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Growth hacking, l’email marketing in una strategia di crescita rapida

Come applicare strategie di Growth hacking a una campagna di email marketing

Le startup, in costante aumento nel settore tech, si basano tutte su un denominatore comune: dietro a questi business ci sono menti brillanti che hanno utilizzato strumenti e tecniche per una crescita rapida e costante di utenti, comunemente riconosciuta come Growth hacking.

In questi casi si è studiato il ciclo di vita di un utente al fine di avere l’opportunità di raggiungerlo da uno stato all’altro: una persona sente qualcuno parlare di noi, ci visita, crea un account, torna a visitarci, ci raccomanda ai suoi amici e finalmente si converte a nostro cliente trasformandosi in alcuni casi un utente fedele e abituale. Questo è il compito principale di un growth hacker, ovvero fare in modo che l’utente superi varie tappe fino a convertirsi in cliente. Tutto questo nella maniera più semplice in modo da arrivare a milioni di persone in poco tempo.

Il compito di un growth hacker: fare in modo che l’utente superi varie tappe fino a convertirsi in cliente. 

Il lavoro di un growth hacker però non si centra solo sul guadagnare utenti, ma anche sullo stimolarli e animarli perchè realizzino azioni concrete con noi, con l’obiettivo finale che spendano più soldi e/o tempo per il nostro servizio. Il growth hacking si occupa di ampliare le possibilità di un affare facendo uso di risorse digitali, sfruttando opportunità tanto tecniche quanto economiche e ottenendo, in questo modo, una crescita veloce e sostenibile per il business.

Tenendo conto di tutto ciò, l’email marketing è davvero uno degli strumenti da considerare al momento di far crescere gli utenti di una piattaforma web? La risposta, chiaramente, è affermativa. Vale la pena accennare uno degli esempi utilizzati per illustrare le tecniche di growth hacking: il messaggio che appare alla fine di qualunque mail inviata da Hotmail, in cui si dice che l’email è stata, appunto, inviata con Hotmail e che tu stesso puoi usufruire di questo servizio gratis. In aggiunta, il suo relativo link al servizio per registrarti. Un “aggancio” fantastico che ha portato alla conversione di moltissime persone e nuovi clienti a questo servizio di posta elettronica.

 

Growth hacking nelle campagne di email marketing

Esistono differenti tecniche che si basano sull’uso dell’email per far crescere la base di utenti. Per cominciare, come abbiamo visto nel caso di Hotmail:

La firma dell’email ha un valore impressionante per mostrare un messaggio in uno spazio strategico che dovremmo sfruttare per comunicare la nostra call to action.

É quindi importante evitare uno dei principali errori che si commettono nelle firme della posta elettronica: utilizzare una dimensione delle lettere tanto piccola che non si fa notare, ma occulta il messaggio che vogliamo inviare. In questo punto dobbiamo essere creativi al massimo per attirare l’attenzione di una persona. Non per niente abbiamo già ottenuto che ricevesse la nostra posta e che la aprisse. Ora dobbiamo ottenere che la legga e che realizzi l’azione che le proponiamo. Questa formula va applicata a tutta la posta che inviamo. La quantità di email che gestiamo giorno dopo giorno fa della firma un elemento strategico fondamentale.

 

Automatizzazione intelligente nell´email marketing

Quante volte hai ricevuto una mail alcune ore dopo aver abbandonato un carrello d´acquisto?

Studi dimostrano che automatizzare determinate funzioni aiuta a ottenere conversioni.

Per esempio é stato dimostrato che tenere pronte una serie di email che si inviano automaticamente nel caso in cui un utente abbandoni il suo acquisto online, aumenta le possibilità di conversioni di oltre il 20%.

Un altro aspetto da sfruttare è la possibilità di conoscere i nostri clienti grazie a quello che fanno, analizzando il loro comportamento. Se riusciamo ad automatizzare alcune email personalizzate in base ai gusti e agli interessi di ogni persona, avremo compiuto un enorme passo verso la conversione finale.

Uno degli esempi da seguire è quello di Amazon, che ha capito meglio di chiunque altro il potere delle email per ottenere visite. Infatti, non vedremo mai email inviate dai grandi ecommerce con contenuto statico e uguale per tutti gli utenti.

 

I test A/B per applicare piccoli cambiamenti che portano al successo

Con i test A/B si guadagna nella conoscenza dei nostri utenti, basata sulle reazioni ai messaggi e alle call to actions che proponiamo loro.

Imparare continuamente da ogni azione che si realizza é uno dei principi di tutta la strategia di growth hacking e gli A/B test sono parti essenziali soprattutto per definire le creatività che si inviano e le landing pages, ovvero le pagine web alle quali si riferiscono i link all’interno dell’email.

D’altro canto uno dei fattori determinanti di tutta la campagna di email marketing è che le email siano inviate da una persona. La prima cosa che un iscritto vede quando riceve una delle tue comunicazioni, è una linea nella quale appaiono i dati di chi ha inviato l’email.

Secondo uno studio di DoubleClick, il 95,5% degli utenti catalogano come spam le email che ricevono da sconosciuti.

Per questo è importante che si utilizzi in questo spazio un’identificazione chiara, per evitare i tanto frequenti e odiati no-reply.

E se la persona che invia l’email non è sempre la stessa? Potremmo configurare le campagne per utilizzare differenti persone al momento di definire chi invia i messaggi. In questo modo potremo inviare messaggi di differenti membri del team per fare in modo che l’utente abbia un’esperienza più personalizzata.

Anche la creatività risulta essere un elemento davvero importante per la nostra strategia, anche parlando del mittente delle nostra mail, in quanto qualunque piattaforma di email marketing permette di  modificare l’email dalla quale si inviano i messaggi. Un primo passo è creare account come newsletter@tuodominio.com o offerte@tuodominio.com.  Com’è facile notare, più chiari e creativi siamo, più possibilità avremo che l’email venga aperta.

 

Elimina dal database chi non vuole essere tuo cliente

Legalmente dobbiamo offrire a tutti i nostri utenti la possibilità di decidere di non voler più ricevere le nostre comunicazioni via mail. C’è però un caso che ci è parso interessante considerare: puliresti il tuo database eliminando quelli che non hanno interagito per un certo periodo,comunicandoglielo in modo creativo? É ciò che hanno fatto in Fab, un ecommerce di arredamento dove nel messaggio non davano l’opzione di cancellazione dell’iscrizione, ma di tornare a iscriversi.

Anche se a prima vista può sembrare un azzardo, un’azione di questo tipo non solo ci permette di restare in contatto con utenti che stavamo quasi perdendo ma anche, nel peggiore dei casi, ci aiuta a pulire il nostro database. Non ha senso tenere utenti registrati che non vogliono esserlo.

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