Perché sono in calo gli investimenti nelle startup in Africa
Perché gli investimenti in startup in Africa sono in calo? Un recente report ci spiega che cosa sta accadendo e potrebbe succedere.

Nel 2024 gli investimenti tecnologici in Africa hanno subito una decisa flessione, evidenziando ancora una volta quanto siano ardui gli ostacoli che il Continente sta affrontando nell’attirare capitali per l’innovazione digitale.
Stando a quanto emerge dall’ultimo rapporto di Africa: The Big Deal (ATBD), le startup hanno raccolto complessivamente 2,2 miliardi di dollari, segnando una diminuzione del 25% rispetto all’anno precedente e confermando un trend negativo che prosegue per il secondo anno consecutivo.
In questo scenario in evoluzione, il Kenya si è distinto come polo principale di attrazione degli investimenti, consolidando la sua posizione di leadership per il secondo anno consecutivo. Il paese dell’Africa orientale ha infatti catalizzato fondi per 638 milioni di dollari, con una particolare concentrazione nel settore delle tecnologie climatiche. L’asse Nigeria-Egitto-Sudafrica ha mantenuto comunque una posizione rilevante, attirando complessivamente 1,2 miliardi di dollari di investimenti.
Gli unicorni delle tecnologie africane
Nonostante il contesto non sempre brillante, il 2024 ha altresì visto l’emergere di due nuovi unicorni nel panorama tecnologico africano: Moniepoint, società nigeriana specializzata nell’elaborazione dei pagamenti, e Tyme Group, innovativa piattaforma di digital banking con radici sudafricane. Successi che dimostrano che, anche in un periodo di contrazione generale degli investimenti in startup, esistono ancora opportunità significative per le aziende che propongono soluzioni innovative e scalabili.
Si consideri inoltre come l’analisi dei dati riveli una distribuzione temporale interessante dei finanziamenti, con due terzi del totale concentrati nella seconda metà dell’anno, suggerendo un possibile miglioramento del clima di fiducia degli investitori nella parte finale del 2024. I primi dati 2025 potrebbero confermare questo rimbalzo.
Perché gli investimenti in startup hanno frenato
In attesa di conferme o smentite, sottolineiamo come la flessione complessiva rispetto al picco di 4,6 miliardi di dollari registrato nel 2022 possa essere attribuita a diversi fattori.
In particolare, molto significativo è stato il calo del 40% nei finanziamenti sotto forma di debito, mentre le operazioni in equity hanno mostrato una maggiore resilienza, contraendosi solo dell’11%. Si tratta di un dato particolarmente rilevante considerando che storicamente i finanziamenti attraverso il debito avevano mostrato una crescita esponenziale, aumentando di quasi sei volte tra il 2018 e il 2022, fino a raggiungere 1,5 miliardi di dollari, secondo i dati forniti da Partech Partners.
A sua volta, la causa di questa contrazione va ricercata principalmente nel mutato atteggiamento dei venture capitalist dei mercati sviluppati verso il continente africano: l’aumento dei tassi di interesse globali ha infatti spinto molti investitori a privilegiare mercati più vicini e considerati meno rischiosi, riducendo significativamente l’esposizione verso le economie emergenti africane.
Sui maxi investimenti c’è lo zampino degli USA
È poi interessante notare come le poche operazioni di grande portata concluse nel 2024 abbiano visto il coinvolgimento di giganti tecnologici statunitensi come Google e Uber, mentre i venture capitalist istituzionali tradizionali, come Tiger Global (che nel 2022 aveva investito in ben cinque startup africane), hanno mantenuto un profilo molto più cauto.
Insomma, un’evoluzione del mercato che suggerisce la necessità per l’ecosistema delle startup africane di diversificare le proprie fonti di finanziamento e di rafforzare i legami con gli investitori locali e regionali, riducendo la dipendenza dai capitali internazionali più volatili.