La nuova disciplina sui crediti deteriorati ridisegna il mercato: concessa la prima autorizzazione della Banca d’Italia

Il settore della gestione dei crediti deteriorati entra in una nuova fase. Con il Decreto Legislativo n. 116/2024 – attuativo della Direttiva (UE) 2021/2167 – il legislatore italiano ha introdotto un quadro normativo completamente rinnovato che segna una cesura rispetto al passato e istituisce la figura del Gestore di crediti in sofferenza, ora sottoposto a regole stringenti e vigilanza prudenziale.
La novità principale riguarda la piena revisione dell’impianto autorizzativo: non più procedure meramente amministrative, ma requisiti rigorosi in materia di governance, strutture organizzative, controlli interni e protezione dei debitori. Dall’entrata in vigore della riforma, l’attività di gestione dei crediti in sofferenza è riservata esclusivamente a banche, intermediari ex art. 106 TUB, Gestori iscritti nel nuovo albo previsto dall’art. 114.5 TUB e soggetti europei operanti in Italia tramite passaporto comunitario.
In questo scenario si inserisce la prima autorizzazione rilasciata dalla Banca d’Italia secondo la nuova disciplina: la Delibera n. 399/2025 ha approvato l’iscrizione di IAM S.p.A., società romana con lunga esperienza nel settore degli NPL. Il percorso autorizzativo è stato seguito da AVVOCATI.NET, che ha affiancato la società nell’adeguamento regolamentare e nel dialogo con l’Autorità di vigilanza.
«La riforma – spiega l’avv. Matteo Ettore Panizza, Senior Associate di AVVOCATI.NET e responsabile del team che ha assistito IAM – segna una chiara distinzione tra due fasi prima solo parzialmente differenziate: l’acquisto dei crediti deteriorati e la loro gestione. La Direttiva UE ha eliminato i limiti soggettivi all’acquisto dei crediti, che oggi possono essere acquisiti anche da operatori non finanziari, purché nell’ambito della loro attività professionale o commerciale».
Secondo Panizza, questa apertura è stata accompagnata da un rafforzamento delle garanzie nella fase gestionale: «Il legislatore europeo e quello italiano hanno ritenuto che il rapporto con i debitori richieda un livello elevato di tutela; per questo la gestione rimane un’attività vigilata e riservata solo a soggetti dotati di una struttura adeguata e sottoposti al controllo dell’Autorità».
Il nuovo assetto serve a conciliare libertà di mercato e salvaguardia degli interessi coinvolti: favorisce la circolazione dei crediti e lo sviluppo del mercato secondario, garantendo però che le attività di recupero, rinegoziazione e interlocuzione con i debitori siano svolte da operatori qualificati, in condizioni di trasparenza e correttezza.
Panizza chiarisce anche la portata delle attività considerate “gestione”: un insieme di operazioni che vanno dalla riscossione alle trattative con il debitore, fino alla modificazione delle condizioni contrattuali, purché non sfocino nella concessione di nuova finanza, prerogativa esclusiva degli intermediari autorizzati ex art. 106 TUB. «Una definizione ampia», osserva, «che sottolinea l’importanza di affidare tali compiti solo a chi possiede presìdi adeguati e capacità di controllo».
La riforma ha effetti immediati anche per gli operatori tradizionalmente attivi nel recupero crediti. Le società ex art. 115 TULPS non possono più occuparsi della gestione vera e propria dei crediti in sofferenza, potendo svolgere soltanto attività meramente esecutive o di supporto per conto di soggetti vigilati e sempre nel rispetto delle nuove regole.
Per l’avv. Alessandro Maria Lerro, managing partner di AVVOCATI.NET, la prima autorizzazione concessa a IAM S.p.A. rappresenta un segnale significativo per il mercato: «L’introduzione del Gestore di crediti in sofferenza apre un capitolo nuovo nei servizi finanziari, con ricadute importanti anche per l’ambito fintech. L’adeguamento ai nuovi requisiti richiede investimenti in compliance e tecnologie che consentano un monitoraggio avanzato dei portafogli e dei rapporti con i debitori».
IAM S.p.A., grazie alla riorganizzazione dei propri processi e alla modernizzazione delle infrastrutture interne, si presenta come uno dei primi esempi di transizione armonica verso il nuovo regime, mostrando come gli operatori storici possano adattarsi a un ambiente sempre più regolamentato.
Con l’avvio del nuovo sistema, il mercato italiano degli NPL sembra avviarsi verso una fase più matura, basata su standard elevati di professionalità, presìdi organizzativi più robusti e un migliore equilibrio tra apertura alla concorrenza e tutela dei soggetti coinvolti, in linea con la cornice normativa europea.



