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Affitti a tempo indeterminato: tempi maturi per le startup?

Una startup vuole trattare le case in affitto con un'app per contratti flessibili e personalizzabili: sarà un successo o un fallimento?

Il nome di Adam Neumann potrebbe non dire molto alla maggior parte dei nostri lettori ma, in realtà, potrebbe diventare molto più popolare tra pochi mesi.

Cofondatore di WeWork, nel 2016 Neumann ha ideato WeLive, un particolare progetto aziendale che cercava di fare business mediando appartamenti in affitto dalle condizioni ultra-personalizzabili. L’idea era piuttosto interessante: proporre un abbonamento che potesse permettere agli utenti di usufruire degli appartamenti WeLive spostandosi da una casa all’altra senza ulteriori costi aggiuntivi.

Per certi versi, WeLive doveva essere quello che molte catene di palestre hanno già realizzato: permettere alla clientela di pagare un unico abbonamento in cambio della possibilità di allenarsi quando  si vuole e, soprattutto, dove lo si desidera. Il sogno di Neumann è però durato una manciata di anni, e altrettante delusioni.

Da WeLive a Flow: i tempi sono quelli giusti?

Dopo qualche anno da quel fallimento, Neumann sembra volerci riprovare. WeLive è nel frattempo stata smembrata e venduta, e al suo posto ha preso spazio Flow, un progetto immobiliare che intende offrire i suoi 4 mila appartamenti (in 4 metropoli USA) a condizioni irripetibili: un abbonamento a prezzo fisso e la possibilità di usufruire delle unità abitative come e quando si vuole.

Ma perché le cose dovrebbero andare diversamente rispetto alla prima esperienza di WeLive?

Anche se i motivi sono ben più numerosi, c’è una evidenza che sembra farla da padrona: il forte cambiamento delle abitudini delle giovani generazioni, sempre meno interessate all’acquisto di una prima abitazione e sempre più amanti di un concetto di mobilità flessibile e dinamica, personalizzata e a buon mercato.

flow
La pagina principale (nonché unica) del sito di Flow

Un target sempre più popolato

Insomma, secondo i promotori di questa iniziativa, il mercato ha del potenziale, composto da un crescente numero di persone che ha maturato la consapevolezza che non comprerà case (leggasi, almeno in buona parte: non potrà mai permettersi l’acquisto di una casa).

Ora, i più scettici osserveranno che il progetto potrà prendere piede – forse – sul suolo statunitense, ma non da noi, territorio meno fertile, dove il radicamento per l’investimento immobiliare è evidentemente più forte e dove differenti sono le caratteristiche della domanda e – soprattutto – dell’offerta.

Ad ogni modo, rispetto a qualche anno fa il target rappresentato da chi non disdegnerebbe un affitto a tempo indeterminato flessibile potrebbe essere molto più popolato e, per certi versi, rappresentare una delle soluzioni alle difficoltà del mercato immobiliare.

Per il momento, però, non si possono che attendere novità. Il sito internet del progetto non contiene informazioni, ma un solo pulsante attraverso il quale contattare lo staff. Un po’ poco, per un lancio in grande stile previsto tra pochissimi mesi…

Giornalista, copywriter, esperto di finanza e marketing editoriale, collabora con alcuni dei più noti network nazionali dell'informazione

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