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Regime forfettario e regime dei minimi? Tutto quello che devi sapere

Quali sono le differenze tra il regime dei minimi ed il regime forfettario? Chi ne trae vantaggio? Quale conviene aprire nel 2022?

Quali sono le differenze tra il regime dei minimi e il regime forfettario? Chi ne trae vantaggio? Quale conviene aprire nel 2022? Queste sono solo alcune delle tante domande che gli imprenditori, nuovi e di esperienza, si pongono. 
A rendere ancora più difficile la scelta ci sono anche i nuovi aggiornamenti ed ordinamenti che ogni anno modificano leggermente ciò che fino ad allora è stato detto. Qui di seguito parleremo delle maggiori differenze tra regime forfettario e regime dei minimi e quali sono i requisiti per restare nel regime forfettario nel 2022.

Regime dei minimi

Il regime dei minimi è stato di fatto abrogato dal nuovo regime a forfait nel 2015.
Tuttavia questa modalità di tassazione continuerà ad essere applicata fino a decorrenza naturale per coloro che già se ne avvalevano nel 2015, oppure fino a scadenza del quinquennio o compimento del trentacinquesimo anno d’età.

Regime forfettario

Il regime forfettario sostituisce non solo il regime dei minimi ma anche il regime cosiddetto degli “ex minimi” e il regime delle nuove iniziative produttive, diventando l’unico regime agevolato disponibile a chi decidesse di aprire partita iva dal 2015 in poi.
Si presenta come una soluzione agevolata con tassazione ridotta per tutti coloro che volessero iniziare un’attività ma non sono sicuro di riuscire a raggiungere introiti importanti.
Un ulteriore vantaggio è la relativa facilità burocratica nella gestione di tale regime agevolato grazie alla possibilità di non applicare l’IVA.
Ci sono dei requisiti per riuscire a godere dei vantaggi del regime agevolato e nel caso che non si riescano ad adempiere tali requisiti, si passerà automaticamente ad un regime ordinario a partire dal successivo anno.

Accedere al regime forfettario

Poiché si tratta di una regime con tassazione ridotta, i requisiti per accedere e mantenere il regime sono piuttosto rigidi.

  • Il primo requisito è quello di restare sotto la soglia di 65.000 Euro di compensi all’anno.
    È importante notare che questo limite si riferisce ai 365 giorni di un anno solare e che se si apre la partita IVA in corso d’anno sarà necessario ricalcolare la soglia massima in base al numero di giorni che restano fino alla fine dell’anno solare corrente.
  • Un altro requisito riguarda il reddito da lavoro dipendente.
    Il regime forfettario consente a chi lo volesse di avviare un’attività in proprio mentre e allo stesso tempo eseguire prestazioni di lavoro come dipendente a patto che il RAL (reddito annuo lordo) non superi i 30.000 Euro all’anno.
    Allo stesso tempo, allo scopo di restare nel regime forfettario, non sarà consentito avere più del 50% del fatturato derivante dal proprio datore di lavoro o ex datore di lavoro nel caso in cui il rapporto di lavoro sia terminato entro i precedenti 2 anni.
  • Per quanto riguarda l’assunzione di personale, il limite di lavoro subordinato e parasubordinato non potrà superare i 20.000 Euro.
    Questo include anche collaboratori che aiutano a mantenere in piedi l’attività.
  • Chi abbia partecipazioni in società di persone, ad esempio SNC, SAS e SS, non potrà accedere al regime forfettario.
  • Non prevede l’esclusione dal regime agevolato la partecipazione in società di capitali come SPA, SRL e SAPA a meno che non si fatturi più del 50% del fatturato totale nei confronti della società della quale si hanno partecipazioni.

Vantaggi

I vantaggi offerti dal regime forfettario sono notevoli ed hanno lo scopo di incoraggiare l’apertura di partite IVA.
Ecco qui di seguito i maggiori vantaggi.

  • Tassazione agevolata al 5% per le nuova attività per i primi 5 anni, oppure tassazione al 15% per attività già esistenti.
    Questa è un’imposta sostitutiva che prende il posto dell’imposta ordinaria (IRPEF) e a differenza di quest’ultima, non prevede incrementi per scaglioni di reddito indipendentemente dal volume dei compensi.
  • Il coefficiente di redditività ( codice ATECO) è un concetto introdotto proprio dal regime forfettario, grazie al quale si determina la parte di reddito sulla quale vanno calcolate le tasse.
    Con questo coefficiente si calcola in maniera ipotetica quale sia la percentuale di reddito che serve a mantenere l’attività nelle sue varie spese con lo scopo di tassare solo la restante percentuale.
    Per fare un esempio, un’attività di ristorazione ha un coefficiente di redditività del 40%, questo vuol dire che il 60% dei suoi introiti andranno spesi per mantenere l’attività e di conseguenza solamente il 40% sarà soggetto a tassazione.
  • La mancata applicazione dell’IVA è un altro vantaggio del regime forfettario.
    Questa peculiarità permette di essere più competitivi nel proprio settore e snellire la parte burocratica del dirigere un’attività in quanto non sarà necessario dichiarare l’IVA né eseguire il versamento trimestrale.

Ulteriori considerazioni

Abbiamo parlato finora di requisiti, vantaggi e tassazione agevolata del regime forfettario ma restano ancora delle considerazioni da fare prima di aprire una partita IVA.

A seconda dell’attività che si intende intraprendere ci saranno delle ulteriori spese da sostenere, ad esempio i costi per aprire una partita IVA per una ditta individuale dipenderanno dal tipo di attività che si intende svolgere e andrà comunicato all’ente competente. 

Indipendentemente dall’attività svolta sarà inoltre necessario contattare un commercialista per una consulenza specifica e per effettuare la dichiarazione dei redditi, oltre che per tenersi informati sui vari bonus ed agevolazioni disponibili nel caso specifico.

Sarà anche indispensabile comprendere la propria posizione nei confronti dell’INPS oppure di una cassa previdenziale specifica al proprio settore ed eseguire il contributo integrativo in riferimento al corretto ordine professionale.

Un’altra peculiarità del regime forfettario è l’impossibilità di “scaricare” l’IVA a causa del già menzionato coefficiente di redditività con il quale si calcola già una proporzione teorica delle proprie spese sul reddito complessivo.
Questo ultimo aspetto può venire considerato sia come uno svantaggio per chi pensa di aver sostenuto più spese del dovuto per mantenere in piedi la sua attività che come un vantaggio per chi preferisce avere meno moduli da compilare.

Conclusioni

Senza ombra di dubbio l’introduzione del regime forfettario ha aperto la porta all’imprenditoria per molti in Italia.
I numerosi vantaggi di questo regime agevolato hanno stimolato lo spirito imprenditoriale dando alla luce un numero notevole di attività negli ultimi anni.

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