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Aumento di capitale ed equity crowdfunding

L'operazione di aumento di capitale è di tipo reale, ovvero corrisponde a un incremento del patrimonio sociale. Per questa ragione è anche un'operazione che deve avere carattere di inscindibilità. Ecco nel dettaglio come funziona.

L’aumento di capitale è una delle tappe evolutive più importanti per la crescita di un’azienda. E, si intende, anche una di quelle più apprezzate dagli stakeholders, considerato che il rafforzamento patrimoniale di una società è evidenza assai gradita dalle banche e da tutti gli altri partner coinvolti.

Ebbene, per condurre in porto con convenienza ed efficienza questa operazione, l’equity crowdfuding è una delle vie percorribili.

In questo approfondimento cercheremo di condividere quali siano le caratteristiche dell’aumento di capitale tramite l’equity crowdfunding e per quale motivo potrebbe essere la scelta più conveniente per il futuro dell’impresa.

Cos’è il capitale sociale

Come primo passo conosciamo un po’ meglio il protagonista di questa operazione: il capitale sociale.

Sinteticamente, possiamo definire il capitale sociale come l’ammontare complessivo di tutti i versamenti e dei conferimenti dei soci. Indicato nell’atto costitutivo della società, è dunque il valore di somme e beni che i soci hanno confermato all’impresa a titolo di capitale di rischio, frazionato in quote di pari valore, assegnate ai soci in proporzione dei versamenti effettuati da ognuno.

Per il nostro codice civile, le società per azioni e le società in accomandita per azioni devono avere un capitale minimo iniziale di 100.000 euro. Per le società a responsabilità limitata il capitale iniziale è invece pari a 10.000 euro.

È tuttavia possibile, oggi, aprire una startup con 1 solo euro di capitale, sebbene sia certamente consigliabile versare a titolo di mezzi propri un importo più significativo e pari almeno a coprire tutte le spese iniziali. Ricordiamo inoltre che in caso di capitale sociale inferiore al minimo legale previsto per le SRL, il versamento va effettuato per intero (viceversa è possibile versare solo il 25% del capitale sociale e liberare in un secondo momento la restante parte).

Una startup in linea teorica può essere aperta anche con 1 solo euro di capitale sociale, ma non è consigliabile

Per sapere di più sulla suddivisione delle quote di una startup leggi qui.

Chi sottoscrive l’aumento di capitale sociale?

Chiarito che cos’è il capitale sociale, il suo aumento non potrà che essere rappresentato in una variazione positiva degli elementi che lo costituiscono, finalizzato a rafforzare i mezzi propri della società e generare nuove risorse disponibili, a titolo di capitale di rischio, che potrebbero supportare la realizzazione di nuovi investimenti.

Ma chi sottoscrive l’aumento di capitale sociale?

Evidentemente, la prima categoria di soggetti interessati non potrà che essere costituita dagli stessi soci esistenti: se tutti dovessero sottoscrivere l’aumento, nulla cambierebbe in relazione al loro peso in società, considerato che rimarrebbero in azienda con le stesse quote percentuali precedenti all’aumento.

Di contro, quando il capitale si apre a soggetti terzi, a mutare è anche la struttura proprietaria della società, perché la quota di capitale detenuta dai precedenti soci viene a cambiare in misura più o meno radicale.

In quest’ultimo caso, poi, si potranno avere due tipologie di aumento di capitale:

  • scindibile, realizzato a prescindere dal numero degli investitori che decideranno di sottoscrivere l’operazione
  • inscindibile, perfezionabile solamente se tutti gli investitori parteciperanno alla sottoscrizione.

L’equity crowdfunding per l’aumento del capitale sociale

In questo ambito, l’aumento di capitale sociale effettuato mediante equity crowdfunding è considerato come un aumento di capitale inscindibile, almeno tendenzialmente: se infatti la soglia minima di sottoscrittori non viene raggiunta, i capitali impegnati dai sottoscrittori verrebbero immediatamente liberati e restituiti.

Per quanto intuibile, l’aumento di capitale mediante equity crowdfunding è altresì un aumento di capitale a pagamento, realizzato mediante l’immissione in società di nuovi capitali. L’aumento è invece gratuito se non vengono previsti esborsi diretti da parte dei soci ma, di contro, si procede impegnando le risorse già presenti in bilancio, come le riserve.

Come avviene l’aumento di capitale

La procedura di aumento si svolge in una serie di fasi consequenziali. Vediamole tutte, almeno nei profili di sintesi.

1.La delibera

Il primo passo è costituito dalla delibera di aumento del capitale sociale, possibile solamente se tutte le quote iniziali sono state liberate (dunque, devono essere state versate per intero) e se le perdite sono assenti o inferiori al valore di un terzo del capitale sociale. È tuttavia possibile integrare i requisiti mancanti successivamente alla delibera, qualora non presenti.

2.La sottoscrizione

Una volta deliberato, l’aumento di capitale deve essere sottoscritto dagli interessati. I soci e i terzi devono dunque far pervenire la propria adesione all’operazione entro il termine indicato.

3.La liberazione delle quote

La sottoscrizione delle quote deve avvenire contestualmente al versamento del 25% del capitale sociale e, ove previsto, del sovrapprezzo.

4.Il deposito dell’attestazione

L’aumento di capitale si conclude con un onere in capo all’amministratore che, entro trenta giorni dalla sottoscrizione, dovrà depositare apposita attestazione presso il Registro delle Imprese.

Come si aumenta il capitale tramite equity crowdfunding

L’operazione non presenta particolari specificità rispetto al percorso sopra tracciato, ad eccezione della necessità di indicare, in delibera di aumento di capitale sociale, che l’incremento dei mezzi propri avverrà attraverso una raccolta mediante piattaforme di equity crowdfunding.

Come abbiamo anticipato qualche riga fa, l’operazione rientra tra quelle di aumento di capitale inscindibile, considerato che le piattaforme di equity crowdfunding consentono la gestione di campagne con soglia minima di obiettivo di raccolta che, se non raggiunta determinerebbe la restituzione degli importi investiti ai finanziatori.

L’operazione rientra tra quelle di aumento di capitale inscindibile

Ad ogni modo, di solito si opta per l’individuazione di una quota massima di raccolta (anche per una questione di valuation) il cui mancato raggiungimento non invalida le sottoscrizioni, aprendo così scenari simili a una forma di aumento di capitale scindibile.

Giornalista, copywriter, esperto di finanza e marketing editoriale, collabora con alcuni dei più noti network nazionali dell'informazione

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