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Startup, come ottenere un prestito dalla banca

La startup può ottenere un prestito bancario? La risposta è, naturalmente, positiva. Una startup – così come la generalità delle attività di impresa, innovativa o meno – può dunque ben richiedere a uno o più istituti di credito un finanziamento utile per sostenere la propria crescita, compiere investimenti, supportare il capitale circolante, e così via. …

La startup può ottenere un prestito bancario?

La risposta è, naturalmente, positiva. Una startup – così come la generalità delle attività di impresa, innovativa o meno – può dunque ben richiedere a uno o più istituti di credito un finanziamento utile per sostenere la propria crescita, compiere investimenti, supportare il capitale circolante, e così via.

Se quanto assunto è risaputo, lo è purtroppo anche il fatto che per una startup ottenere un prestito è mediamente più difficile. Ma perché?

La risposta è semplice: le startup sono nuove imprese che non hanno storicità di dati e informazioni e che, proprio per questo motivo, vengono considerate più rischiose per la banca.

Ma come uscire fuori da questo imbuto? Come ottenere un prestito dalla banca?

Come ottenere un prestito bancario se sei una startup

In avvio di questo approfondimento abbiamo ben compreso quanto possa essere più difficile ottenere un prestito se sei una startup, e per quale motivo gli istituti di credito sono molto più restii nel concedere un finanziamento a una nuova impresa.
Se quanto sopra è chiaro, dovrebbe esserlo anche il fatto che la startup che intende ottenere un prestito bancario dovrebbe “rassicurare” la banca sulla validità della propria idea presentando maggiori supporti al proprio progetto di impresa.
Ma come fare? Quali sono i documenti che ti permetteranno di far capire alla tua banca che ci si può fidare?

Documenti per richiedere un prestito per startup

Abbiamo già condiviso il fatto che la startup, in qualità di nuova impresa, non abbia da presentare documenti contabili storici. O, se li ha, li ha probabilmente molto recenti e poco rappresentativi.

Di qui, la necessità di fornire un kit documentale più diffuso e vario, che comprenda:

  • Visura camerale aggiornata, con i dati della società e l’individuazione dei soci e dei soggetti che hanno la rappresentanza legale della compagnia
  • Documenti di identità e codice fiscale dei soci e dei legali rappresentanti
  • Atto costitutivo e statuto aggiornato
  • Dati contabili annuali o infrannuali, ancorché provvisori, per evidenziare i primi ricavi e i costi caratteristici sostenuti
  • Business plan che presenti il modello di business della propria impresa, le informazioni sul mercato, sui soci, e così via
  • Dettaglio rapporti con altri istituti di credito, anche su sole basi attive, e relative garanzie presentate, supportate dall’analisi della Centrale Rischi di Bankitalia
  • Dichiarazione dei redditi delle persone responsabili illimitatamente o dei garanti.

Insomma, come puoi vedere, si tratta di un kit documentale abbastanza nutrito che, tuttavia, ti consigliamo di predisporre e aggiornare il prima possibile.

Mantenere in pronta disponibilità questo set di documenti ti permetterà infatti non solamente di farti trovare preparato dinanzi alla richiesta della banca (cosa che, intuibilmente, avverrà fin dal primo incontro), ma anche dimostrare al tuo interlocutore bancario che sai esattamente come funzionano le cose, e come puoi soddisfare ogni esigenza da parte degli istituti di credito.

Inoltre, questi documenti ti saranno utili anche nel momento in cui presenterai la tua startup a potenziali finanziatori o collaboratori, costituendo un gradevole biglietto da visita che confermerà la tua attenzione nei confronti del business.

