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L’ecosistema startup, un asset strategico per il rilancio economico

Si è tenuto il V Convegno IAG – Giornata dell’Innovazione AIRI, dal titolo “L’ecosistema startup, un asset strategico per il rilancio economico”, organizzato in collaborazione con Piccola Industria Confindustria e sponsorizzato da KPMG.

Istituzioni, investor e corporate riuniti per far diventare l’Italia un paese dove la ricerca possa trasformarsi anche in impresa. Una diagnosi della situazione attuale e le possibili cure con tanti importanti ospiti, a partire dai padroni di casa Antonio Leone, Presidente di Italian Angels for Growth e Andrea Bairati, Presidente dell’Associazione Italiana per la Ricerca Industriale al V Convegno IAG – Giornata dell’Innovazione AIRI, dal titolo “L’ecosistema startup, un asset strategico per il rilancio economico”, organizzato in collaborazione con Piccola Industria Confindustria e sponsorizzato da KPMG.

Italian Angel For Growth

“L’Italia è un paese di capitali, ma non di capitalisti: il nostro obiettivo è quello di farlo diventare anche un paese di capitalisti. Le famiglie italiane hanno sui conti correnti liquidità disponibile per 1.682 miliardi, come segnalato dall’ultimo bollettino mensile dell’Abi. Se si mobilitasse lo 0,5% di questa liquidità dedicandola al Seed investment, grazie alle eccellenti esperienze e conoscenze della cultura italiana, saremmo un paese allo stesso livello degli altri paesi europei” afferma Antonio Leone. Un ruolo fondamentale è quindi quello dei business angel come sottolineato da Leone: “Italian Angels for Growth ha oggi 210 soci e in oltre dieci anni di attività ha analizzato 5.510 startup, finalizzato 91 investimenti per un totale di 202 milioni di euro raccolti e realizzato 10 exit. Numeri che dimostrano che in Italia il potenziale per favorire la cultura dei business angel e la strategia degli investimenti nel Seed esiste”. Inoltre, per favorire anche la cultura dei team imprenditoriali e manageriali, occorrono delle modalità innovative di collaborazione con l’accademia.

Una questione fondamentale sulla quale è intervenuto il primo illustre ospite del convegno Gaetano Manfredi, Ministro dell’Università e della Ricerca: “L’Italia è un paese ricco di talento, di creatività, di qualità della ricerca che nasce da una lunga formazione e che rappresenta una base di partenza indispensabile per il rilancio strategico del Paese”. Proprio gli investimenti in ricerca dovranno essere aumentati e inseriti all’interno di strategie sistemiche e integrate di medio e lungo termine che ci permetteranno di competere con le altre potenze internazionali.

Secondo Bairati: “Industriali, finanziari e universitari devono cambiare il loro modello di ingaggio”, ha detto. “Il percorso di formazione deve cambiare. Spesso le idee non sono male ma non altrettanto di livello sono i business model o i team manager. Gli investitori dovrebbero andare incontro all’accademia come avviene in tutto il mondo: partecipando al processo di crescita e di formazione delle startup”.

Il convegno ha poi visto la partecipazione di Luigi Nicolais, Founder e Presidente di Materias, Carlo Robiglio, Presidente Piccola Industria Confindustria, Alessandro Scortecci, Responsabile della Strategia e Business Development di CDP Venture Capital – Fondo Nazionale Innovazione nel panel dal titolo “Un paese per le startup: le istituzioni al tavolo di lavoro”, insieme allo stesso Bairati.

Per Nicolais l’innovazione non può non passare anche dalla ricerca, instaurando incentivi che permettano agli accademici italiani, oggi molto legati alla carriera accademica, di dedicarsi alla startup: “L’innovazione non è la stessa cosa della ricerca”, ha detto. “Si risolve con investitori che orientano strategie e le startup devono essere pronte a recepire gli stimoli”.

Il punto di vista degli investitori

Con Alessandro Scortecci si è invece indagato il punto di vista degli investitori. Rispondendo a domande quali: “Perché gli investitori istituzionali investono in innovazione? Perché lo fanno le aziende? E come lo fanno?”. “È un asset class che nell’ottica italiana sta nascendo, con opportunità sostanziali per quegli investitori che saranno i primi a posizionarvisi”, ha detto. Aggiungendo: “Lo stesso potrebbe valere per investitori privati con grandi disponibilità”.

Come sottolineato dal Presidente Robiglio: “Abbiamo la necessità di creare un vero ecosistema dell’innovazione che faccia interloquire al meglio i vari attori che non sono in grado di creare percorsi comuni, per valorizzare le startup e la loro ricaduta sul sistema paese. La startup è una parte integrante fondamentale della catena dell’innovazione, che oggi diventa una realtà diffusa anche per le piccole e medie imprese”.

Di esempi concreti si è parlato nel secondo panel dal titolo: “L’innovazione nasce in azienda: tre casi di successo a confronto” con alcune donne leader in diversi settori: Anna Gatti, CdA Intesa Sanpaolo (ISP), Fiera Milano, Lastminute Group, WiZink Bank; Diva Moriani, Vicepresidente INTEKGroup SpA e KME Ag, CdA Assicurazioni Generali e Moncler ed Elena Zambon, Presidente Zambon e ideatrice OpenZone, dove imprese grandi, piccole e startup diventano sorgente di opportunità per sé stesse e per gli altri.

Elena Zambon ha riportato l’esempio di Openzone, “dove imprese grandi, piccole e startup diventano sorgente di opportunità per sé stesse e per gli altri”.

Per Diva Moriani: “Un fenomeno importante è il Corporate Venture Capital. In questo particolare momento storico la partecipazione delle aziende a piattaforme di investimento dove entrano anche altri investitori, consente alle stesse large corporate di essere sul mercato, osservare quali sono i trend sull’innovazione e capire cosa può servire da inglobare all’interno dell’azienda”.

Come ricordato dalla dottoressa Gatti rispetto al nostro paese: “Più che cosa manca in Italia, la domanda è: che cosa ha in più l’Italia rispetto alla Silicon Valley? Quali sono i valori per cui noi definiamo il successo? Quest’organizzazione si chiama Italian Angels for Growth, non si chiama a caso Italian Angels for profit”.

“Gli angels giocano quindi un ruolo fondamentale in questo ecosistema tra startup, accademia, venture capital e corporate: persone che abbiano sì i capitali da investire, ma anche voglia di condividere la loro esperienza non solo nello spirito del ritorno dell’investimento ma anche di quella del give back” afferma Paola Bonomo, che ha chiuso la giornata insieme a Valerio Caracciolo, in qualità di Vice Presidenti IAG.

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