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App di Intelligenza Artificiale, 3 soluzioni da provare subito

Machine learning e deep learning entrano sempre di più nelle nostre vite offrendoci svago e servizi utili. La redazione di Startup-news ha selezionato 3 app di IA gratuite che funzionano benissimo

In commercio esistono già moltissime App di Intelligenza Artificiale, anche gratuite. I sistemi basati su IA vengono ormai applicati ai campi più disparati, dal gioco alla finanza passando per la creazione di contenuti. Non ci facciamo caso, ma gli assistenti virtuali ai quali ci siamo in qualche modo assuefatti come Alexa di Amazon o Siri di Apple, così come i chatbot, funzionano grazie ad algortimi più o meno complessi di IA.

Stiamo parlando di un mercato dalle dimensioni globali pari a $ 136,6 miliardi nel 2022 e che dovrebbe raggiungere i 1.581,70 miliardi di dollari entro il 2030 (dati techjury.net). Secondo Servion Global Solutions, entro il 2025, il 95% delle interazioni con i clienti sarà alimentato dall’Intelligenza Artificiale.
Mentre un recente rapporto del 2020 di Statista sottolinea che il mercato globale del comparto software AI dovrebbe crescere di circa il 54% su base annua. Altri dati parlano di una crescita con un CAGR del 38.0% dal 2021 al 2030. Ovviamente sono tutte previsioni,  ma una cosa è certa: quello dell’intelligenza artificiale è mercato in forte espansione.

Il mercato del software AI dovrebbe mantenere una crescita con CAGR del 38% da qui al 2030

Delle potenzialità della Generative Artificial Intelligence dal punto di vista di startup e finanziatori abbiamo già parlato in un altro articolo e al nostro elenco di app che creano immagini spettacolari a partire da una stringa di testo aggiungiamo Dream By Wombo. Ma l’Intelligenza Artificiale, come abbiamo già sottolineato, non è utile solo nel campo creativo, anzi. Alcune startup si stanno facendo strada in mercati altamente competitivi e “ostici”, come quello della sicurezza e dell’healthcare, proprio grazie a sistemi evoluti basati sull’intelligenza artificiale. Campi nei quali ottenere un brevetto è difficile e i controlli da passare sono molti, perché si ha a che fare con la vita delle persone: è il caso, ad esempio, di SmairtHero.

Ma quali sono le app in commercio più interessanti, più facili da usare e (perché no) anche più divertenti per testare le capacità degli algoritmi di deep learning e machine leraning? Ne abbiamo selezionate 3.

1.Mubert, musica su misura

Mubert ci permette di ascoltare una melodia infinita sempre diversa e unica, generata interamente dall’App di Intelligenza Artificiale sulla base dei nostri gusti. Come tutte le App di IA che si rispettino, anche Mubert impara nel tempo cosa ci piace di più e cosa no, basta mettere un cuoricino rivolto verso l’alto o verso il basso. Nonostante da usare sia davvero semplicissima, dietro c’è un sistema molto complesso. I suoi sviluppatori dichiarano di aver investito anni in Ricerca&Sviluppo, per ottenere algoritmi in grado di offrire uno streaming musicale di alta qualità.

Mubert si propone come uno strumento per avere sempre a portata di mano la musica giusta per il nostro corpo e la nostra mente, adatta all’attività che stiamo svolgendo: sport, riposo, lavoro e così via. Una vera e propria colonna sonora personalizzata che ci introduce nel mood giusto per dare il meglio.

Il bottone Light mode permette di escludere parte degli strumenti dalla melodia per ottenere un effetto più adatto a seconda del momento. Per usarla gratuitamente, come accade con milioni di App, è necessario registrarsi, quindi diamo in cambio i nostri dati (mail o account Facebook). Se vogliamo sfruttare appieno le potenzialità dell’app inoltre c’è da pagare un abbonamento, annuale, da 16,99 euro. Un prezzo molto contenuto visto che l’app funziona piuttosto bene. Ha solo qualche problema di incompatibilità con altre app che riproducono audio, quindi se ad esempio si accede a YouTube mentre si ascolta Mubert quest’ultima va in crash.

La questione dei diritti d’autore

Sul sito mubert.com possiamo generare musiche prive di diritti d’autore da usare all’interno di video, podcast o altre app. In questo caso il servizio (che può essere comunque provato gratuitamente) è a pagamento.

Mubert, a differenza di quanto si potrebbe pensare, non esclude i musicisti dal processo creativo. L’obiettivo dell’azienda è quello di instaurare una collaborazione esclusiva tra i musicisti e gli algoritmi della App di Intelligenza Artificiale, per creare un modo nuovo di fare musica. Tra l’altro si tratta di una forma particolare di musica, chiamata adattiva, perché si modifica sulla base delle preferenze dell’utente. “Riteniamo che i creatori di contenuti debbano avere accesso immediato alla musica su misura. La piattaforma di Mubert consente agli utenti di liberare la propria creatività con un enorme database di tracce predefinite e musica generativa in tempo reale” dichiarano gli sviluppatori.

