Finance Day Italia 2025: la finanza alternativa accelera e prepara il terreno alla ripresa del 2026

Il Finance Day Italia 2025 ha confermato il suo ruolo strategico come osservatorio privilegiato per valutare lo stato della finanza alternativa nel Paese. L’evento, organizzato da Innexta insieme a Unioncamere e alla Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi, si è svolto il 20 novembre nella cornice di Palazzo Giureconsulti registrando il tutto esaurito e attirando anche un vasto pubblico collegato in streaming. La forte partecipazione testimonia l’interesse crescente delle PMI verso strumenti di funding complementari al credito bancario, in una fase economica caratterizzata da volatilità dei mercati e costi del capitale in rialzo.
Cuore dell’evento è stata la presentazione dell’ottavo Quaderno di Ricerca “La Finanza Alternativa per le PMI in Italia”, realizzato dal Politecnico di Milano con il supporto degli enti organizzatori. Il report analizza sei aree chiave dell’alternative finance: private debt e minibond, crowdfunding, invoice trading e fintech lending, tokenization e crypto-asset, private equity e venture capital, oltre alle dinamiche delle quotazioni su Euronext Growth Milan. Un perimetro ampio che evidenzia la crescente maturità di un settore sempre più determinante per la resilienza finanziaria delle imprese.
L’ecosistema mostra segnali di ripresa
Il quadro generale delineato dal report indica una progressiva uscita dalla fase più complessa dell’ultimo biennio, segnata da incertezza macroeconomica e tensioni geoeconomiche. Nonostante le difficoltà, la finanza complementare continua a offrire alle PMI vantaggi tangibili sia in termini di rapidità sia, spesso, di costo dell’accesso al capitale. Gli analisti del Politecnico di Milano evidenziano come il 2026 possa rappresentare l’anno della normalizzazione e del consolidamento dei volumi, con una maggiore diffusione strutturale degli strumenti alternativi rispetto al credito bancario tradizionale.
Minibond e private debt guidano la ripartenza
Tra i comparti più dinamici compare il mercato dei minibond e del private debt. Dopo un 2024 debole, in cui le PMI italiane hanno emesso 114 titoli per 592 milioni di euro (in calo dai 710 milioni del 2023), il primo semestre 2025 segna un deciso cambio di passo: 54 collocamenti per 333 milioni raccolti contro i 202 milioni dello stesso periodo dell’anno precedente. Il valore medio delle emissioni ha raggiunto 6,17 milioni di euro e la cedola media è tornata a diminuire, evidenziando condizioni di mercato in miglioramento. Parallelamente nel direct lending si osserva una ripresa dei volumi di raccolta e investimento, confermando un rinnovato interesse per questo strumento da parte di investitori istituzionali e piattaforme specializzate.
Venture capital in tenuta, crescita per i business angel
Nel capitale di rischio i segnali sono contrastanti. Il 2024 è stato complessivamente positivo per gli investitori professionali, mentre il primo semestre 2025 registra 454 milioni investiti in 236 operazioni di venture capital, un dato stabile rispetto all’anno precedente. Più debole invece l’area del growth capital, che nei primi sei mesi dell’anno segna soltanto 270 milioni di euro distribuiti su 30 operazioni, in calo rispetto ai 695 milioni del 2024. A bilanciare questo rallentamento c’è il ritorno alla crescita dei business angel: nel 2024 gli investimenti raggiungono 74,5 milioni, quasi il doppio rispetto ai 39,3 milioni del 2023, con un forte orientamento verso il settore ICT e un incremento superiore al 40% del numero di imprese innovative finanziate.
Crowdfunding in fase di assestamento
Il crowdfunding vive un momento di difficoltà. Nei dodici mesi considerati la raccolta complessiva scende del 14%, passando da 302 a circa 261 milioni di euro. Il primo semestre 2025 è il più debole, con 120 milioni raccolti, oltre la metà dei quali derivanti da iniziative immobiliari. Le cause principali sono l’ingresso della nuova normativa ECSP e la disillusione generata dai ritardi nei ritorni attesi dagli investitori, che sta spingendo molti operatori a rivedere modelli operativi e strategie di compliance.
Il fintech torna a crescere
Nel fintech si osserva una fase di consolidamento con segnali positivi. Le piattaforme di invoice trading, dopo la contrazione del 2024 dovuta alla minore offerta di capitale, registrano nuovamente una crescita nei primi mesi del 2025. Anche le soluzioni basate su trade finance e revenue-based financing si confermano strumenti agili per il fabbisogno di liquidità delle imprese, grazie alla velocità dei processi e all’approccio user centric delle piattaforme digitali.
EGM segna il primo calo storico
Elemento di particolare rilievo è il primo calo storico del numero di società quotate su Euronext Growth Milan, scese a 205 al 30 giugno 2025. Nel primo semestre dell’anno soltanto sei imprese hanno scelto la quotazione, raccogliendo complessivamente 21 milioni di euro al momento dell’ingresso in Borsa. Una dinamica che riflette l’incertezza dei mercati e un atteggiamento più prudente da parte delle PMI interessate all’IPO.
Le voci dei protagonisti
Andrea Prete, presidente di Unioncamere, ha sottolineato come la finanza complementare continui a generare benefici tangibili alle imprese italiane in termini di tempi e talvolta costi di accesso al capitale. Ha inoltre annunciato che nei prossimi tre anni le Camere di commercio attiveranno presidi permanenti dedicati al supporto finanziario delle PMI mediante figure professionali specializzate.
Danilo Maiocchi, direttore generale di Innexta, ha spiegato la scelta del rebranding in Finance Day come risposta alle esigenze delle imprese, evidenziando come il sistema creditizio resti prevalente ma la finanza innovativa offra un ventaglio di opportunità più ampio. Ha inoltre insistito sulla necessità di rafforzare l’educazione finanziaria degli imprenditori per favorire un utilizzo più consapevole degli strumenti alternativi.
Secondo il professor Giancarlo Giudici del Politecnico di Milano l’ecosistema si trova in un momento di profonda evoluzione. L’aumento dei tassi ha rappresentato un vero stress test e il futuro si giocherà sulla capacità di mobilitare la liquidità parcheggiata nei conti bancari verso strumenti più utili alla crescita delle PMI. Michelangelo Bottesini, presidente di ItaliaFintech, ha ricordato che l’Italia soffre ancora un grave ritardo nella capacità di attrarre capitali nel settore fintech, con volumi significativamente inferiori rispetto ai principali mercati europei.
Verso il 2026: un anno chiave per la normalizzazione dei volumi
Le previsioni per i prossimi mesi sono positive. Il Politecnico di Milano indica il 2026 come anno potenzialmente decisivo per la normalizzazione del mercato e il rafforzamento strutturale della finanza alternativa. Una transizione che potrebbe contribuire a ridurre la dipendenza delle imprese dal credito bancario e sostenere percorsi di innovazione, crescita e internazionalizzazione sempre più urgenti per la competitività del tessuto imprenditoriale italiano.





