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Le startup greentech italiane crescono del 42%

I numeri sono ancora piccoli perché le startup greentech nel nostro Paese rappresentano solo il 3% del totale, ma i dati sulla crescita sono molto incoraggianti. Ecco le informazioni più interessanti che emergono dalla ricerca di B-PlanNow, acceleratore che ad oggi ha seguito 56 startup in fase di avvio.

Le startup greentech italiane rappresentano solo il 3% del totale ma una serie di fattori indicano che il loro numero è destinato ad aumentare in tempi rapidi. Secondo i dati di InfoCamere, a fine 2022 le startup innovative in Italia erano in totale 14.262. Oltre un quarto di esse come ben sappiamo nascono nella regione più industrializzata del paese, ovvero la Lombardia (il 27,5%) e la maggioranza (il 76,7%) è attiva nei servizi alle imprese.

L’acceleratore B-PlanNow ha scelto di interrogarsi sul mondo delle startup con un occhio ai temi più caldi del momento, andando a indagare quante tra le startup italiane adottano strategie e tecnologie “green”.

«I dati dell’ultimo State of Climate Tech Report di PricewaterhouseCoopers – commenta Nicola Zanetti, CEO e founder di B-PlanNow – evidenzia che la crescita del capitale investito in startup green a livello globale ha superato il 200% tra 2020 e 2021, toccando gli 87 miliardi di dollari. In Italia non abbiamo questi numeri ma possediamo un ecosistema giovane e con grandi possibilità».

I risultati dell’indagine sulle startup italiane greentech

La ricerca di B-PlanNow indica che attualmente in Italia sono operative circa 370 startup a vocazione “green”. Queste realtà operano principalmente nei settori “Agritech & Food” (20%) o in quello energetico (19%), ma ci sono anche startup greentech attive nei settori Industria (15%), Mobilità Sostenibile (12%) e Riciclo (11%). Resta invece scarsamente presidiato il mondo del Real Estate e del Climate Monitoring.

Come abbiamo già sottolineato, la percentuale di startup italiane greentech è bassa perchè rasenta appena il 3% del totale, ma rispetto al 2021 ha registrato un aumento molto significativo, pari a 42 punti percentuali.  Senza dubbio a fare da traino sono stati gli investimenti in sostenibilità, che solo in Italia negli ultimi anni ammontano a 700 milioni di euro raccolti (il 29% in ambito Agritech, il 23% per rinnovabili e affini, il 15% per la mobilità sostenibile).

Ancora una volta, andando a fare un’analisi più mirata sul territorio, si evidenzia che le startup greentech italiane sono concentrate in  in Lombardia (circa 22%), Lazio (12%) e Piemonte (11%), mentre la città dove troviamo la concentrazione più alta è Milano, seguita da Roma e Torino.

Che cosa significa startup greentech?

Facciamo un piccolo passo indietro. Cosa significa esattamente greentech? Questo termine identifica l’insieme delle tecnologie hardware, software e digitali a supporto degli obiettivi condivisi tra gli Stati in termini di sostenibilità ed efficientamento energetico. Il mercato globale attualmente è in forte crescita: secondo stime recenti di Allied Market Research, il giro di affari mondiale passerà dai 10,3 miliardi di dollari del 2020 a 74,64 miliardi di dollari nel 2030.

Le startup greentech sono quelle che operano per la riduzione degli sprechi, l’abbattimento delle emissioni di carbonio, la lotta all’inquinamento eccetera e lo fanno sfruttando tecnologie all’avanguardia.

Natura e ragioni degli investimenti

Gli investimenti in questa tipologia di startup provengono per la maggior parte da fonti nazionali (stiamo parlando dell87% dei capitali investiti): circa 3.5 euro pro capite, una quota che ci posiziona al penultimo posto dopo la Grecia, mentre la Francia (ad esempio) nel 2022 ha registrato un investimento pro capite pari a 40 euro.

Una ricerca commissionata da Amazon all’ente indipendente FTI Consulting sottolinea che due terzi degli investitori (69%) hanno richiesto maggiori dettagli sulle credenziali di sostenibilità delle startup in cui stanno investendo. Questo significa che l’attenzione verso i temi “verdi” è reale.

A livello europeo, inoltre, il 52% degli investitori afferma di aver rifiutato un’opportunità di investimento in una startup negli ultimi 12 mesi proprio a causa di dubbi e preoccupazioni rispetto alla effettiva sostenibilità dell’azienda.

Per concludere, l’indagine di B-PlanNow evidenzia anche in quali ambiti le startup greentech italiane vanno poi ad impiegare i fondi ottenuti: prima di tutto in Ricerca & Sviluppo (58%) e in secondo luogo nel Marketing (21%).

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