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Come diventare youtuber: cosa fare, come iniziare e quanto si guadagna

Il primo passo, se decidi diventare youtuber, è chiarire bene chi è questa figura e cosa fa oggi. Non si tratta più semplicemente di “mettere in camera e parlare”, almeno non se vuoi farne una professione. Uno youtuber è colui che produce, realizza e diffonde video su uno o più argomenti, spesso con una strategia mediatica, non giusto per svago. In più, oggi la piattaforma YouTube non è più l’unico canale: chi punta sul serio integra blog, podcast, social network, magari newsletter.

Dal punto di vista numerico: YouTube nel 2025 conta circa 2,53 miliardi di utenti attivi mensili nel mondo. Ogni mese centinaia di milioni di persone accedono, consumano contenuti, cercano informazioni, intrattenimento, tutorial. Questo significa che, se vuoi diventare youtuber, hai davanti un mercato enorme — ma anche una concorrenza elevata.

Inoltre, esistono oggi circa 69 milioni di creator attivi su YouTube (canali con contenuti regolari). È importante sapere che “fare lo youtuber” non è solo aprire un canale e caricare video qua e là: significa inserirsi in un ecosistema competitivo, dove emerge chi ha qualcosa di chiaro da dire e sa come farlo.

Di cosa deve parlare uno youtuber

Quando pensi a come diventare youtuber, la scelta dell’argomento gioca un ruolo cruciale. Non esiste un tema “magico” che garantisce successo, ma ci sono buone pratiche che aumentano le probabilità. Serve che tu tratti un tema per cui hai passione e competenza, e allo stesso tempo che ci sia un pubblico abbastanza ampio per poter monetizzare.

Ad oggi, i formati che performano bene includono: tutorial, recensioni, lifestyle, tecnologia, finanza personale, esperienze di vita, ma anche video più verticali e brevi come quelli destinati a Shorts o Reels. Ad esempio, la sezione YouTube Shorts è ormai entrata stabilmente nei meccanismi di visibilità: rappresenta circa il 20% del totale dei video caricati su YouTube.

Un altro elemento rilevante: il pubblico tende a premiare chi ha un’identità riconoscibile. Se il tuo tema è “viaggi low‑cost per giovani”, è utile che lo comunichi chiaramente e che mantenga una coerenza visiva e contenutistica nel tempo. In questo modo, quando le persone cercano qualcosa di specifico — tipo “viaggio backpacking in Asia 2025” — tu puoi emergere come riferimento.

Quali competenze deve avere uno youtuber

Se vuoi diventare youtuber, non bastano entusiasmo e passione: è utile sviluppare una serie di competenze concrete. Non è necessario un percorso universitario specifico, ma prepararsi bene aiuta.

Tra le competenze più rilevanti oggi troviamo la capacità di usare attrezzature per girare video e curare la produzione: smartphone o videocamera, microfono, luci, software di editing. Anche se si parte in modo modesto, è importante puntare alla qualità audio‑video fin da subito. Serve conoscere la piattaforma YouTube (algoritmi, logiche di visibilità, logica delle community) e degli altri social network, perché essere youtuber oggi significa spesso “multicanale”.

Sono fondamentali anche le competenze SEO e analitiche: sapere come impostare titolo, descrizione, tag, thumbnail per favorire il posizionamento su YouTube e comparire nei suggeriti. Il CPM medio in Europa è di circa 2,50 euro per mille visualizzazioni monetizzate. Serve anche creatività e spirito di inventiva: per distinguersi, proporre contenuti che siano interessanti, utili e che mantengano l’attenzione.

Infine, la capacità davanti alla videocamera o in generale di comunicare in modo naturale è importante per stabilire un legame autentico con il pubblico. Chi fa davvero lo youtuber con serietà non improvvisa: crea un piano editoriale, stabilisce frequenza di pubblicazione, calendarizza i contenuti.

Cosa fa lo youtuber

Ora che hai deciso di diventare youtuber, cosa comporta concretamente questa scelta? Il lavoro dello youtuber “professionista” è multitasking. Non basta registrare un video ogni tanto: serve un approccio da mini‑media company.

Serve ideare il contenuto, scrivere la scaletta, registrare, montare, ottimizzare. Poi, pubblicare e promuovere: caricare su YouTube, inserire titolo/descrizione/tag, disegnare la thumbnail, condividere su altri social. E ancora: analizzare i dati (tempi di visualizzazione, clic, retention, tasso di iscrizioni) per capire cosa funziona e cosa no.

