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SAFE: cos’è e come finanzia le startup

Che cos'è il SAFE, quali sono le sue caratteristiche e in che modo può garantire significativi vantaggi a startup e investitori.

Il SAFE (Simple Agreement for Future Equity) è uno strumento finanziario alternativo rispetto alle tradizionali opzioni di raccolta di fondi, rivolto principalmente alle startup e agli imprenditori che:

  • desiderano avviare un progetto di business innovativo con elevate aspettative di crescita
  • per supportare il fabbisogno finanziario correlato a tale ambizione desiderano fruire di nuovi capitali tramite canali diversi a quelli ordinari.

In questa guida cercheremo di comprendere più nel dettaglio cos’è il SAFE, quali siano i suoi vantaggi e a chi si rivolge.

Cos’è il SAFE (Simple Agreement for Future Equity)

Il SAFE è uno strumento finanziario che consente all’investitore di impiegare i suoi capitali nella fase iniziale del business di una società: contrariamente ad altre forme di investimento più comuni (come l’iniezione di nuovi fondi in cambio di una parte delle quote del capitale sociale), il SAFE prevede che le relative quote o azioni vengano attribuite all’investitore solo in un secondo momento, al verificarsi di uno specifico evento che immette liquidità aggiuntiva in azienda, a vario titolo (si pensi a un round di finanziamenti, ad un aumento di capitale, ecc.).

Tradotto in termini più semplici, il SAFE non è altro che un accordo tra investitori e società al fine di raccogliere capitali nelle fasi iniziali della vita di una startup. L’investitore si aggiudica così la possibilità di ottenere delle quote/azioni sulla società in futuro a condizioni più competitive di quelle a cui ambirebbero i finanziatori in un primo round ufficiale.

Creato nel 2013 da YCombinator, uno dei più noti acceleratori e investitori al mondo, è dunque una promessa, uno strumento convertibile che permette all’investitore di attribuire del capitale alla startup, in cambio della promessa che in futuro gli verranno assegnate delle quote. Per quanto concerne il futuro, ci si suole riferire generalmente al primo priced round, e cioè al primo ciclo di finanziamenti in cui si scambiano effettivamente le partecipazioni societarie.

In altri termini, gli investitori che sottoscrivono il SAFE avranno uno sconto (fino al 20-25%) che può essere applicato al primo round “prezzato”, ovvero in quel momento in cui verrà effettuata una valutazione scientifica da parte di soggetti professionali.

Il tutto avviene peraltro in modo straordinariamente semplice: il SAFE prevede infatti un pratico Term sheet standard, un modulo semplice e leggero (generalmente un solo foglio), senza costi, con sottoscrizione rapida.

Safe per startup
Il SAFE è uno strumento di raccolta fondi innovativo e alternativo ai canali tradizionali.

I ruoli nel SAFE

Definito quanto sopra, è facile introdurre i due ruoli principali nel SAFE:

  • il SAFE holder, il soggetto che investe nella startup in cambio di uno strumento finanziario partecipativo che gli attribuisce il diritto di convertire in equity a un prezzo predeterminato, generalmente ridotto rispetto a quanto suggerirebbe il mercato, e solo al verificarsi di uno specifico evento di liquidità;
  • la società beneficiaria dell’investimento del SAFE holder, che potrà utilizzare i fondi ottenuti per implementare il suo business model.

In questo senso, il SAFE è dunque uno strumento che non è né debito né equity, non determina interessi e non prevede scadenze a breve termine: i progetti che intende a sostenere hanno di norma un ampio respiro temporale.

I vantaggi del SAFE

Ora che abbiamo più chiaro che cosa sia il SAFE e quali siano i soggetti coinvolti all’interno di questa operazione, possiamo compiere un piccolo passo in avanti e cercare di comprendere quali siano i vantaggi del SAFE e perché questo strumento potrebbe essere una conveniente alternativa ad altre forme di reperimento di fondi per startup.

