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Startup, l’ecommerce italiano parla di cibo e vino

Dal 2012 i venture capital hanno investito cinque milioni di euro nell'ecommerce alimentare italiano

Che l’Italia sia un Paese di buongustai e amanti del cibo non è un segreto per nessuno. Basta trascorrere un po’ di tempo all’estero per accorgersi che in questo settore, la stima nei nostri confronti è altissima. Sarà per questo e anche per merito dell’Expo 2015 che sventola la bandiera dell’alimentazione, ma fatto è che le startup di maggior successo in questo periodo, sono proprio quelle che parlano di cibo.

Secondo i dati del Politecnico di Milano, dal 2012 i venture capital hanno investito in quest’area cinque milioni di euro in Italia. Nell’anno seguente, il 2013, oltre 15 milioni di persone hanno visitato i Mercati Campagna Amica di Coldiretti.

Un interesse sempre crescente all’alimentazione, ma attenzione, non a quella industriale dello scatolame e dei prodotti preconfezionati. L’attenzione a un’alimentazione sana è crescente e rappresenta il principale fattore di successo di molte startup nate negli ultimi anni.

Il boom dei prodotti biologici, a chilometro zero e strettamente legati al territorio, a scapito di quelli industriali, che sono in sofferenza”.

Lo ha spiegato al Corriere della Sera, Renato Fiocca, docente di marketing strategico d’impresa dell’Università Cattolica.

 

Ecommerce: vince il vino

Se uniamo l’interesse per il cibo di qualità, meglio se a Km 0, alla sempre crescente diffusione dell’ecommerce in Italia, riusciamo ad afferrare meglio i motivi per cui realtà come realtà come Tannico, Svinando e The Good Makers che operano nella vendita del vino online, stanno riscuotendo sempre più consensi e stimolano la nascita di nuove iniziative.

Tannico, fondata nel 2013 da Marco Magnocavallo, nel solo mese di settembre 2014 ha venduto 120 mila bottiglie di vino e ha fatturato oltre 200 mila euro.

Svinando, nata nel 2012, ha raccolto più di 50.000 clienti in Italia raggiungendo oltre 250 mila euro di fatturato nel 2013. «Siamo il primo esempio di flash sale applicata al settore, proponiamo e descriviamo un vino alla volta e l’offerta dura in media tre giorni», ha raccontato al Corriere della Sera, Sara Galvagna, socia dell’azienda.

The Good Makers sfrutta una strategia diversa che punta sostanzialmente sui gruppi d’acquisto con aste al ribasso di vini in maggior parte biologici. In questo modo si accorcia la filiera produttore/consumatore garantendo prezzi molto competitivi. Senza contare che un rapporto ravvicinato tra produttore e cliente genera una maggiore conoscenza e fiducia nel marchio.

 

Ecommerce: il cibo funziona

Se il vino sta funzionando, il cibo in generale sta attraversando un buon momento e gli acquisti online offrono una forza propulsiva mai vista prima. Ne sono un esempio aziende come Chef Dovunque e Cortilia.

Chef Dovunque è appena approdata alle vendite online mettendo in commercio dei kit per preparare prodotti tipici italiani. Lo scopo è conquistare mercati stranieri molto promettenti come Usa, Australia, Cina e Giappone. Il loro obiettivo è raggiungere un fatturato di 20 milioni di euro.

Cortilia basa la propria forza sulle parole magiche: Km 0. Si tratta di un vero e proprio mercato agricolo che porta a domicilio cassette di prodotti di stagione. È possibile abbonarsi o fare acquisiti spot. Conta 50mila utenti e fonda il proprio successo su circa 30 aziende agricole che forniscono i propri prodotti e operano principalmente in Lombardia.

 

I pericoli dell’ecommerce alimentare

Il mercato dell’ecommerce alimentare non è tutto rose e fiori. Ci sono delle criticità intrinseche quando si ha a che fare con prodotti freschi che devono quindi essere consegnati in tempi brevi e senza interrompere la catena del freddo. Ma i pericoli possono arrivare anche dall’ingresso nel mercato di grandi player che potrebbero far man bassa di tutto con prezzi super competitivi e una scelta sconfinata di articoli. Parlando di grandi competitor, non si può fare a meno di tenere d’occhio Amazon Fresh, il nuovo servizio di Amazon (per ora non ancora disponibile in Italia) che punta proprio al commercio online di alimenti e dispone di un sistema di vendite e consegne ineguagliabile. Nelle città americane dove il servizio è attivo, i clienti che ordinano la spesa entro le 10 del mattino la ricevono a casa entro l’ora di cena.

Se Amazon non è ancora arrivato, in Italia è già presente Eataly Net del gruppo che fa capo a Oscar Farinetti. Si tratta di una realtà già molto forte: conta 280mila utenti unici mensili e vende in Italia, Stati Uniti e Giappone. Questo bisogna tenerlo bene in considerazione pur sapendo che il mercato è ancora giovane e, almeno in teoria, di posto libero ce n’è ancora. A patto di trovare la chiave giusta per entrarci.

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