Prestiti per startup e rating

Uno dei motivi per cui la banca ti richiederà questi documenti è evidentemente molto pratico: nell’attuale sistema di valutazioni creditizie, infatti, le possibilità che tu possa ottenere o meno un finanziamento dipenderà dal tuo rating, ovvero dal giudizio di merito creditizio sulla tua attività.
In condizioni “normali”, il rating di un’impresa terrà in considerazione soprattutto i dati di bilancio e quelli andamentali nel sistema creditizio, con verifiche delle banche dati allo scopo di comprendere quale sia la tua storia creditizia e se stai restituendo correttamente i prestiti assunti.
Non solo. A influire più o meno positivamente sul tuo rating saranno anche il settore di appartenenza e, sotto il profilo qualitativo, il rapporto che la tua impresa ha nei confronti dello specifico potenziale finanziatore.
Risulteranno altresì importanti al fine di attribuire un rating più o meno bonario anche la presenza di collegamenti con altre società dello stesso gruppo e la presenza di personalità che possano intervenire a supporto del business aziendale in caso di necessità.
Di qui, una piccola riflessione pratica: siccome non hai né dati storici né dati attuali di particolare rilevanza, la banca tratterà la tua startup in maniera più particolare, o attribuendo un rating “base”, oppure lavorando senza attribuzione di rating.
In ogni caso, se vuoi aumentare le probabilità di andare incontro a un giudizio positivo da parte della banca, ci sono alcune cose che dovresti fare per apparire di migliore occhio ai potenziali finanziatori.

Ottenere un prestito per startup dalla banca: i segreti che dovresti conoscere!

Quelli che seguiranno non sono dei trucchi per ottenere un prestito per startup dalla banca, ma una serie di accorgimenti che ti consigliamo di adottare sempre e comunque, anche se il tuo business dovesse essere più consolidato: il loro rispetto, infatti, incrementerà in maniera notevole la possibilità di ottenere una delibera positiva. Ma quali sono? Proviamo a schematizzarli!

Uso degli affidamenti a breve termine

Gli affidamenti a breve termine, come il fido di cassa, dovrebbe essere utilizzato in misura regolare, parziale e con oscillazioni coerenti con il tuo business. Se hai un apertura di credito in conto corrente di 100.000 euro e per tutto l’anno la utilizzi totalmente senza movimentazioni a credito significative, che possano ristabilire un saldo attivo o, per lo meno, contenere quello negativo, non stai certo trasmettendo un buon segnale alla banca.
Cerca pertanto di utilizzare i fidi di breve termine solo per le esigenze circolanti e, possibilmente, mai per la loro interezza. Cerca dunque di conservare un margine di utilizzo di almeno 20%, e movimenta il conto corrente più che puoi.

Rimborso dei prestiti di lungo termine

Per quanto concerne i prestiti di lungo termine che potresti aver già ottenuto, è intuibile che la tua preoccupazione maggiore dovrà essere quella di pagare sempre le rate con puntualità, evitando ritardi, anche minimi.

Migliora la qualità dei tuoi crediti

Un altro indicatore particolarmente utile per migliorare il tuo giudizio di merito creditizio è legato alla qualità dei tuoi crediti. Se hai un elevato numero di insoluti, con percentuali che magari superano il 20%, agli occhi del creditore potrebbe essere un segnale evidentemente negativo, poiché indica che i crediti di regolamento che hai in bilancio sono in parte non esigibili.

Inoltre, se hai l’abitudine di smobilizzare i crediti ricorrendo ad anticipo fatture o altre forme similari, un elevata percentuale di insoluti potrebbe rendere difficile l’ottenimento di un nuovo credito o la conferma di quelli esistenti.

Mantieni la piena condivisione con la banca

Anche se i processi di valutazione e concessione creditizia da parte delle banche sono sempre più strutturati dal ruolo degli algoritmi, c’è sempre un po’ di margine che dovresti cercare di sfruttare.
Il modo migliore è quello di parlare correntemente con la banca, aggiornandola sui tuoi progetti e sulle tue esigenze, anticipando problemi, condividendo idee e soluzioni, e così via.
Così facendo creerai quel clima collaborativo che risulterà essere di convenienza e utilità nel momento in cui formalizzerai una richiesta di prestito.

Giornalista, copywriter, esperto di finanza e marketing editoriale, collabora con alcuni dei più noti network nazionali dell'informazione

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