Semplicità

La prima cosa che vogliamo condividere con tutti i nostri lettori è che i SAFE sono accordi semplici, facilmente personalizzati sulla base delle esigenze delle parti. Dunque, stipulare un SAFE non sarà certo un incubo per l’imprenditore e l’investitore, i quali potranno negoziare liberamente i termini dell’intesa, adattandosi alle specifiche preferenze.

Come vedremo nelle prossime righe, ci sono solo pochi parametri da condividere (come il Valuation cap e il Discount), rendendo così la raccolta dei fondi mediante SAFE molto più veloce e snella rispetto a un priced round.

Economicità

Il SAFE può essere convertito in quote del capitale di una società. Tuttavia, fino a quel momento non determinerà alcun costo di finanziamento, spese o altri costi per le parti interessate, divenendo così un approccio economicamente conveniente la reperimento di nuove risorse finanziarie.

Assenza di debito

Il SAFE non genera nuove passività. Dunque, non ci sono né tassi di interesse o maturity date di cui tenere considerazione, contrariamente a quanto avviene invece con altri strumenti di finanziamento, anche convertibili. Il ricorso al SAFE non esclude peraltro che la società possa contestualmente ricorrere ad altre forme di ottenimento di fondi.

Sconti per gli investitori

Gli investitori che sottoscrivono il SAFE lo fanno a fronte di uno sconto (di norma tra il 15% e il 25%) da applicare in occasione del primo round di finanziamento in cui viene effettuata una valutazione scientifica della società da parte di soggetti professionali.

Autonomia societaria

Si segnala altresì come il ricorso al SAFE non preveda alcuna cessione immediata di quote né il dover riservare ai SAFE holder dei posti nel consiglio di amministrazione. L’autonomia societaria viene così preservata.

Condizioni individuali

Ricordiamo infine come il SAFE sia un accordo fortemente personalizzabile e come dunque gli investitori e la società possano volta per volta concordare delle condizioni. In altri termini, ogni investitore firma un SAFE separato.

Il SAFE prevede un accordo individuale e facilmente personalizzabile tra investitori e startup.

Cos’è il Valuation Cap e perché è fondamentale nel SAFE

Nelle scorse righe ci siamo più volte soffermati nel ricordare quanto sia semplice e flessibile il SAFE. Tuttavia, questo non significa che non vi siano cautele e punti di attenzione che le parti dovranno tenere in considerazione nella formulazione dell’accordo. Tra di esse, spicca il Valuation Cap.

Il Valuation Cap è il premio che permette all’investitore di ottenere un migliore prezzo per quota o azione rispetto ai futuri investitori – intendendo come tali gli investitori che partecipano a round di finanziamento successivi. In altre parole, è il vantaggio che l’investitore ritiene di poter acquisire realizzando questa operazione.

Il Cap stabilisce dunque la valutazione più alta che può essere usata per determinare il prezzo di conversione del SAFE in quote. A volte il Cap è sostituito dal Discount e, dunque, dallo sconto sul prezzo di conversione del prestito in quote della società. Proviamo a fare un esempio per comprendere come funzionano il Valuation Cap e il Discount nel SAFE.

Esempio SAFE

Ipotizziamo che la società Alfa Spa emetta un SAFE che ha un Valuation Cap di 5 milioni di euro, senza Discount. La valutazione è di 15 milioni di euro pre-money, con un valore di 10 euro per ogni azione.

Il calcolo del valore dell’azione con Valuation Cap è presto fatto, considerato che sarà pari all’incidenza del Valuation Cap sul pre-money moltiplicato per il valore dell’azione:

5.000.000 euro / 15.000.000 euro * 10 euro = 3,33 euro

Dunque, se l’investitore nel SAFE impiega 20.000 euro a 3,33 euro per azione, otterrà la titolarità di circa 6.000 azioni. Di contro, lo stesso investitore che impiega lo stesso ammontare, ma fuori dal SAFE, conseguirà solamente 2.000 azioni.

