Cup Solidale: storia della startup che ha digitalizzato il CUP
Exit strategica nel settore dell'Healthcare: Covisian acquisisce il 100% di Cup Solidale. L’accompagnamento ricevuto da BAN e Open Seed si è rivelato determinante nella fase pre-seed. Il mentor assegnato, oltre a guidare Aloi nella documentazione per il fundraising, ha messo a disposizione il proprio network per costruire un team di collaboratori con competenze chiave.

Nel panorama dell’innovazione italiana, poche startup possono vantare un impatto così diretto e concreto sulla vita quotidiana dei cittadini come Cup Solidale. Fondata nel 2017 da Leonardo Aloi, CEO dell’azienda, questa piattaforma digitale ha anticipato i tempi portando online un servizio che fino a quel momento era sinonimo di burocrazia, code e frustrazione: il Centro Unico Prenotazioni, meglio noto come CUP.
Un’intuizione che nasce da un vuoto di mercato
All’epoca della fondazione, in Toscana — e più in generale in Italia — non esisteva ancora un aggregatore online capace di raccogliere, comparare e prenotare prestazioni sanitarie, sia a pagamento che no profit. L’idea di Aloi nasce proprio da qui: rendere immediatamente accessibili e confrontabili le offerte sanitarie sul territorio, permettendo a ogni cittadino di scegliere la prestazione più adatta alle proprie esigenze, anche in base ai tempi di attesa.
La chiave del successo? Un processo semplificato al massimo. Su Cup Solidale bastano in media tre clic per cercare, confrontare e prenotare una visita o un esame. Questo approccio user-first ha permesso alla piattaforma di diffondersi rapidamente, intercettando il bisogno crescente di servizi sanitari rapidi, trasparenti e digitalizzati.
Aggregare, comparare, verificare: il modello vincente
Il funzionamento della piattaforma si basa su tre azioni fondamentali: aggregare le prestazioni sanitarie da diverse strutture, compararle per costi e tempi di attesa, e verificarne la disponibilità in tempo reale. Un sistema semplice ma potentissimo, che ha permesso a Cup Solidale di imporsi come standard nella digitalizzazione della sanità privata e convenzionata.
Nonostante oggi, grazie anche al progresso dell’AI e della connettività, piattaforme simili sembrino quasi “scontate”, è importante tornare al contesto tecnologico del 2017 per comprendere la reale portata innovativa di questa startup. Allora il 5G era ancora in fase sperimentale, l’intelligenza artificiale generativa non era ancora disponibile al pubblico, e la sanità digitale era agli albori.
Dai primi passi alla scalabilità
Oggi Cup Solidale è una realtà strutturata, con numeri significativi: oltre 58.000 medici nel network, più di 2.600 tipologie di prestazioni offerte, un team di oltre 15 persone e un fatturato che ha superato i 2,5 milioni di euro. Ma dietro questi risultati c’è una crescita costruita passo dopo passo, grazie a una strategia che ha saputo unire visione imprenditoriale e capacità di execution.
Fondamentale è stato l’incontro tra Leonardo Aloi e il Business Angels Network di Firenze (BAN), con il suo veicolo di investimento Open Seed. Dal 2018, proprio grazie a questa connessione, Aloi ha potuto beneficiare non solo di capitale, ma anche del supporto strategico di mentor come Ivano Greco, a sua volta socio di grande importanza e di rilievo di BAN e di Open Seed il quale, credendo nel suo progetto, lo inizia, dal 2019 ad affiancare come CFO.
Il ruolo del mentoring e della costruzione del team
L’accompagnamento ricevuto da BAN e Open Seed si è rivelato determinante nella fase pre-seed. Il mentor assegnato, oltre a guidare Aloi nella documentazione per il fundraising, ha messo a disposizione il proprio network per costruire un team di collaboratori con competenze chiave. Quei primi collaboratori del 2018 sono ancora oggi parte del cuore operativo di Cup Solidale.
Questo dimostra un altro elemento fondamentale del successo della startup: la capacità di creare e mantenere un team solido, motivato e coerente con la mission aziendale.
I round di investimento e l’exit da manuale
Nel 2021 arriva il primo vero round di investimento, sempre con la partecipazione di Open Seed. A quel punto nel capitale di Cup Solidale entrano anche la Federazione Toscana delle Banche di Credito Cooperativo e Chianti Mutua, per un totale di 500 mila euro. Il secondo round, nel 2023, consolida ulteriormente la posizione dell’azienda e prepara il terreno per un’operazione che ogni startupper sogna: l’exit. Alcuni giorni fa, Covisian ha acquisito il 100% di Cup Solidale.
L’uscita di Leonardo Aloi dal capitale di Cup Solidale è infatti avvenuta a favore della multinazionale italiana, a conferma del valore costruito nel tempo. Un’acquisizione che non rappresenta solo un traguardo personale, ma un riconoscimento per l’intero ecosistema innovativo che ha sostenuto l’impresa.
Un caso di studio per l’ecosistema italiano
Cup Solidale rappresenta un esempio virtuoso per l’ecosistema startup italiano, in particolare in un ambito — quello dell’healthtech — dove la burocrazia, la frammentazione dell’offerta e la scarsa digitalizzazione frenano l’adozione di soluzioni innovative.
È anche un esempio concreto di come il capitale umano, il mentoring e l’accesso a reti di investimento siano fattori critici di successo. Non è un caso che Cup Solidale sia spesso citata nei report su incubatori, acceleratori e investimenti in innovazione come best practice in termini di execution e impatto sociale.
Il futuro della sanità passa da qui
L’esperienza di Cup Solidale mostra come la trasformazione digitale nella sanità non sia solo una questione tecnologica, ma anche culturale. Portare online il CUP significa ridurre le diseguaglianze di accesso, aumentare la trasparenza, e restituire tempo e libertà di scelta ai cittadini.
È un cambiamento che, a distanza di otto anni, continua a produrre valore. Non solo per chi utilizza la piattaforma, ma per l’intero sistema sanitario che ne beneficia in termini di efficienza e sostenibilità. E per l’ecosistema startup italiano, è un faro che illumina la strada di chi vuole innovare in settori ad alta complessità.