Nel 2025 YouTube aggiorna costantemente le sue regole di monetizzazione. A luglio 2025, ad esempio, sono entrate in vigore nuove linee guida sui contenuti inautentici. Lo youtuber deve quindi mantenersi aggiornato sulle policy e operare in modo coerente.

Oggi lo youtuber non “vive” solo su YouTube: la strategia di presenza richiede spesso un blog, un podcast, un account Instagram o TikTok, magari una newsletter. Diffondere i contenuti e creare una community attiva è ciò che fa la differenza.

Come si diventa youtuber

La prima cosa pratica è aprire il canale YouTube: serve un account Google, andare sulla piattaforma, scegliere nome e impostazioni di base. Ma non basta: è fondamentale curare l’estetica del canale — il logo, l’icona, l’immagine di copertina — perché questi elementi contribuiscono a definire la tua identità visiva.

Dopodiché, inizia con la produzione reale dei video. Non serve subito attrezzatura top: molti creator partono con uno smartphone e un microfono economico. Ma è importante che ci sia cura: audio pulito, luce sufficiente, montaggio almeno discreto.

È molto utile anche pianificare in anticipo. Prima di pubblicare, fissa un calendario editoriale – ad esempio programmare i primi 4‑6 video con titolo, tema, data di uscita. Questo ti costringe a riflettere sul contenuto, evitare l’improvvisazione e mostrare agli utenti che sei affidabile.

Studia canali simili, osserva cosa funziona (formato, durata, tono), e poi adattalo. Non copiare pedissequamente, ma impara e trova la tua voce. Mantieni coerenza nel tema scelto e nella frequenza di pubblicazione: questo è cruciale per crescere.

Creare video per Youtube

Qui, qualità e valore sono due pilastri. Qualità non significa necessariamente “budget alto”, ma significa che il contenuto è ben pensato, ben montato, coinvolgente.

Nel 2025, la durata media dei video su YouTube è di circa 12‑13 minuti. Se lavori su tutorial o spiegazioni, puoi puntare a durate simili, ma l’importante è che la curva di attenzione dell’utente non scenda.

L’attrezzatura minima include: una luce decente (o luce naturale), un microfono esterno e un software di editing gratuito come DaVinci Resolve o CapCut. Col tempo, puoi passare a videocamere mirrorless, luci più professionali, grafica più curata.

Quando registri, poni attenzione all’inizio del video: i primi 10‑20 secondi sono cruciali. Pensa alle miniature e ai titoli: titoli accattivanti ma veritieri, miniature chiare, coerenti con il tuo brand visivo.

Dopo la pubblicazione, promuovi il video: condividilo su Instagram, TikTok (versione breve), su un blog se ne hai uno, nelle community pertinenti. Non basta caricare e sperare: serve azione, rete, presenza.

Quanto guadagna uno youtuber

La risposta sincera: dipende. Ci sono vari modelli di monetizzazione in gioco, e i risultati variano in base a nicchia, engagement, pubblico, qualità e continuità.

YouTube nel 2024 ha generato circa 36,1 miliardi di dollari di entrate da pubblicità. I creator ricevono il 55% delle entrate pubblicitarie. Il CPM medio in Europa è intorno a 2,50 euro, ma può variare da 1 a 8 euro circa.

Per esempio: se un tuo video genera 100.000 visualizzazioni monetizzate e hai un CPM di 2,50 €, potresti guadagnare circa 250 €. Ma per rendere il tutto sostenibile servono più video e un piano a lungo termine.

Le entrate più consistenti spesso arrivano da sponsorizzazioni, affiliazioni, prodotti digitali (ebook, corsi), abbonamenti e donazioni. Il top creator MrBeast ha guadagnato oltre 54 milioni di dollari nel 2023, ma anche canali più piccoli con 20.000 iscritti e una community fedele possono generare redditi importanti.

La differenza la fa la pianificazione

Chi vuole davvero diventare youtuber deve pianificare. Definisci un piano editoriale: quali contenuti, quando, come li promuoverai, quanto tempo dedichi al montaggio.

Analizza le metriche: quali video funzionano meglio? Quale thumbnail genera più clic? Lavora sulla community: rispondi ai commenti, chiedi feedback, crea relazione.

In parallelo, lavora sulla cross‑promozione. Collegare YouTube a Instagram, TikTok, blog, newsletter genera sinergie e nuovi pubblici. I formati brevi aiutano: un clip da 60 secondi può portare nuove visite al video completo.

Leggi anche:

Diventare youtuber: così i creator si trasformano in imprenditori di successo

 

Giornalista, copywriter, esperto di finanza e marketing editoriale, collabora con alcuni dei più noti network nazionali dell'informazione

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