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Startup immobiliare: Housie e Flyway puntano su vendita frazionata e affitto internazionale

Startup immobiliare in grande spolvero grazie a Housie e Flyway, che consentono l'acquisto frazionato di case e poi l'affitto

Housie e Flyway sono due nuove startup che stanno rivoluzionando il mondo degli investimenti immobiliari consentendo l’acquisto di proprietà frazionate in varie parti del mondo. In pratica permettono a chiunque di investire in ville o appartamenti, tendenzialmente di fascia alta, in cambio del profitto generato dall’affitto o, in alcuni casi, un periodo di uso magari per la vacanze. Di fatto si tratta di una modalità per fare investimenti all’estero senza perdersi in normative e un modo anche per non farsi carico delle intere spese di acquisto.

Housie è nata in Argentina a luglio 2022 ed è concentrata per ora su monolocali situati in Sudamerica, soprattutto nelle grandi città come ad esempio Buenos Aires e Santiago del Cile. Balza agli occhi senza dubbio il fatto che voglia approfittare delle economie in calo, ma è pur vero che è un classico del mercato immobiliare.

Ho visto l’opportunità di investire quando i prezzi sono significativamente calati (negli USA, ndr.) e gli argentini hanno iniziato ad acquistare proprietà negli Stati Uniti nel 2008“, ha spiegato Germàn Rimoldi, co-fondatore di Housie a Business Insider. “In quel momento mi sono reso conto che quell’approccio è facile da capire per la maggior parte degli investitori“.

Sembra incredibile eppure oggi con un minimo investimento di 100 dollari si possono acquistare azioni di proprietà e ottenere dividenti trimestrali in relazione all’appeal della proprietà. Rimoldi ha citato l’esempio di Buenos Aires, dove Housie sta acquistando monolocali in centro a poco meno di 2100 dollari (1880 euro) al metro quadrato; un affare a quanto pare anche perché il prezzo medio in tutta l’Argentina ad agosto era di 1950 dollari (1746 euro), per di più in calo del 16,5% rispetto allo scorso anno.

Dopo la fase di acquisto la startup si affida ad Airbnb per l’annuncio e così inizia la partita. Giusto per fare un parallelo se a Miami ci sono oltre 13mila annunci di affitti, a Buenos Aires la soglia è di oltre 12mila: il mercato è florido insomma. Housie oggi ha sei appartamenti in Cile, Argentina e Florida e ben 1200 investitori registrati sulla piattaforma. A fronte di 25 milioni di dollari di investimento sono già state assegnate più di 25 proprietà a oltre 270 investitori. Come avvio non è niente male.

Lo stesso si può affermare per la startup greca Flyway, che è nata nel 2021 e ha sede a Londra e Atene. Però in questo caso l’approccio è differente e si rivolge a un pubblico benestante. L’offerta infatti è di pied-à-terre di lusso o seconde case di fascia alta che i proprietari frequentano di rado. I clienti di Flyway possono acquistare fino a un massimo di 6 quote su 12 di un appartamento a Londra, e in futuro in altre città, in cambio di almeno un mese da spendere in loco durante l’anno.

Per tutta la mia vita ho viaggiato molto spesso in diverse città e ho sempre desiderato una soluzione come questa. Ho buttato via così tanti soldi per gli hotel“, ha confermato Nikos Drandakis, fondatore e CEO di Flyway. Attualmente la piattaforma offre quattro case a Londra con il prezzo più basso a partire da 131mila sterline (152mila euro) per quota e quello più alto da 594mila sterline (692mila euro) per quota. Ovviamente al momento è un investimento più vantaggioso per gli statunitensi che possono godere di un cambio dollaro/sterlina migliore dell’euro.

Ad ogni modo completata la fase di vendita delle quote, Flyway si occupa della gestione della proprietà e procede con gli annunci per gli affitti. La prospettiva è di sperimentare Londra e poi si il modello dovesse funzionare espandersi in altre grandi aree metropolitane.

Con le case per le vacanze, tutti vogliono essere lì a luglio, e se hai otto, dieci proprietari, è molto difficile dividere il tempo”, ha concluso Drandakis. “Ma quando hai case in città, di solito non hai questo tipo di stagionalità. La loro domanda c’è tutto l’anno“.

Giornalista tech e digital da oltre 20 anni per quasi tutte le principali testate del settore. Oggi collaboro con Italian Tech e Green & Blue di Repubblica.it, Wired e HdBlog. Ho fondato la mia prima startup nel 2001 quando ancora non si chiamavano così. Core business? Contenuti editoriali per il Web... ça va sans dire

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