di come diventare YouTuber possa essere solo il punto di partenza. Dopo anni di controversie e un’immagine pubblica complicata, ha virato verso il business – e ha colpito nel segno.
Nel 2022 ha lanciato con KSI il marchio Prime, una bevanda energetica che ha superato 1,2 miliardi di dollari in vendite nel 2023. Ma non tutto è oro: tra critiche per l’alto contenuto di caffeina, battaglie legali e un calo del 70% delle vendite nel Regno Unito, il 2024 è stato più complesso.
Eppure, con Prime, Maverick Apparel (30-40 milioni di dollari di vendite nel 2020) e altri progetti, Paul ha costruito un business che va ben oltre le visualizzazioni.
Anche suo fratello Jake si muove sullo stesso fronte, tra investimenti (Anti Fund), startup tech e scommesse mobili (Betr).
Ryan’s World: il bambino da 250 milioni
Poi c’è Ryan Kaji. Ha 13 anni. Il suo canale, Ryan’s World, nato con semplici video di unboxing, ha costruito un vero e proprio impero.
Nel 2020 i suoi prodotti – giochi e abbigliamento venduti nei supermercati di tutto il mondo – hanno generato oltre 250 milioni di dollari. A questi si aggiungono una serie animata, un’app educativa e collaborazioni con brand globali.
Ryan non è solo un bambino famoso su YouTube: è la mascotte di un ecosistema commerciale da centinaia di milioni.
E gli altri? Beauty, cucina e nerd culture
Rosanna Pansino, con i suoi dolci a tema nerd, ha lanciato libri e una linea di utensili da cucina.
Michelle Phan ha costruito Ipsy e EM Cosmetics, diventando pioniera del beauty su YouTube.
Huda Kattan ha creato Huda Beauty e, nel 2024, ha riacquistato le quote del suo brand da un fondo per riaverne il controllo.
Tutti casi in cui essere YouTuber è stato il trampolino, non il traguardo.
Cosa ci insegnano queste storie?
Diventare YouTuber oggi può ancora essere un obiettivo valido. Ma se l’ambizione è costruire qualcosa di solido, serve andare oltre.
Chi riesce davvero a fare la differenza:
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Crea un brand forte e indipendente
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Diversifica i canali di guadagno
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Pensa come un imprenditore, non solo come un creator
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Investe in asset che vivono oltre la piattaforma
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Costruisce community, non solo pubblico
In altre parole, non basta più pubblicare contenuti. Serve una visione.
Diventare YouTuber nel 2025: istruzioni per il futuro
YouTube resta un ottimo punto di partenza. È gratuito, accessibile e meritocratico. Ma oggi è anche un laboratorio di sperimentazione imprenditoriale.
Chi vuole intraprendere questa strada deve chiedersi: sono pronto a diventare imprenditore tanto quanto voglio diventare YouTuber?
Perché il vero successo, quello che resiste al tempo e agli algoritmi, si costruisce fuori dai video, con visione, strategia e coraggio.
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