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FoodTech, 5 aziende italiane da tenere d’occhio

Il settore agroalimentare è un fiore all’occhiello per l’economia del nostro Paese. Ma c’è ancora tanto da fare per innovare la filiera. Ecco 5 startup e PMI italiane che stanno rispondendo al bisogno di cambiamento con prodotti e servizi all'avanguardia

FoodTech è un’espressione che identifica le startup e più in generale aziende innovative che offrono tecnologie e servizi di nuova concezione  pensati per la produzione, la lavorazione, il confezionamento, la conservazione e anche la distribuzione del cibo nelle catene e/o al cliente finale.

Si parla quindi di un ventaglio di soluzioni molto ampio, che partono dalla coltivazione o dall’allevamento e arrivano fino al piatto. Macchine agricole, sistemi per la tracciabilità e il controllo della sicurezza degli alimenti, certificazione delle filiere corte, tecnologie avanzate di packaging, soluzioni per creare alimenti basati su proteine alternative, droni per monitorare la salute di piante e animali e molto altro ancora. Anche nel mondo del FoodTech, Artificial Intelligence (AI) e Big Data possono svolgere un ruolo importante, offrendo strumenti di gestione e controllo avanzati e approfondimenti sui desideri e i comportamenti dei consumatori.

Parliamo di un mondo in continua evoluzione, dove la tecnologia ha fatto passi da gigante e contribuisce a creare soluzioni in grado di migliorare l’efficienza della produzione e ridurre gli sprechi. Ma più ancora della tecnologia pura e semplice, per migliorare il settore c’è bisogno di soluzioni ingegnose. E proprio in quest’ottica la redazione di Startup-News ha scelto di selezionare 5 tra le aziende più interessanti del mondo Foodtech. Sono Fedro, Carne Genuina, Planet Farms, Agricolus e Xnext.

Gli investimenti nel settore

Prima di concentrarci sulla rosa delle startup FoodTech selezionate, diamo un rapido sguardo agli investimenti nel settore. I dati sono quelli diffusi da DigitalFoodLab, relativi al 2022. Dopo un 2021 da record, gli investimenti in ambito FoodTech sono diminuiti del 36% nel 2022. Tuttavia, lo scorso anno sono stati comunque investiti 5,9 miliardi di euro nelle startup europee del FoodTech, quasi il doppio rispetto al 2019 e al 2020.

Come è stato ripetuto più volte in diversi contesti, il boom del 2021 è stato principalmente correlato all’esplosione delle startup per la consegna di generi alimentari. Quindi è abbastanza normale che questa sia stata anche la categoria più colpita dal calo degli investimenti (-68%), che comunque si attestano attorno ai 2 miliardi.

Per contro, gli investimenti sono aumentati in altre categorie del settore, dalla produzione di proteine sintetiche ai servizi per la supply chain. Questi ultimi in particolare sembrano destinati a garantire rendimenti interessanti a chi investe.

Cosa succede in Italia

In Italia, secondo un report realizzato da TheFoodCons, lo scorso anno sono stati investiti circa 156 milioni di euro nelle startup del mondo FoodTech, per un totale di 54 operazioni. Parliamo quindi di cifre molto distanti da quelle che vengono registrate negli altri Paesi UE. Numeri che rappresentano appena lo 0,30% degli investimenti nel settore a livello globale: 52 miliardi di dollari.

Ecco una breve panoramica degli investimenti divisi per sottosettore.

  • Le startup del Digital Food, di cui fanno parte quelle che si occupano di marketplace, delivery e nuovi modelli “dal produttore al consumatore” hanno attirato quasi 65 milioni di investimenti, il 41,6% del totale. Di questo mondo fanno parte realtà come Cortilia o Babaco, ad esempio, ma anche un’azienda che citiamo direttamente in questo articolo, ovvero Carne Genuina.
  • Al secondo posto ci sono le startup cosiddette AgriTech, quelle che perseguono l’obiettivo di rimodellare l’agricoltura grazie a nuove strategie, dalle colture verticali ad altre forme di farm management. Lo scorso anno (sempre secondo TheFoodCons) hanno attirato quasi 61 milioni di fondi, pari al 38,9% del totale. In questo ambito va sicuramente citata Planet Farms, specializzata appunto in farm management (vedremo meglio di cosa si tratta in un prossimo paragrafo). E ci sono business più “particolari” e discussi come quello di Nutrinsect.
  • Al terzo posto ci sono le nuove imprese tecnologiche per il mondo della ristorazione, che raccolgono invece solo l’11,3% del totale, ovvero 18,3 milioni. In questo gruppo c’è ad esempio la BtB del semilavorati per le cucine Soul-K. Ma anche una realtà di cui parliamo nel prossimo paragrafo: Fedro.
  • In quarta posizione, con circa il 5% del totale degli investimenti, cioè 9 milioni, le imprese innovative in ambito food retail e innovative food. Stiamo parlando di quelle startup che si occupano di cibi funzionali e salutistici, andando incontro a nuovi modelli di consumo.
  • Infine, c’è una categoria che vera categoria non è, perché raccoglie progetti imprenditoriali molto diversi tra loro, che si concentrano su packaging, economia circolare ma anche pet food (2,7 milioni di euro, meno del 2% del totale).

