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Spotify introduce le “Promoted Playlists”

Spotify ha annunciato mercoledì il lancio delle nuove “Promoted Playlists”, una funzionalità che, secondo l’azienda, offre per la prima volta agli utenti un livello superiore di controllo sul proprio algoritmo di ascolto. La novità debutta in versione beta e sarà inizialmente disponibile esclusivamente per gli abbonati Premium in Nuova Zelanda, con un rollout graduale verso altri mercati. L’opzione è attualmente fruibile solo in inglese e continuerà a evolversi nelle prossime settimane.

Playlist create con prompt avanzati e “world knowledge”

Le Promoted Playlists rappresentano un’evoluzione delle AI Playlists introdotte da Spotify lo scorso anno. Il principio di base resta lo stesso: gli utenti possono generare una playlist personalizzata attraverso un prompt testuale. Tuttavia, la nuova versione amplia significativamente le possibilità espressive e tecniche, grazie alla capacità dell’algoritmo di interpretare prompt più lunghi, complessi e dettagliati.

Spotify spiega che questa nuova generazione di playlist AI sfrutta anche la cosiddetta world knowledge, consentendo al sistema di combinare informazioni contestuali generali con la storia di ascolto dell’utente. Questo permette richieste molto più articolate rispetto al passato, con un livello di granularità che si avvicina a un vero e proprio personal music design basato sulla totalità dei dati raccolti dal primo giorno di utilizzo della piattaforma.

La “full arc” dei gusti degli utenti e un modello di aggiornamento flessibile

Uno degli elementi chiave sottolineati da Spotify è la capacità delle Promoted Playlists di rappresentare la “full arc” dei gusti musicali dell’utente, cioè l’intero percorso di ascolto nel tempo, non solo le preferenze recenti. Questo distingue la funzionalità dalle playlist dinamiche tradizionali, come Discover Weekly o i Daily Mixes, che si concentrano su pattern più immediati di consumo.

Un altro elemento distintivo è la possibilità di programmare la frequenza di aggiornamento della playlist, che può essere impostata su base giornaliera, settimanale o su un intervallo definito dall’utente. Questo offre un livello di controllo tipicamente assente nelle playlist curate algoritmicamente.

Prompt complessi e personalizzazione estrema dell’esperienza

Spotify fornisce alcuni esempi per illustrare il potenziale della nuova funzionalità. Un utente può chiedere: “musica dei miei top artist degli ultimi cinque anni, includendo deep cuts che non ho ancora ascoltato”. Oppure può utilizzare la funzione per creare una playlist molto dettagliata e contestuale, come “high-energy pop e hip-hop per una corsa da 5 km di 30 minuti che mantenga un ritmo costante per poi passare a brani rilassanti per il cool-down”. Oppure ancora: “musica dai film più importanti dell’anno e dalle serie TV più discusse, che si allinei ai miei gusti”.

La possibilità di iterare e ottimizzare continuamente il prompt consente agli utenti di ottenere playlist sempre più affinate. Spotify aggiunge che ogni playlist generata includerà descrizioni e contesto, così da chiarire il motivo delle raccomandazioni ricevute. Inoltre, sarà disponibile un set di suggerimenti testuali per aiutare gli utenti a muovere i primi passi nella costruzione dei loro prompt personalizzati.

Una nuova tendenza: più potere agli utenti sulle recommendation engine

L’iniziativa di Spotify si inserisce in un trend più ampio del settore tech: quello di offrire agli utenti maggiore agency sugli algoritmi. Nella stessa giornata, Instagram ha introdotto una funzionalità che permette di modulare il tipo di reel visualizzati, mentre Bluesky, la piattaforma decentralizzata alternativa a X, consente già da tempo agli utenti di sostituire l’algoritmo predefinito con uno personalizzato.

Spotify, che negli ultimi anni ha investito aggressivamente nell’integrazione dell’intelligenza artificiale nel proprio prodotto, sembra ora voler andare oltre la semplice raccomandazione automatica, dando agli utenti la possibilità di modellare attivamente la propria esperienza musicale. Le Promoted Playlists potrebbero rappresentare un nuovo standard nella human-in-the-loop personalization, con implicazioni rilevanti sia per la user retention sia per il posizionamento competitivo della piattaforma nel mercato globale dello streaming.

Se la fase beta darà risultati positivi, le Promoted Playlists potrebbero diventare un tassello chiave nella strategia AI di Spotify, definendo un nuovo paradigma nel rapporto tra algoritmo e ascoltatore.

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