Difly, la startup che va a caccia di bombe coi droni
Grazie a droni dotati di sensori per l'indagine del suolo e del sottosuolo dovrebbe essere possibile, tra le altre cose, mappare gli ordigni inesplosi. Difly ci sta lavorando per supportare i pompieri di Berlino
Difly è una startup innovativa di Reggio Emilia specializzata nella realizzazione di droni di ultima generazione definiti “ad alta autonomia di volo” e nella fornitura di servizi aerei, pensati per migliorare il lavoro dei professionisti del settore, grazie alla sua strumentazione all’avanguardia.
La sua offerta si rivolge pure agli amatori, come raccontiamo più avanti in questo articolo. Questa società, infatti, usa il suo know how per tutta una serie di attività anche molto diverse tra loro.
Con la partecipata tedesca Hensoldt, il team di Difly sta cercando di risolvere un problema dei pompieri di Berlino, che si trovano in difficoltà quando devono affrontare incendi nelle foreste vicine alla capitale tedesca. Questo perché la zona, durante la seconda guerra mondiale, è stata interessata da una intensa attività di bombardamento. Ci sono quindi ancora molte bombe inesplose che rappresentano un rischio quando scoppia un incendio da domare.
Il gruppo di Difly sta lavorando per capire come mappare gli ordigni inesplosi sottoterra grazie ai droni, consentendo ai pompieri di operare in maggiore sicurezza. A giugno è previsto un test sul terreno.
«I droni attualmente stanno rivoluzionando il campo del telerilevamento, integrando e a volte sostituendo i dati satellitari, attraverso sensori per l’indagine del suolo e sottosuolo» ha raccontato il CEO della startup Marco Pesci,ì in occasione di un seminario all’Università di Parma.
Marco Pesci è ingegnere meccanico esperto in aerodinamica e velivoli senza pilota e sviluppa soluzioni per l’analisi dei dati acquisiti da droni (RGB, termici, multispettrali, lidar, elettromagnetici) e satelliti, utilizzando algoritmi e software proprietari basati su diversi processi di AI.
Le attività di Difly
Tra le collaborazioni di Difly c’è quella con IcaroSchool: insieme hanno fondato il primo centro di addestramento certificato dall’ENAC (l’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile) e rilasciano patentini di volo sul territorio emiliano.
Difly sta anche sviluppando un digital twin (gemello digitale) della camera bianca dove Leonardo Spa (azienda italiana attiva nei settori della difesa, dell’aerospazio e della sicurezza) produce le sue ottiche per l’applicazione nei settori dello Spazio e della Difesa.
L’offerta commerciale di questa startup, benché il suo campo sia altamente specializzato, è piuttosto ampia.
Si va dai corsi ludico-ricreativi di pilotaggio dei droni a quelli professionalizzanti, sia per pilotare sia per fare il tecnico manutentore o le riprese aeree. Poi ci sono i servizi di consulenza e processing dei dati. Dedicati all’agricoltura di precisione, ai rilievi in caso di incidenti piuttosto che alla fotogrammetria e al geomapping. Soluzioni che possono servire sia alle aziende sia agli enti pubblici, ad esempio nello sviluppo di progetti di urbanistica.
Difly è anche un rivenditore autorizzato di prodotti e componentistica legati al mondo dei droni (come quelli di DJI Solution), oltre che sviluppatore di software per il volo e aeromobili a pilotaggio remoto su misura. Tra le soluzioni proprietarie c’è un tool brevettato per la generazione automatica di missioni autonome, che permette di impostare un volo automatico in pochi clic anche a chi è alle prime esperienze.
Un po’ di storia
Lo sviluppo della società è stato supportato dalla Business Innovation Factory, l’acceleratore di startup di Leonardo Spa, realizzato in partnership con LVenture Group.
Difly ha partecipato alla prima edizione della call di BIF, lo scorso anno. All’epoca era già sul mercato, benché in una fase molto iniziale di avvio. Assieme a LVenture gli specialisti di business della BIF hanno lavorato per dare maggiore struttura al progetto, fare comunicazione e promuovere il portafoglio di servizi che, come abbiamo sottolineato, è molto ricco.
«Anche se non abbiamo deciso di investire nell’equity di Difly – ha commentato Paolo Salvato, Senior Vice President Strategic Innovative Projects di Leonardo – abbiamo aperto a diverse opportunità di partnership (come quella che abbiamo menzionato, ndr). Il potenziale dei servizi di Difly è chiaro e può essere sviluppato attraverso la rete di Leonardo e i bisogni richiesti dal mondo nei vari continenti. Oltre alla prossima, si spera, bonifica dell’Ucraina».
Attualmente i professionisti di Leonardo e LVenture Group stanno selezionando 20 startup tra quelle che si sono candidate per la seconda edizione del programma della BIF. In occasione del Selection Day, da 20 ne verranno scelte 10, che entreranno nel programma di accelerazione con partenza a fine maggio 2023 e chiusura a novembre.