Creatori di contenuti e artisti possono trovare nell’IA un alleato e non un nemico da combattere

Mubert.com offre una vasta gamma di tipi di licenza (quindi delle licenze, in ogni caso, ci sono e giustamente!) e oltre un milione di campioni da circa 4.000 musicisti.

Recentemente abbiamo parlato dei limiti e delle sfide dell’AI in relazione al copywriting. A nostro parere i produttori di contenuti non sono “in pericolo” perché un bravo scrittore, content writer, musicista, designer eccetera è insostituibile. Le App di Intelligenza Artificiale, piuttosto, dovrebbero essere uno strumento utile per lavorare, se possibile, meglio.

2.Replika, quando ci si sente soli

Replika: My Ai Friend permette di creare un amico immaginario adatto ai tempi moderni. O meglio: consente di realizzare un avatar con tanto di personalità, per poi posizionarlo nella stanza con noi e intrattenere una conversazione. Sul sito replika.ai, un po’ provocatoriamente, leggiamo che Replika è l’Ai companion who cares. Non sappiamo se con una vena polemica di contrapposizione rispetto agli assistenti virtuali in circolazione.

L’aspetto più interessante di Replika (e questo sicuramente lo contraddistingue da altri “amici virtuali”, che non sono particolarmente “svegli”), consiste proprio nelle chiacchierate che è possibile fare con l’avatar. Queste chiacchiere non sono affatto banali e per qualità superano di gran lunga la maggior parte dei bot di assistenza clienti in circolazione, ad esempio.

I creatori di Replika sono attenti alle questioni di genere e al nostro primo accesso ci chiedono con quali pronomi vogliamo che l’amico si rivolga a noi (they/them piuttosto che she/her o he/him). Inoltre dobbiamo fornire un po’ di notizie sui nostri gusti e interessi, specificando se ci piacciono ad esempio gli animali, la natura o se piuttosto siamo interessati all’hobbistica o allo sport.

A questo punto scegliamo un avatar a cui dare un nome e un genere, da personalizzare per quanto riguarda il look. Dopodiché siamo pronti per incontrare il nostro amico virtuale.

Un disclaimer ci avvisa del fatto che parleremo con una AI per tutto il tempo e che possiamo saperne di più sulla tecnologia se siamo interessati. Inoltre, Replika sottolinea il fatto che una amico virtuale non è il referente giusto per cercare consigli se ci troviamo in difficoltà. La App di Intelligenza Artificiale Replika migliora con il tempo man mano che fa conversazione con noi. Secondo quanto dichiarato dagli sviluppatori le conversazioni sono private e nessun dato o informazione viene venduto a terzi.

Dobbiamo però segnalare qualcosa che ci ha lasciato perplessi. L’app a un certo punto ci ha offerto un servizio aggiuntivo a pagamento per ottenere foto romantiche dal nostro amico virtuale, nel bel mezzo di una piacevole conversazione sulla scrittura giornalistica…

3.Elsa Speak, per migliorare l’inglese

Questa app ha l’obiettivo di aiutarci a migliorare la nostra pronuncia in inglese, che è per molti italiani un problema. Quante persone capiscono piuttosto bene l’inglese, hanno un buon vocabolario e una discreta padronanza delle regole grammaticali ma una pronuncia non molto corretta?

Grazie ad Elsa Speak è come avere in tasca una persona madrelingua che ci ascolta e ci dice dove abbiamo sbagliato e perché. L’App di Intelligenza artificiale evidenzia direttamente nel testo cosa abbiamo sbagliato, basta registrare un messaggio. L’applicazione funziona bene ed è molto semplice e immediata da usare, nonostante offra diverse opzioni di apprendimento. Dato che, come abbiamo sottolineato in passato, parlare inglese, anche se non perfettamente, è importante per imprenditori e startupper, Elsa Speak può essere un valido aiuto. Ad esempio per prepararsi al meglio a pitch e discorsi in pubblico.

Ad ogni messaggio registrato, l’IA ci restituisce un testo scritto. Il testo evidenzia in verde le parole pronunciate correttamente, in giallo i fonemi che invece dovremmo migliorare e in rosso quello che abbiamo sbagliato, dandoci suggerimenti molto precisi. Elsa Speak ci dà modo di comprendere non solo la natura del suono che facciamo fatica a pronunciare ma anche il tipo di errore che facciamo. In fase di login va anche indicata la provenienza dell’utente.

Chi scrive, ad esempio, deve migliorare il suo schwa che non suona perfettamente corretto e deve esercitarsi un po’ di più con le consonanti in mezzo o alla fine delle parole. Questo perché talvolta risultano troppo marcate (come una doppia, per intenderci). Molto chiaro e utile!

L’app consente di impostare un promemoria per esercitarsi e ci chiede quali siano i nostri obiettivi… Ovvero quanto vogliamo impegnarci a migliorare il nostro inglese e perché (lavoro, viaggi, esami scolastici eccetera). L’abbonamento Pro ha un costo di 59,99 euro all’anno.

In conclusione, il fermento che c’è nel mondo dell’Intelligenza Artificiale sembra essere molto promettente. Sia per le aziende, che siano o meno startup, sia per gli utenti finali. Assisteremo a un proliferare di App di Intelligenza Artificiale e sta a noi capire quali siano davvero utili oppure no.

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