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Nuove partite Iva, anche a luglio segno negativo

Il lavoro autonomo perde fascino. Lo scorso luglio sono state aperte 40.316 nuove partite Iva con un calo del 6,9% rispetto allo stesso mese del 2014. Quali le cause di questa ennesima riduzione? Stavolta a incidere potrebbero essere state le nuove forme contrattuali previste dal “Jobs act” unite agli incentivi fiscali per le assunzioni a …

Il lavoro autonomo perde fascino. Lo scorso luglio sono state aperte 40.316 nuove partite Iva con un calo del 6,9% rispetto allo stesso mese del 2014. Quali le cause di questa ennesima riduzione? Stavolta a incidere potrebbero essere state le nuove forme contrattuali previste dal “Jobs act” unite agli incentivi fiscali per le assunzioni a tempo indeterminato. Il tutto avrebbe quindi favorito nuovi posti per i lavoratori dipendenti a discapito di quelli autonomi con partita Iva.

Lo scorso luglio sono state aperte 40.316 nuove partite Iva con un calo del 6,9% rispetto allo stesso mese del 2014.

Più persone fisiche che società

Rispetto a luglio 2014, nel settimo mese del 2015 si sono registrati decrementi di aperture per le persone fisiche (-10,9%) e per le società di persone (-9,3%). Per le società di capitali si è registrato invece un apprezzabile aumento (+6%), probabilmente dovuto alle recenti norme che facilitano la costituzione delle società a responsabilità limitata (Srl).

Quasi il 43% delle nuove aperture è localizzato al Nord, il 23,2% al Centro e il 33,8% al Sud e nelle isole.

Quasi il 43% delle nuove aperture è localizzato al Nord, il 23,2% al Centro e il 33,8% al Sud e nelle isole. Rispetto a luglio 2014 sono aumentate le aperture di partite Iva solo al Nord (Valle d’Aosta: +60%, Bolzano: +9,4%, Trento: +8,3%), mentre i cali più consistenti si sono verificati al Sud: Basilicata -27,6%, Calabria -22,6%.

I cali più consistenti si sono verificati al Sud: Basilicata -27,6%, Calabria -22,6%.

 

Commercio meglio di tutti

Come al solito, il commercio presenta il maggior numero di aperture di partite Iva (24,4% del totale), seguito dalle attività professionali (12,9%) e dalle costruzioni (8,9%). Rispetto a luglio 2014, tra i settori principali si osserva un sensibile incremento di aperture nel settore dell’istruzione (+21,1%), aumenti più contenuti si registrano nelle attività immobiliari (+6,2%) e nei servizi d’informazione (+1,3%). Le riduzioni più evidenti si rilevano nella sanità (-20%), nell’agricoltura (-17,8%) e nell’edilizia (-9,3%).

Il 47% delle aperture è attribuibile ai giovani fino a 35 anni.

Il 47% delle aperture è attribuibile ai giovani fino a 35 anni e il 35% a persone tra 36 e 50 anni. Rispetto a luglio 2014 tutte le classi di età calano, principalmente le due più estreme (fino a 35 anni: -15%, oltre i 65 anni: -16,1%).

 

Minimi batte forfetario

Da gennaio 2016 resterà in vigore solo il regime forfetario.

Interessante infine notare come 2.954 persone abbiano aderito al nuovo regime forfetario, mentre 8.640 soggetti abbiano optato per i minimi. Complessivamente, tali adesioni rappresentano il 28,8% del totale delle nuove aperture. La possibilità di scegliere tra i due regimi è valida solo per il 2015: da gennaio 2016 resterà in vigore solo il regime forfetario.

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