1.Fedro, la filiera corta BtoB

Fedro sì è già lasciata alle spalle lo status di startup ed è oggi una PMI innovativa. Attualmente in fase di crowdfunding sul portale Mamacrowd, ha già superato l’obiettivo minimo di raccolta, con 138 mila euro. La sua valutazione pre-money è pari a 2 milioni e 100mila euro.

Il suo core business è una realtà distributiva di prodotti agroalimentari a filiera corta e trasparente, dedicata al mondo della ristorazione. Nata nel 2018, l’azienda è attivamente impegnata nell’esplorazione del territorio italiano, alla ricerca di realtà virtuose e sostenibili, per introdurre nel circuito Ho.Re.Ca. prodotti di alta qualità che siano anche etici. 

Fedro seleziona e certifica i prodotti distribuiti lungo il suo circuito, offrendo supporto costante ai clienti e valorizzando i piccoli produttori.

Grazie alla sua offerta di circa 1700 referenze da 50 produttori, e al suo sistema affidabile e digitalizzato, Fedro ha fatturato nel 2022 900mila euro, registrando una crescita del 100% rispetto al 2021. Attualmente serve più di 250 ristoranti dislocati sul nostro territorio, di cui 41 sono stelle Michelin, oltre ad alcuni operatori in Germania e Lussemburgo. Il tasso di abbandono al servizio è inferiore all’1%.

Con i fondi raccolti grazie alla campagna di equity crowdfunding, Fedro ha intenzione di consolidare la propria posizione e diventare leader italiano nella promozione della sostenibilità per il settore, attraverso un approccio FoodTech. Lancerà una App, Casa Fedro, che trainerà la crescita per ampliare questa rete di raccordo tra produzione agricola e mondo della ristorazione. Inoltre, userà l’AI per profilare le preferenze degli chef e svilupperà contenuti dedicati al suo target. In questo modo migliorerà l’esperienza di acquisto dei professionisti della ristorazione.

2.Carne Genuina, qualità e impatto zero

Una startup che produce carne di qualità a impatto zero. Secondo gli studi di settore un chilo di carne di manzo produce 25 Kg di CO2, ma è possibile rendere il mercato delle carni sostenibile grazie all’impegno degli allevatori. Nel 2022 Carne Genuina  ha chiuso con successo una campagna di equity crowdfunding, raccogliendo oltre 170mila euro e portando a bordo tra i nuovi soci altri allevatori italiani.

Carne Genuina non distribuisce solo la carne che produce direttamente da bovini allevati a fieno. Seleziona produttori e allevatori altrettanto virtuosi per vendere carni, formaggi, vino, birra e olio di qualità in tutta Italia.

La sostenibilità dell’intera filiera è garantita da un’attenta selezione delle aziende agricole coinvolte, tutte a condizione familiare, e dalla grande attenzione per packaging e trasporto. Ogni anno Carne Genuina compensa tutta la Co2 che produce per allevare i propri bovini.

La startup spedisce in Italia con corriere refrigerato a temperatura controllata e offre ai propri clienti un’assistenza telefonica e online per qualsiasi problematica.

Come si concretizza l’annullamento dell’impatto di Carne Genuina in termini di produzione di CO2?

L’energia pulita prodotta grazie agli impianti fotovoltaici neutralizza il 60% della CO2 immessa nell’ambiente dalla startup. Inoltre, nel 2021 la startup ha adottato una piccola foresta di Baobab per compensare il restante 40% (pari a 93 tonnellate) della CO2 prodotta.

Lo scorso anno l’azienda ha deciso di completare sul territorio italiano il processo di compensazione dell’inquinamento grazie alla partnership con Forever Bambù. I bambuseti infatti assorbono 36 volte più CO2 delle altre foreste. Man mano che la produzione di Carne Genuina aumenterà, la startup amplierà di conseguenza l’adozione di superficie piantumata a bambù.

Carne Genuina ha in serbo altre novità, di cui parleremo presto su Startup-News.

3.Planet Farms, agricoltura verticale senza pesticidi

Planet Farms produce e vende vegetali da agricoltura verticale coltivati in assenza totale di pesticidi, all’interno di un ambiente incontaminato, nel pieno rispetto dell’ambiente. Un sistema che consente maggiore efficienza in uno spazio molto più ridotto rispetto a quello necessario per produrre gli stessi volumi con l’agricoltura tradizionale.

La selezione dei semi, la massima attenzione verso la purezza delle varietà che non riescono più a crescere in campo e la tecnologia consentono a PlanetFarms di produrre insalate, aromi e un pesto genovese di alta qualità, coniugando passato e presente.

PlanetFarms è particolarmente attenta alla tutela e al recupero della biodiversità che negli anni è andata perduta.

La startup vanta una collaborazione di prestigio con i fratelli Cerea, proprietari del ristorante 3 Stelle Michelin Da Vittorio a Brusaporto, nata nel 2020, durante la pandemia.​ E sempre nel 2020 ha vinto il Premio Nazionale per l’Innovazione in Agricoltura.

