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Trasporti, tecnologia e impatto reale: il caso OX Delivers e l’innovazione che parte dai bisogni

Dai mercati rurali del Rwanda a un modello globale di “transport as a service” per le economie emergenti

Quando si parla di innovazione nei Paesi emergenti, il rischio è sempre lo stesso: raccontare la tecnologia più che i problemi reali che quella tecnologia dovrebbe risolvere. Per questo il caso raccontato da Startups Magazine nel Regno Unito merita attenzione. Perché OX Delivers non nasce per “disruption”, ma per rispondere a un bisogno elementare: spostare merci e persone in modo semplice, accessibile e sostenibile.

Una storia che parte dal Rwnada

La storia parte dal Rwanda, dove una venditrice di banane, Marie-Louise, era costretta a dormire lungo la strada per giorni pur di riportare la merce dal grossista al mercato. Autobus pieni, passaggi improvvisati, giorni di lavoro persi. L’incontro con Natalie Dowsett (nella foto), imprenditrice britannica e co-fondatrice di OX Delivers, cambia tutto: grazie a un modello di transport as a service, oggi Marie-Louise prenota via telefono uno spazio su un veicolo condiviso, paga solo per i chili e i chilometri effettivi, torna a casa la sera e può aumentare reddito e assortimento.

Natalie Dowsett
Natalie Dowsett, imprenditrice britannica e co-fondatrice di OX Delivers Foto: https://www.oxdelivers.com/

Duplice innovazione

Il cuore dell’innovazione è duplice. Da un lato, una piattaforma digitale che ottimizza rotte e domanda per comunità di autisti e piccoli produttori; dall’altro, camion elettrici da 3,5 tonnellate, progettati nel Regno Unito ma pensati per strade non asfaltate, facili da manutenere e poco costosi da gestire. Non mezzi “iconici”, ma strumenti di lavoro. Come sottolinea Dowsett, “tre miliardi di persone nel Sud globale non hanno accesso a un trasporto motorizzato adeguato: non serve possedere un camion, basta poter usare una parte di esso”.

OX Delivers funziona

Il modello funziona: OX Delivers ha raccolto quasi 10 milioni di sterline in equity, ha un ordine da 2.500 veicoli in quattro anni e un accordo di espansione in Africa orientale dal valore stimato di 123 milioni di sterline. La produzione, nelle intenzioni, verrà in parte localizzata in Africa, con logiche di franchising e sviluppo industriale diffuso. Un approccio che guarda all’impatto sistemico, non solo alla crescita finanziaria.

È interessante notare come il progetto sia cresciuto “al contrario”: prima il servizio, poi il veicolo. Le operazioni sono partite con camion usati, per capire pendenze, carichi, velocità necessarie, senza sovra-ingegnerizzare un mezzo che sarebbe stato troppo costoso. Solo dopo è arrivato il design definitivo, supportato anche dal programma Clean Futures di Connected Places Catapult e Coventry University, che ha contribuito allo sviluppo dei sistemi digitali di produzione.

Un caso studio

L’innovazione viene spesso confusa con l’ennesima app o con l’AI “decorativa”, OX Delivers ci ricorda una lezione semplice ma potente: innovare significa fare domande scomode, partire dal contesto e costruire soluzioni utili, non perfette. Un caso di studio da seguire nel tempo, perché parla di Africa, sì, ma anche di Europa, industria, sostenibilità e futuro dei servizi essenziali.

Imprenditore, angel investor ed editore. Da quasi 30 anni pubblica in italiano ed inglese approfondimenti su startup, imprenditoria, italiani all'estero e rigenerazione di piccoli comuni italiani. Suoi contributi sono apparsi su Millionaire Magazine, Vita Non Profit Magazine, Azienda Top, Smart Working Magazine, Nomag, Italians Magazine e National Geographic Traveller. Le sue newsletter raggiungono ogni settimana oltre 35 mila subscriber.

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