Valutiamo ora l’esempio di una società che scegliere di emettere un SAFE senza Valuation Cap ma con un Discount pari al 25%.

In questo caso la valutazione di pre-money non è prioritaria nella valutazione dell’investitore, considerato che per lui rileverà il prezzo dell’azione che, per comodità, ipotizziamo ancora una volta essere pari a 10 euro. Applicando lo sconto del 25% a quel prezzo per azione, si produce un prezzo scontato delle azioni per il SAFE holder pari a 78,50 euro.

Dunque, l’investimento di 20.000 euro nel SAFE con Discount garantisce 2.666 azioni. Quegli stessi 20.000 euro investiti fuori dal SAFE avrebbero invece permesso all’investitore di acquistare solamente 2.000 quote.

safe startup

Tutto ciò deve naturalmente essere formalizzato nell’accordo SAFE. Sebbene in Italia non siano numerosi i modelli predeterminati, segnaliamo qui quello di Italian Tech Alliance, che ha predisposto un modello Word adattabile alle proprie esigenze (si trova qui).

A chi si rivolge il SAFE

L’iniziale fase di vita è momento particolarmente complesso per una società e, spesso, l’esigenza principale in tale frangente è quella di reperire subito fondi che possano supportare l’avvio delle prime attività del proprio piano di sviluppo.

È proprio dinanzi alle società che sono interessate a questo fenomeno che il SAFE sembra essere in grado di candidarsi come veicolo preferenziale per investitori e startup.

Come abbiamo in parte già anticipato, infatti, contrariamente alla cessione di quote o azioni a prezzi di mercato la società può emettere un SAFE in un modo più efficiente, stipulando un contratto semplice e personalizzabile che eviterà la produzione di documentazione articolata e complessa. Dal canto loro, il SAFE rappresentare per gli investitori un veicolo preferenziale per finanziare le aziende nelle loro fasi iniziali.

Essendo poi il SAFE un contratto molto flessibile, con un solo principale elemento negoziale, il risparmio di tempo e denaro per società e investitori sarà garantito.

SAFE: modelli qualitativi e quantitativi

I modelli adottabili nel SAFE sono numerosi, ma sono cinque quelli maggiormente seguiti: due sono i modelli qualitativi e tre sono invece i modelli quantitativi (o finanziari). Cerchiamo di scoprirli insieme in un livello di maggiore dettaglio.

Modelli qualitativi: Scorecard e Checklist

I due modelli qualitativi sono lo Scorecard e la Checklist, messi a punto da business
angel americani. Come intuibile, valutano gli elementi qualitativi in grado di garantire il successo di una startup, pur in maniera differente.

In particolare, con il metodo scorecard si cerca di effettuare la previsione di una comparazione pre-money con analoghe startup di settore a livello geografico, mentre con il metodo checklist si valutano 5 tipi di asset intangibili che possano assicurare il successo della startup.

Modelli quantitativi: Venture Capital e Discounted Cash Flow

I modelli quantitativi sono invece quelli dei Venture capital (più diffuso nel mondo startup) e i due discounted cash flow (DCF per multipli e DCF a lungo termine).

Di questi due, osserviamo come nel DCF per multipli si prenda l’Ebitda dell’ultimo anno proiettato (solitamente il 4°) e lo si moltiplica per il multiplo di settore, per poi attualizzarlo. Di contro, nel DCF a lungo termine si suppone una crescita a ritmo basso ma costante.

Il venture capital si focalizza invece sul ritorno che gli investitori si attendono per aver un portfolio di investimenti profittevole. Si calcola prendendo l’Ebitda dell’ultimo anno di
proiezioni finanziarie (di solito il 4°), per il moltiplicatore di settore e lo si attualizza.

Giornalista, copywriter, esperto di finanza e marketing editoriale, collabora con alcuni dei più noti network nazionali dell'informazione

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