PMI, come sono cambiate le forme giuridiche
Cambia lo scenario delle forme giuridiche adottate dalle PMI, che preferiscono sempre più le società di capitali rispetto alle alternative.

Il tessuto imprenditoriale italiano continua a vivere una significativa trasformazione strutturale. Secondo l’analisi Movimprese, condotta da Unioncamere e InfoCamere sulla nati-mortalità delle imprese, il primo trimestre del 2025 evidenzia un cambiamento nella composizione giuridica delle aziende italiane. Mentre il bilancio numerico tra aperture e chiusure risulta pressoché stabile (-0,05%), si osserva una netta divergenza nelle dinamiche delle diverse forme societarie.
In particolare, le società di capitali continuano la loro espansione a un ritmo considerevole (+0,7%), rappresentando l’unica forma giuridica a chiudere il trimestre con un saldo positivo di 13.358 unità. Al contrario, si registra una contrazione delle imprese individuali (-11.597), delle società di persone (-4.316) e delle cooperative (-506). Un fenomeno che conferma la tendenza verso un sistema imprenditoriale “a doppia velocità”, con una crescente preferenza per le Srl rispetto alle forme imprenditoriali tradizionali.
Andamento settoriale: crescono i servizi professionali, soffrono i settori tradizionali
L’analisi settoriale rivela dinamiche contrastanti nell’economia italiana. I servizi professionali, scientifici e tecnici mostrano il risultato più incoraggiante, con un saldo positivo di 2.795 imprese (+1,10% rispetto a fine dicembre 2024), con un dato che conferma una tendenza di fondo che premia le attività ad elevato contenuto intellettuale e consulenziale.
Per contro, continuano a soffrire comparti più tradizionali dell’economia:
- Il commercio perde 7.627 imprese (-0,56%)
- L’agricoltura registra un calo di 5.809 aziende (-0,84%)
- Il settore manifatturiero vede una diminuzione di 2.747 imprese (-0,55%)
Nonostante il saldo complessivamente negativo, il primo trimestre 2025 rappresenta il terzo dato meno negativo degli ultimi dieci anni, segnando un miglioramento rispetto allo stesso periodo del 2024, quando il saldo era stato di -10.951 unità.
L’effetto Giubileo: Roma e Lazio in controtendenza positiva
A livello territoriale, il Centro Italia emerge come l’unica macro-area con un saldo attivo alla fine del trimestre (+422 imprese), trainato in modo decisivo dal Lazio. Le altre regioni italiane permangono in territorio negativo, sebbene con tassi di contrazione inferiori rispetto all’anno precedente.
Roma, in particolare, ha registrato il miglior saldo imprenditoriale a livello nazionale nel primo trimestre 2025: 8.626 nuove iscrizioni contro 6.859 cessazioni, con un saldo positivo di 1.767 imprese e un tasso di crescita dello 0,4% – in netta controtendenza rispetto alla media nazionale leggermente negativa (-0,05%). Alla fine di marzo 2025, il numero totale delle imprese registrate nella capitale e provincia ammonta a 437.649 unità, rappresentando il 7,5% del tessuto imprenditoriale italiano.
Cauto ottimismo sul futuro nonostante le incertezze
La situazione socio-politica mantiene elementi di incertezza e il quadro economico globale risulta ancora difficilmente prevedibile, tuttavia i dati diffusi dalla rilevazione di Unioncamere/Infocamere suggeriscono ragioni per un cauto ottimismo, secondo quanto emerso dalle valutazioni del Presidente della Camera di Commercio di Roma, Lorenzo Tagliavanti.
L’analisi evidenzia come Roma continui a manifestare una notevole capacità di resilienza di fronte alle sfide economiche, sebbene resti prioritario rafforzare le misure di sostegno al tessuto produttivo locale. Il 2024 e i primi mesi del 2025 hanno registrato una notevole crescita del turismo e una tenuta del settore delle costruzioni, comparti fondamentali per l’economia romana.
Le risorse del PNRR, insieme ai fondi stanziati per il Giubileo 2025, stanno progressivamente generando effetti concreti sull’economia reale, creando i presupposti per uno sviluppo strutturale dell’intero sistema imprenditoriale italiano.