Investire in startup

Investimenti in startup italiane: quasi 1 miliardo di euro nel primo semestre (+123% a/a)

Continuano a crescere gli investimenti in startup italiane, mentre il resto del mondo rallenta: ecco gli ultimi dati del primo semestre 2022

Gli investimenti nelle startup italiane continuano a crescere con ottimo ritmo. Stando a quanto affermano gli ultimi dati rilevati dal Venture Capitale Monitor, il dossier curato dall’Osservatorio attivo presso Liuc Business School, insieme a Intesa Sanpaolo Innovation Center e Cdp Venture Capital Sgr e Iban, nel primo semestre del 2022 le operazioni tricolori di venture capital su startup sono state pari a 957 milioni di euro, in incremento del 123% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

Di questo ammontare, 671 milioni di euro sono riconducibili a investimenti da parte di operatori domestici, mentre da quelli esteri sono giunti 268 milioni di euro. In termini assoluti il numero di round è stato pari a 161 unità, contro le 141 unità dei primi sei mesi del 2021. Considerato dunque che l’incremento del controvalore delle operazioni è stato pari al 123%, contro il +14% del numero dei round di finanziamento nel pari periodo, ne deriva che il forte sviluppo del business maturato dagli investitori per il mondo dell’innovazione è legato principalmente alla conduzione in porto di alcune grandi operazioni.

In questo ambito statistico, rileviamo inoltre il rallentamento dei finanziamenti in realtà estere da parte di imprenditori italiani, con un controvalore passato dai 379 milioni di euro del primo semestre 2021 a 176 milioni di euro della prima metà del 2022, per un totale di 11 operazioni. Anche in questo caso giova rammentare che, considerato che il numero dei round non è cambiato, a ridurre il business generato è stato il diminuito importo medio del finanziamento.

Complessivamente, sommando entrambe le componenti, le operazioni in venture capital sono state 172 per 1,1 miliardi di euro nel semestre.

Il freno degli investimenti negli USA

A ulteriore sostegno della bontà dei dati di cui sopra si può altresì notare come lo sviluppo degli investimenti in startup non sia certo un trend universale. Il New York Times, appena pochi giorni fa, sottolineava come la crescita degli investimenti in innovazione sia calata drasticamente, tanto che nell’ultimo trimestre i round sulle startup a stelle e strisce sono stati pari a -23% su base annua, per il quarto peggiore dal 2019. Certo, il controvalore non è paragonabile alle realtà del vecchio Continente (62,3 miliardi di euro), ma il rallentamento non può che essere figlio delle attuali incertezze economiche.

A livello UE, invece, Crunchbase riporta come tra marzo e aprile le startup abbiano ricevuto finanziamenti per 7,5 miliardi di euro, in forte rallentamento rispetto ai 12,3 miliardi di euro di gennaio e febbraio. E, in coerenza con quanto sopra abbiamo anticipato, anche in questo caso la differenza la fanno soprattutto i round di maggiore rilievo, gli investimenti da 100 milioni di dollari in su: erano stati 31 a gennaio e febbraio, sono stati 19 tra marzo e aprile.

Le previsioni sul futuro

Ma che cosa accadrà in futuro sugli investimenti in startup, in ambito nazionale e internazionale? A nostro giudizio, è lecito attendersi una fase di rallentamento nei finanziamenti verso startup europee, considerata la grande aleatorietà che verte sul breve termine. Peraltro, sono gli stessi fondatori di startup che – in misura sempre più diffusa – preferiscono non raccogliere finanziamenti in questo contesto contemporaneo, in cui il valore attribuito alle loro società risulta essere molto più basso rispetto a quanto non fosse appena pochi mesi fa.

Per quanto concerne il mercato italiano, i maggiori spazi di crescita dovrebbero garantire una buona continuazione del trend di sviluppo anche se, nei prossimi sei mesi, potrebbe valer la pena ipotizzare una crescita più tenue di quella della prima metà d’anno, con una doppia cifra tendenziale, piuttosto che tripla.

Giornalista, copywriter, esperto di finanza e marketing editoriale, collabora con alcuni dei più noti network nazionali dell'informazione

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