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Analisi di bilancio con gli indici di solidità

Come abbiamo avuto modo di vedere con i nostri approfondimenti sul bilancio d’esercizio, la riclassificazione del conto economico e dello stato patrimoniale sono operazioni propedeutiche all’analisi di bilancio degli indici, a sua volta effettuabile con diversi indicatori come quelli di solidità, di liquidità e di redditività. In questo approfondimento cercheremo di soffermarci con particolare attenzione …

Come abbiamo avuto modo di vedere con i nostri approfondimenti sul bilancio d’esercizio, la riclassificazione del conto economico e dello stato patrimoniale sono operazioni propedeutiche all’analisi di bilancio degli indici, a sua volta effettuabile con diversi indicatori come quelli di solidità, di liquidità e di redditività.

In questo approfondimento cercheremo di soffermarci con particolare attenzione sugli indici di solidità, capendo come elaborarli e come interpretarli.

Gli indici di solidità: cosa sono e a cosa servono nell’analisi di bilancio

Gli indici di solidità sono indicatori finalizzati a valutare l’equilibrio fra le fonti di finanziamento, oltre che la capacità dell’impresa a far fronte agli impegni finanziari di medio e lungo periodo.

Sebbene il panorama degli indici di solidità sia più ampio, si suole generalmente effettuare un primario calcolo di quelli di indebitamento e di struttura.

L’indice di indebitamento

L’indice di indebitamento mette in rapporto il capitale proprio (patrimonio netto) e il totale degli investimenti (totale attivo). La formula è dunque:

Formula

Patrimonio netto / Totale attivo

Significato

Il significato di questo indice è che maggiore è il suo valore e maggiore è il livello di patrimonializzazione dell’azienda. A sua volta, giova sottolineare come la patrimonializzazione sia un elemento fondamentale per determinare il merito creditizio dell’impresa, con un valore elevato che può dunque influenzare il calcolo di un rating positivo.

Sebbene non esiste un valore a cui l’indice di indebitamento deve tendere, idealmente il capitale proprio dovrebbe essere almeno pari alla metà del capitale investito, coprendo gli investimenti per il 50% con mezzi propri e con l’altra metà con fonti esterne.

In verità, difficilmente si trovano indici così elevati, soprattutto nelle PMI italiane, dove il ricorso all’indebitamento è molto frequente (soprattutto sui canali bancari). Dunque, valori elevati degli indici di indebitamento sono generalmente propri di imprese solide che sono poco dipendenti da finanziatori esterni.

L’indice di struttura

L’altro principale indice di solidità è  l’indice di struttura.

Formula

(Patrimonio netto + Passivo consolidato) / Immobilizzazioni nette

Significato

Come risulta chiaro dalla lettura della formula, l’indice di struttura misura la capacità dell’impresa di fronteggiare finanziariamente gli investimenti effettuati nelle immobilizzazioni.

In questo caso, abbiamo anche dei punti di riferimento cui mirare. Se l’indice assume valori maggiori di 1, significa che l’impresa sta finanziando i beni durevolmente legati all’attività aziendale attraverso fonti di finanziamento stabili (patrimonio netto). O, comunque, contraddistinti da scadenze di rimborso protratte nel tempo (debiti a medio lungo termine).

Di contro, se l’indice dovesse assumere valori inferiori a 1, allora significa che l’impresa sta finanziando le sue immobilizzazioni con risorse di terzi a breve termine. Naturalmente, è evidente che questa seconda condizione è quella meno consigliata, considerato che gli investimenti ad uso pluriennale dovrebbero essere finanziati con delle fonti di medio lungo termine o con il patrimonio netto.

Giornalista, copywriter, esperto di finanza e marketing editoriale, collabora con alcuni dei più noti network nazionali dell'informazione

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