Nel 2021, dopo più di sei anni di ricerca applicata, Planet Farms ha introdotto sul mercato della grande distribuzione le sue prime insalate in busta prodotte nella indoor farm sul territorio brianzolo. Come? Grazie al sistema di coltivazione verticale. Consente di produrre in spazi ridotti senza sprecare acqua, ottimizzando i parametri di crescita. Lo stesso anno la società  ha chiuso un round da 30 milioni guidato dal fondo Azimut (che ne ha investiti 10). 

I soldi raccolti serviranno a finanziare, tra le altre cose, la realizzazione di nuovi stabilimenti e di un centro di ricerca.

Attualmente, Planet Farms vende in oltre 300 supermercati e i suoi obiettivi ora sono sia quello del consolidamento sul mercato italiano sia quello dell’espansione all’estero. La società opera già in Portogallo dove si occupa di automazione e intelligenza artificiale, in Olanda, in Inghilterra e Svizzera con altre partnership.

4.Agricolus, agricoltura data-driven

Agricolus è una PMI italiana nata nel 2017 e specializzata in tecnologie per la precision farming, o agricoltura di precisione. Offre applicazioni in cloud pensate per gli agricoltori, gli agronomi e più in generale le aziende agricole. Soluzioni utili per ottimizzare la produzione grazie ai dati, migliorando il controllo sui prodotti e i processi, innalzando la qualità e riducendo i costi. Parliamo ad esempio di sistemi GIS (Geographical Information System) per la mappatura dei campi, immagini satellitari per il controllo delle colture da remoto, strumenti previsionali per contrastare insorgenza di malattie e attacco di parassiti eccetera.

Tra gli obiettivi di Agricolus c’è anche quello di supportare le aziende per operare nel pieno rispetto delle norme europee.

L’agricoltura intelligente è un settore con potenzialità di crescita molto significative nel nostro Paese. Ma c’è ancora una certa resistenza da parte degli operatori del settore, legati a metodi di conduzione delle società agricole molto più tradizionali, che si fondano soprattutto sull’intuizione e l’esperienza. Eppure, per essere competitive, tutte le aziende hanno bisogno di prendere decisioni più consapevoli e data-driven.

Secondo il Global Market Insights, entro il 2024, il mercato della Precision Farming varrà più di 10 miliardi di dollari, soprattutto perché potrà concretamente aiutare ad aumentare la produzione rispondendo ai bisogni di una popolazione mondiale in continua crescita.

La PMI Agricolus si è classificata terza per la categoria Innovative Made in Italy dell’edizione 2017 di UniCredit Start Lab, per poi seguire un percorso di accelerazione dedicato. StartUs Insight ha inserito Agricolus tra le 10 migliori innovazioni AgriTech al mondo, per il 2022, nella categoria “Agricoltura di precisione”.

5.Xnext, la sicurezza alimentare al primo posto

Xnext è una PMI innovativa che grazie alla sua tecnologia brevettata è in grado di identificare gli alimenti contaminati in tempo reale. XSpectra, infatti è una nuova generazione di ‘raggi x’, tra le più evolute sul mercato, pensata per individuare agenti contaminanti o altri difetti non rilevabili tramite i classici controlli in linea di produzione.

Come lo fa? Attraverso la spettroscopia: analizza le caratteristiche chimico-fisiche dei materiali in esame e identifica materiali organici e non, tra cui diversi tipi di plastiche, ossa, legno, insetti, tossine eccetera.

Gli standard di controllo degli alimenti imposti a livello mondiale sono piuttosto alti, ma la sicurezza alimentare è ancora un problema. Questo perché spesso è difficile rilevare microrganismi e particelle molto piccole di composti estranei in modo efficace, prima che un alimento sia immesso sul mercato. Parliamo di una tecnologia che può essere applicata anche ad altri ambiti, come nell’industria e per individuare prodotti non conformi, o nel riciclo dei materiali.

La PMI FoodTech ha ricevuto nel 2021 un importante investimento da parte del fondo Neva First, gestito da Neva Sgr, venture capital del Gruppo Intesa Sanpaolo, finalizzando un aumento di capitale da 5 milioni di euro che ha anche comportato il passaggio a Società per Azioni.

L’idea di XSprectra nasce nel 2011 ed è il risultato di 9 anni di ricerca e sviluppo e 10 milioni di euro investimenti.

Una rivoluzione ci attende

Secondo gli esperti del DigitalFoodLab è in corso una vera e propria rivoluzione alimentare che ci porterà a un nuovo sistema di consumo proprio grazie alle realtà del FoodTech. Non accadrà tutto in una volta, ma il cambiamento sarà in ogni caso veloce, soprattutto per quanto riguarda la qualità e la tracciabilità degli alimenti che arriveranno sulle nostre tavole. Ovviamente ci saranno grandi sconvolgimenti per alcuni settori che ne usciranno trasformati, mentre altri spariranno o entreranno profondamente in crisi.

Per approfondire il tema scopri il punto di vista di Riccardo Fisogni, Vice President e General Manager Italia Eatable Adventures, tra i maggiori acceleratori FoodTech a livello mondiale.

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