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Perché le startup falliscono? 12 motivi da tenere a mente

Amiamo leggere le storie super interessanti delle startup di successo che volano come razzi e raccolgono fondi come fossero ricoperte di super magneti che attirano denaro magicamente da tutte le parti. Ma per tante startup che ce la fanno ce ne sono moltissime che invece chiudono i battenti. Ecco perché.

Le startup falliscono, lo sappiamo. La realtà è che i casi di successo, quando si parla di startup, sono solo la punta del grande iceberg delle imprese giovani e innovative. Il loro racconto serve a motivare tutti gli altri. Non dimentichiamoci, però, che il successo arriva solo dopo grandi sacrifici e che la strada per il fallimento è sempre lì, pronta per essere imboccata.

Per questo, traggo liberamente spunto e riporto in maniera concisa un interessante articolo di CB Insights che spiega, con tanto di percentuali, quali sono i  principali motivi per cui una startup fallisce. L’articolo non è recentissimo ma queste ragioni per cui le startup falliscono sono quanto mai vere. Soprattutto oggi, in un contesto di incertezza economica e inflazione.

Intendiamoci, non voglio demoralizzare nessuno, anzi. Il fallimento e le ragioni per cui le startup falliscono sono un’utilissima fonte di apprendimento tanto quanto i casi di successo e questa è la ragione per cui ne parlo.

Nota: la somma delle percentuali dell’elenco non fa 100, perché queste cause non concorrono mai da sole ma sempre in gruppo. Quando le startup falliscono difficilmente c’è un solo motivo, spesso più motivi contribuiscono all’esito negativo, anche se può esserci una ragione prevalente.

38% – Incapacità di raccogliere fondi

Il denaro e il tempo sono limitati e per questo devono essere sempre dosati con giudizio estremo. Per una startup, trovarsi a corto di denaro e nello stesso tempo essere incapace di suscitare l’interesse degli investitori rappresenta la ricetta per il fallimento perfetto. Per questo il compito principale di un Ceo è proprio quello di trovare fondi.

Sicuramente per una startup è molto difficile reperire fondi rivolgendosi ai canali tradizionali, come quelli bancari. Ecco perché una delle strade che molti percorrono è quella della raccolta tramite crowdfunding. Entrare in contatto con quanti più investitori e business angel possibile è un’altra cosa molto importante. Il network di contatti giusti può fare la differenza.

35% – Non c’è un’esigenza del mercato

Affrontare problemi interessanti da risolvere piuttosto che soddisfare un’esigenza del mercato è fondamentale per vendere i propri prodotti o servizi. Quando un’esigenza nel mercato non c’è, o il problema che si va a risolvere è poco sentito dalla potenziale clientela, la possibilità di fallire si concretizza in tempi molto brevi.

Può sembrare strano che una startup “si butti” sul mercato senza aver testato il reale interesse dei consumatori, ma proprio questo è stato citato come il motivo n. 2 per cui le startup falliscono: nel 35% dei casi.

20% – Execution lenta

Quando un’idea viene validata dal mercato, altri potrebbero cercare di sfruttare l’opportunità di capitalizzarla. Per una startup essere lenti non è un’opzione. Il rischio (ed è un rischio molto concreto) è che qualcuno con asset già maturi e fondi pronti da utilizzare sviluppi velocemente un prodotto o un servizio analogo, bruciando la startup sul tempo.

Nel settore si usa dire che l’idea vale l’1% e l’execution il 99%. Ebbene: non bisogna solo essere veloci ma è anche fondamentale continuare a testare e migliorare il proprio prodotto o servizio perché sia davvero rispondente ai bisogni del mercato di riferimento.

19% – Business model difettoso

La maggior parte dei founder di startup fallite concorda sull’importanza del modello di business. Restare ancorati a un singolo canale di vendita o non riuscire a trovare il modo di guadagnare su larga scala, lascia gli investitori esitanti e i founder incapaci capitalizzare qualunque traction precedentemente acquisita.

18% – Problemi di leggi/permessi/regolamenti

A volte una startup può partire rapidamente da un’idea semplice ed evolvere velocemente per poi rimanere incastrata in un mondo di complessità legali che alla fine possono condizionarne la sopravvivenza. Da questo punto di vista è importante riuscire a investire quanto è necessario per avere al proprio fianco esperti che possano evitare di finire in questo vicolo cieco.

15% – Problemi di pricing e costi

Il prezzo è un’arte oscura quando si tratta del successo di una startup. Molte analisi post-mortem evidenziano quanto sia grande la difficoltà nel fissare un prezzo sufficientemente alto per coprire i costi di un prodotto, ma abbastanza basso da attirare clienti.

14% – Team sbagliato

Una squadra diversificata con differenti competenze è stata spesso citata come fondamentale per il successo di un’azienda. Eppure, molti founder di startup fallite hanno spesso dichiarato:  “Avremmo dovuto avere un CTO fin dall’inizio” o “uno dei founder che avesse visto l’aspetto commerciale delle cose”.

10% – Prodotto fuori tempo

Arrivare troppo presto o troppo tardi, sono due motivi per cui la penetrazione del mercato può risultare problematica e minare la salute della startup.

8% – Prodotto di bassa qualità

A volte la fretta di vendere, induce a investire più tempo nel marketing di un prodotto che nella sua reale qualità. Purtroppo, questo atteggiamento non paga.

7% – Disarmonia fra team e investitori

Quando i founder non vanno d’accordo tra loro, è difficile andare avanti. Ma se non c’è accordo con gli investitori, la fine è decisamente più veloce.

6% – Il pivot è andato male

Pivotare può essere la strada migliore per intraprendere un percorso alternativo e più profittevole. Ma se si imbocca il sentiero sbagliato, può essere anche la via più veloce per fallire.

5% – Burnout dei founder

Il burnout è letteralmente uno stato di esaurimento sul piano emotivo, fisico e mentale. Accade che quando i risultati tardano ad arrivare e il livello di stress sale oltre il limite, allora si tende a gettare la spugna. Per esperienza personale so quanto può essere difficile portare avanti un progetto imprenditoriale innovativo e quanti ostacoli si incontrano quotidianamente. Banalmente, quello dei founder è un lavoro a tempo pieno per il quale le 24 ore non bastano mai…

Vale la pena non gettare la spugna

Per chiudere con una nota positiva, sottolineo che il tasso di successo delle startup italiane, fotografate dal 7° Report sul Crowdinvesting del Politecnico di Milano, non è affatto male. Delle oltre 700 emittenti che hanno realizzato una campagna nel periodo soggetto all’indagine (in questo caso fino al 2022), a distanza di 3 anni dalla raccolta, quelle per cui il fatturato è cresciuto anno dopo anno sono il 13%. Per approfondire leggi qui.

Business Development Manager at Dynamo, Author Manuale di Equity Crowdfunding, Angel Investor in CrossFund, Journalist, Crowdfunding Marketing Strategist, Startup-News.it founder, IED Lecturer.

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