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L’Italia detta il trend nel settore foodtech

HiWeiss crea proteine vegetali pulite all'interno di campi con sensori che trasmettono informazioni a innovativi sistemi di analisi dei dati

I media parlano spesso di cervelli in fuga e si dimenticano altrettanto spesso delle startup italiane innovative, quelle che possono sconvolgere industrie e fare la differenza. Non solo in Italia, ma nel mondo. Grazie alla digitalizzazione e a nuove tecnologie, sempre più startup italiane rivoluzionano i settori della produzione, dal turismo fino ai trasporti. Ora, anche l’industria del cibo. 

È il caso di HiWeiss, un’azienda italiana nata nel 2018 in Trentino Alto Adige. Dall’ombra delle Alpi fino al resto del mondo, anche grazie a tattiche di posizionamento SEO Internazionale che permettono di abbattere ogni frontiera, sia online che offline. Soprattutto, grazie alla tecnologia. 

Eccellenza made in Italy: la startup HiWeiss

Questa azienda crea proteine vegetali pulite per rivoluzionare l’industria del foodtech. I prodotti della startup HiWeiss sono naturali e senza OGM, perfetti per le diete vegetariane e vegane. Tutte le proteine provengono da soia, mais, erba medica e piselli, riducendo il consumo di proteine animali. Durante nessun processo produttivo vengono usati chimici, nemmeno durante l’estrazione. 

HiWeiss crea proteine vegetali pulite per rivoluzionare l’industria del foodtech

Anche i campi dove si coltiva (divisi tra Veneto e Lombardia) sono tecnologici. Infatti, ci sono sensori che trasmettono i dati dai campi fino a un sistema di analisi, grazie a un algoritmo. Le informazioni che vengono trasmesse sono vitali per la produzione, dato che indicano dettagli come l’umidità del terreno o lo stato delle culture. In più, il terreno non rimane mai vuoto o in balia degli elementi atmosferici. Meno si usano i trattori e meno si inquina e lo sa bene HiWeiss che si concentra anche sulla sostenibilità, riducendo la CO2 nell’ambiente e l’inquinamento sonoro. 

Dietro questa startup italiana ci sono Anna Trettenero e Mauro Grandi, che hanno iniziato la loro avventura con l’impianto Noi TechPark di Bolzano. Da un piccolo progetto trentino, HiWeiss sta diventando una realtà europea. Tanto che i suoi prodotti sono in fase pre commerciale in Svizzera, Danimarca, Germania e Austria. Tutti paesi in cui il mercato del food è più accessibile e variegato, con molte scelte vegane e vegetariane. È una mossa vincente, lo dimostra la startup Anche.it

“Le risorse del Pianeta si stanno esaurendo,” ha detto Trettenero in una recente intervista, “per forza di cose, saremo costretti a rivedere le nostre abitudini alimentari per produrre e consumare in modo sostenibile.”

L’industria del cibo è digitale

Il settore del foodtech è dove tecnologia e cibo si incontrano, dalla produzione nei campi fino alla distribuzione degli ordini. È una buona notizia sapere che, per una volta, le startup italiane possono dettare legge in queste industrie. Non solo grazie ad esempi come HiWeiss e Anche.it. 

Un’altra innovazione arriva dall’Università del Molise (UniMol) che sforna prodotti come pasta, alternative alla carne e tavolette di cioccolato che sono locali e (quasi) futuristici. Grazie alla collaborazione con aziende del settore, studenti e ricercatori stanno proponendo un made in Italy basato su tecnologie alimentari innovative. 

Innovativa è l’idea di Last Minute Sotto Casa, una startup che si concentra su una fase del foodtech a cui non si pensa spesso: gli sprechi alimentari. I negozianti possono registrarsi sul sito o sull’app di questa azienda per segnalare cibi che rischiano di essere invenduti. I prodotti sono disponibili sulla piattaforma Last Minute con sconti imperdibili per gli utenti che usano l’app. Con una semplice notifica, questa startup ha l’obiettivo di combattere gli sprechi. E di aiutare l’ambiente e l’economia italiana, due elementi su cui pesano gli sprechi. 

Insomma, in Italia ci sarà la fuga dei cervelli. Ma c’è anche un realtà di imprenditori che puntano a rivoluzionare l’industria del foodtech. Dai campi veneti fino agli sprechi in tutta la penisola. Una tecnologia alla volta.

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